Musica e territorio

Pino Minafra e il suo “mistico” Castel del Monte sulla guida tedesca Reise

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Pino Minafra © Agostino Mela
Pino Minafra, nel 2018, fu intervistato dal giornalista Andreas Pehl sulla tre giorni di registrazione in notturna del progetto "Castel del Monte - D'ali e d'oro", realizzata nel maniero federiciano nel 2000
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L'intervista a Pino Minafra sulla guida Reise © Pino Minafra
L'intervista a Pino Minafra sulla guida Reise © Pino Minafra

Il Castel del Monte presentato ai tedeschi con le parole del musicista Pino Minafra. Una prospettiva di narrazione del maniero federiciano inconsueta, affascinante e soffusa di misticismo, raccolta nel 2018 dal giornalista e controtenore Andreas Pehl e ora pubblicata su Reise, la guida realizzata da Peter Amann e dedicata alla Puglia, con un focus sul Gargano e sul Salento. Il volume è stato realizzato dopo un viaggio in Puglia e Basilicata, organizzato nel 2019 da Radio Bayern 2 per una ventina di ascoltatori innamorati della musica: tra le tappe anche Ruvo di Puglia.

Non nasconde l’emozione Pino Minafra che ha affidato ai social questa piacevole scoperta: qualche giorno fa, infatti, alcuni amici giunti dalla Svizzera, dove lui, suo figlio Livio, Michel Godard e Natasha Mirkovic avevano suonato nell’ambito dell’Alpetone Festival, gli mostrano la guida con l’intervista dedicata alla tre giorni di registrazione in notturna, realizzata a Castel del Monte nel 2000 insieme al direttore artistico Michel Godard, a Gianluigi Trovesi, Renaud Garcia-Fons; Lucilla Galeazzi, Pierre Favre; Linda Bsiri, Jean-Louis Matinier. Collaborarono al progetto il compianto Achim Hebgen, responsabile della Jazzredaktion della Südwestfunk di Baden Baden;Matthias Winckelmann, produttore discografico dell’etichetta Enja confluì nel progetto discografico “ del Monte – D’ali e d’oro”.

Nell’intervista, intitolata “Castel del Monte – Der Klang eines Mysteriums|Castel del Monte – Il suono di un mistero (Castel del Monte) ”, Pino Minafra non è solo presentato come il fondatore e direttore del Talos Festival, o come un musicista innamorato del Sud e della banda, patrimonio musicale del Sud promosso e valorizzato dallo stesso trombettista in tutta Europa con l’omonimo progetto, ma viene assimilato a Federico II nel dono di cogliere la ricchezza della diversità delle culture e, in questo caso, dei generi musicali, favorendone un dialogo armonico.

«Abbiamo suonato quello che il castello ha deciso – ha confidato Minafra a Pehl nell’intervista-. Perché dentro l’acustica è così speciale che condiziona il suono. Quindi condiziona il tuo pensiero. Ti perdi. Sembra una navicella spaziale proiettata nell’universo. Quindi lasci un po’ tutto quel mondo ed entri in un mondo più libero, più grande, immenso».

Nel Castello – una chiesa laica per Minafra – dove Le vent respire (dall’omonimo brano contenuto nel cd), Minafra vede la sintesi della continua sete di conoscenza dell’uomo, della curiosità nonché l’anelito alla pace e, alla fine, conclude con questa riflessione: «Il rispetto più grande è restare in silenzio in questo luogo che fa parlare la tua anima, perché è questo il fascino del Castel del Monte».

sabato 27 Agosto 2022

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