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Su “Inchiostro di Puglia” Vincenzo e Giuliana Paparella, rampolli di una dinastia di gelatai

La Redazione
Di Ruvo di Puglia, sono gli eredi di un'antica tradizione nella preparazione di gelati. Il ragazzo racconta della sua decisione di cambiare vita, seguendo "gli affari di famiglia" ​
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«Caro Inchiostro di Puglia,

mi chiamo Vincenzo, ti seguo da tanto, ritrovandomi ogni volta nelle storie che racconti…».

Questo è l’incipit della lettera che Vincenzo Paparella, rampollo, come sua sorella Giuliana, di un’antica gelateria artigianale di Ruvo di Puglia ha scritto a “Inchiostro di Puglia”, la pagina Facebook che, tra ironia, nostalgia, speranze è il contenitore del “sentimento” pugliese.

Vincenzo racconta della sua vocazione a proseguire nell’attività di famiglia e della sua decisione di dare la svolta alla propria vita.

«Specialmente in quelle che parlano di ragazzi, che come me, dopo la laurea hanno fatto le valigie e sono andati via.

Oggi però voglio raccontarti la storia mia (e di mia sorella Giuliana). Di come, partendo da una scoperta del tutto casuale, ho deciso di lasciare “il posto fisso” a Roma, per tornare casa mia, a Ruvo di Puglia, per inseguire un sogno: riaprire la gelateria che fu prima di mio nonno e poi di mio padre.

Allora… Era il 2015 quando mentre sistemavo dei vecchi scatoloni in quel che fu lo studio di mio nonno Vincenzo, di cui io “porto il nome”, ritrovai appunti di ricette appartenuti a lui e suo Zio, Luigi Marseglia – che nei primi del 900 fu capo di pasticceria del Caffè Gambrinus a Napoli.

Antiche ricette di gelati, alcune scritte da Zio Luigi, altre direttamente dal nonno. Pezzi sbiaditi di carta e inchiostro su fogli gialli, alcuni talmente delicati che mentre li sfogliavo si spezzavano.

Mio nonno Vincenzo (con suo Zio come Maestro) imparò il mestiere e nel 1967 aprì il suo Bar a Ruvo. Col suo lavoro conquistò molti, tanto che tutt’oggi, nonostante siano passati 36 anni dalla sua prematura scomparsa, vengo ancora fermato da ex clienti che mi parlano di lui.

Quando il nonno è venuto a mancare, io e mia sorella non eravamo neppure nati. Però l’aver ritrovato i suoi appunti ha acceso qualcosa in noi. Qualcosa che ci ha fatto venir voglia di continuare quella storia di Famiglia, di riaprire l’attività che lui aveva fondato.

A quel tempo io e mia sorella avevamo già iniziato altri percorsi, però ci siamo chiesti:

“Chissà cosa potrebbe accadere se replicassimo queste ricette oggi, nel 2015”.

Passò qualche mese, e decidemmo di far il primo passo, il nostro sogno con molta calma prendeva sempre più forma. Non sapevamo nulla (o quasi) del mondo del gelato. L’unica cosa che avevamo erano delle vecchie ricette, tanta buona volontà e Zio Franco come guida. Fine.

Arriva il 2016. Ad Agosto, dopo 18 anni dalla chiusura del Bar, la Gelateria.

Mentre io mi ritrovavo ancora assorbito da un percorso che subito dopo la Laurea mi aveva portato lontano da casa, dietro la scrivania di un’istituto bancario in un grigio palazzone di 8 piani, in pieno quartiere EUR a Roma

Di quel periodo ricordo mia nonna che fiera raccontava “Mio nipote lavora per la Banga a Roma”.

Andava tutto bene. Un contratto a tempo indeterminato. Una nuova vita. Nuove emozioni.

Ma continuavo a pensare a casa, alla mia fidanzata, alla famiglia, agli amici e al sogno della Gelateria. Col corpo ero a Roma ma il cuore e la testa erano rimasti a Ruvo.

E così, per circa due anni, decisi che dovevo scendere tutti i weekend per “dare la mano” a mia sorella. Che in fin dei conti, Roma è vicina. Il venerdì chiuso l’ufficio mi mettevo in macchina e giù verso Napoli e poi la Puglia. Con quante persone ho viaggiato in Bla Bla Car e chissà quanti si ricorderanno di me.

Fino a quando, poi, un giorno ho detto: “Ci la va fa sta vìt, da domani torno a casa!”

E così ho fatto… senza pensarci più.

Nel frattempo la gelateria ha iniziato a girare, conquistando sempre più persone e anche tanti turisti stranieri amanti di esperienze degustative di alto livello nella nostra terra.

Meh. Tutto questo solo per dirti che in questi giorni la Gelateria compie quattro anni dalla riapertura e volevamo festeggiare con te questo traguardo.

Ad alcuni la nostra scelta può esser sembrata un po’ folle, ma se noi siamo così e perché amiamo la nostra terra e perché in fondo Puglia è uno Stato d’animo.

Grazie Inchiostro di Puglia,
Un abbraccio da Vincenzo e Giuliana
».

martedì 18 Agosto 2020

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