Politiche 2022

Bernocco (Ruvo Democratica e Cristiana): «Alleanze elettorali non solo tra partiti»

uomo con occhiali da sole
Salvatore Bernocco
«Importante dar vita ad alleanze coerenti e solide fra tutte le forze progressiste, non conservatrici né populiste. Si devono ascoltare le aggregazioni sociali operanti nel territorio, sottoscrivendo con esse un patto per il bene comune»
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La crisi di governo si è conclusa con lo scioglimento delle Camere: il prossimo 25 settembre, gli italiani sono chiamati a votare per un nuovo Parlamento. Lo scorso 21 luglio, in Gazzetta ufficiale sono stati pubblicati i decreti del Capo dello Stato relativi allo scioglimento di Camera dei Deputati e Senato e alla convocazione dei comizi elettorali.

Salvatore Bernocco, presidente del movimento Ruvo Democratica e Cristiana, in una nota dà voce a proprie riflessioni su questo importante appuntamento.

«È iniziato il percorso che ci porterà al voto per l’elezione dei membri di Camera e Senato della Repubblica – si legge -. La fase elettorale si scinde in diversi stadi: in primo luogo la formazione delle liste, la scelta oculata dei candidati, la redazione di un programma di governo fattibile e concreto, molto chiaro, che elenchi le priorità e i modi di risoluzione delle problematiche economiche e sociali, tra cui la lotta all’inflazione e al carovita.

La politica è un’arte complessa ed esigente, non può essere esercitata da persone che non abbiano il senso e la vocazione politica, una visione ampia e lungimirante, un interesse limpido per l’edificazione del bene comune. Essa è sacrificio e volontà, è coraggio di fare e di osare laddove si vorrebbe che tutto resti immobile e cristallizzato, è superamento delle posizioni conservatrici e populiste, tipiche delle destre europee, le quali solo in apparenza si occupano di questioni concrete ma che non hanno gli strumenti di elaborazione culturale e le capacità politiche di salvaguardare il bene comune. Conservazione e populismo richiedono una risposta che li fronteggi, una risposta che guardi al futuro, una visione progressista che li assorbisca attraverso un’incisiva azione di governo e programmi che guardino alle fasce deboli e indifese della popolazione.

Chi possiede non ha bisogno dell’azione politica; chi non ha ne ha invece la necessità, in quanto non dispone di efficaci strumenti di pressione e di elevazione, di superamento della propria condizione di marginalità. In tal senso, il reddito di cittadinanza si è rivelato uno strumento utile, giacché non sempre l’inoccupazione è addebitabile alla volontà di non lavorare, ma all’assenza di opportunità di lavoro. Chi non trova lavoro non va lasciato a sé stesso, ma va aiutato a vivere un’esistenza onesta e dignitosa. Sovviene la nostra Costituzione, secondo cui l’Italia è un paese fondato sul lavoro, per cui è compito dello Stato creare opportunità di lavoro e rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese (artt. 1 e 3).

Né va dimenticato l’art. 4, che recita: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Il reddito di cittadinanza, certo, ha bisogno di modifiche e ritocchi, ma è stato (ed è) una misura che consente a chi non ha di sopperire alle esigenze della vita, proprio in virtù del fatto che quegli ostacoli non sono stati rimossi e, quindi, lo Stato ne porta tutta intera la responsabilità politica e morale.

Una politica di centrosinistra deve andare nella direzione del riconoscimento della centralità della dignità di ogni persona umana, del valore di ogni persona, ponendo al centro delle sue preoccupazioni e dei suoi programmi l’uomo e le formazioni sociali. La povertà di ampie fasce di popolazione va combattuta e assunta come obiettivo primario e ineludibile. Non si tratta di distribuire soldi a pioggia, ma di entrare nel merito delle ragioni e delle cause che determinano situazioni incresciose di emarginazione e di dolore per rimuoverle. Ciò implica che si crei ricchezza, tutelando il lavoro e il tessuto produttivo del paese, il mondo dell’artigianato, del commercio, delle piccole imprese, spesso familiari.

È necessario puntare sulle nostre ricchezze e attrattive territoriali, sul sistema dei beni culturali e del turismo, senza dimenticare il settore dell’agricoltura, punto di forza e di eccellenza della nostra economia. Il nostro territorio va salvaguardato, come vanno salvaguardati e tutelati i beni culturali. È altresì necessario che un programma di governo punti a rendere efficiente il sistema sanitario e meno opprimente la burocrazia, che costituisce un freno a molte attività.
Si potrebbe scrivere molto altro, e tuttavia mi preme sottolineare, quanto al problema delle alleanze elettorali, l’importanza di dar vita ad alleanze coerenti e solide fra tutte le forze progressiste, non conservatrici né populiste. Il vero campo largo si costruisce nei territori, ascoltando le aggregazioni sociali ivi presenti e operanti, sottoscrivendo con esse un patto per il bene comune. Non bisogna limitarsi ai partiti, la cui crisi di rappresentanza è evidente.

È necessario parlare a chi non vota e non vuole recarsi alle urne per comprenderne le ragioni e assecondarle. È necessario ricostruire un sistema che veda la rappresentanza politica presente nel territorio e raggiungibile. Molte volte, purtroppo, gli eletti spariscono dalla circolazione, alimentando i sentimenti di estraneità e indifferenza di larga parte della popolazione. C’è da lavorare molto e in modo intelligente e non furbesco. C’è bisogno di dare un senso nuovo e alto all’azione politica, il cui valore è stato sminuito molte volte da comportamenti disonesti e riprovevoli nonché da scelte paradossali e opinabili».

sabato 23 Luglio 2022

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francesco amenduni
francesco amenduni
1 anno fa

ma chi è? rupert sciamenna?

Calimero nero
Calimero nero
1 anno fa

Caro Salvatore quando parla del reddito di cittadinanza forse fa finta di non sapere che esso si è trasformato in reddito di mantenimento per nulla facit .Sono mesi che cerco una badante per accudire mia madre e nonostante voglia regolarizzare tale rapporto di lavoro come per legge ad oggi non riesco ancora a trovare nessuno.Tutte vogliono lavorare a nero perché solo così continuano a percepire reddito di cittadinanza e paga in nero.Ora vada in giro e chieda lei la stessa cosa è sicuramente tutti gli diranno di voler lavorare in nero.Poveri non né esistono è tutta gente che preferisce vivere alle spalle di chi onestamente lavora.Questa è e sarà la rovina della nostra nazione altro che poveri.