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“Menta, Marmo e Mito”: in uscita il libro di Max Di Gioia sulla statua di Talos. Prefazione di Erri De Luca

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
La copertina di "Menta, Marmo e Mito" di Max Di Gioia (cliccare sull'immagine per visualizzarla interamente)
Edito da Secop, il libro è un’autobiografia dello scultore Massimiliano Di Gioia nonché la biografia del Talos in marmo di Carrara, scolpito dall’autore in un solitario atelier nella campagna ruvese
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Alla 35esima edizione del Salone Internazionale del libro, a Torino,  è stato presentato “Menta, Marmo e Mito” (Secop Edizioni), libro che è un’autobiografia dello scultore Massimiliano Max Di Gioia nonché la biografia del Talos in marmo di Carrara, scolpito dall’autore in un solitario atelier nella campagna ruvese, tra il profumo della menta e il frinire dei grilli.

Il libro è impreziosito dalla prefazione dello scrittore e intellettuale Erri De Luca, amico di Di Gioia, fratello “di cazzuola e di cemento”- De Luca ha svolto diversi lavori, tra cui il muratore -, che ha dedicato all’impresa “titanica” di Max Di Gioia il testo “Marmo”.

“Ho conosciuto uno scultore pugliese, Massimiliano Di Gioia. Mi ha raccontato la sua impresa.

Per tre anni ha martellato e scalpellato un blocco di marmo, un bianco di Carrara alto più di tre metri.

Ogni giorno ha accumulato ai suoi piedi frantumi tolti dai suoi colpi. Aveva in mente una forma da raggiungere all’interno della materia chiusa.

La sua scultura è una traduzione, passaggio da una lingua alla propria. Il marmo è lingua classica, precisamente greca, dalla quale proviene anche il nome. È roccia detta metamorfica, perché cristallizza. Un uomo ne realizza la metamorfosi in statua di un colosso.

Con un milione di colpi ne estrae la figura di Talos, gigante leggendario dell’isola di Creta.

Gli occhi dello scultore si devono fermare, chiudere un poco, distogliersi dal bianco. Guarda in su, gli alberi, un gatto su un tetto, poi il nero di una tazza di caffè.

Fiato, capelli s’impregnano di polvere di carbonato di calcio. L’opera è operaia.

L’opera è marinaia, finirla è sbarco che fa barcollare.

Darsi un compito di remoto orizzonte, fare il primo passo, la prima scalpellata per sbozzare: in queste mosse c’è la nostra piccola grandezza umana. Fa di una persona un artefice.

Questa pagina è un omaggio a Massimiliano Di Gioia, uomo che sta dando alla sua città, Ruvo di Puglia, un monumento che la farà ricordare”.

Il libro, in uscita nei prossimi giorni, sarà presentato ai primi di giugno a Ruvo di Puglia, città natale di Di Gioia, nonché Città d’Arte e Città del Talos. Della scultura in marmo di Carrara e del libro ne parlano con entusiasmo artisti e intellettuali.

«Questo libro  – scrive l’editor del libro Mariella Medea Sivo – è un viaggio conoscitivo, un ennesimo mettersi alla prova da parte di Massimiliano Di Gioia che di mestiere non fa lo scrittore, ma che pure è stato colpito dal desiderio di testimoniare, di esprimere se stesso con forza e immediatezza, con attenzione, semplicità, precisione. Le coordinate della narrazione coincidono con il suo vissuto amalgamato al sociale, rinunciando alla trasposizione estetizzante dei fatti. L’Autore, agli inizi del proprio tirocinio letterario, si è dilettato nella sperimentazione di inedite forme espressive, dalla prosa alla poesia, attraverso un punto di vista descrittivo, lirico e simbolico, capace di coniugare da un lato il bisogno di concretezza tipico dell’agire e dall’altro l’esigenza di universalità, con forti componenti simboliche e allegoriche tratte spesso dalla mitologia classica. Non un libro a contenuto diaristico e autobiografico, quindi, ma sociale e corale. Come risultato di questo sistema di spinte e controspinte generato dagli innumerevoli talenti di Massimiliano, si succedono le pagine raccontando l’impegno etico e la fede nella funzione civile e pedagogica dall’arte che ispirano Di Gioia».

Secondo la giornalista Enrica Simonetti, «come Cesare Pavese, che vedeva suo cugino nell’ombra del tardo crepuscolo, immaginandolo un gigante vestito di bianco, silente ma espressivo, così l’artista ha “dialogato” con Talos e con sé stesso, portando a termine una mirabile impresa, il cui sigillo è nascosto ma evidente, una stella d’amore che Ruvo aggiunge al suo firmamento della Storia».

«Talos è l’unica scultura che, oltre al monito insito nell’opera, lancia un messaggio come una freccia scoccata migliaia di anni fa, di cui qualcuno conosce l’arco, qualcuno l’arciere e molti che aspettano che essa il centro prenda» aggiunge il professor Alberto D’Attanasio, tra i più fervidi sostenitori del progetto.

«Il Talos di Max è il capitolo-ghost del romanzo della sua vita – scrive Cosimo Damiano D’Amato, prolifico autore teatrale -. Entro in queste pagine di notte e ritrovo tutta la poetica di Domenico Cantatore, la sua spiritualità contadina, lo stesso Max sembra uscito da una tela di Cantatore, con i suoi occhi scavati e ossidati dalle stagioni vissute come un homeless riparato nella cascina senza elettricità per vegliare il suo lievito-padre divenuto scultura per sempre. Il Talos di Di Gioia è una colonna d’infanzia e semiotica della Cattedrale di Ruvo, è l’ulivo dell’olio nuovo, è la vendemmia e il suo odore di mosto antico. La scultura e la poesia e la narrativa di Max sono un atto politico, un atto di dolore, un atto partigiano, un sacrificio, una croce. La rinascita luminosa e bianca dell’uomo nuovo che odora di nepitella selvatica».

Dense di commozione le parole di gratitudine di Max Di Gioia: «Ringrazio la mia casa editrice Secop nelle persone di Peppino e Nicola Piacente per aver creduto in me realizzando un bellissimo gioiello profumato di boschi; pagine da donare, leggere, possedere. Ringrazio Alberto D’Attanasio per la descrizione dell’anima dell’opera e di me come artista; Cosimo Damiano D’Amato per la visione aderente al mio percorso; Enrica Simonetti per la cura e l’attenzione analitica descritta; Mariella Medea Sivo per aver quasi chirurgicamente visionato il mio manoscritto, curandolo e rendendolo splendente  come un diamante. Ringrazio il Maestro Erri de Luca per il grandissimo dono delle sue parole; un sogno reso realtà».

martedì 23 Maggio 2023

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