Spettacolo

La follia degli onesti e i fili intricati di amore, odio e denaro: De Filippo e Pirandello insegnano

Lucia M. M. Olivieri
​Lo spettacolo "L'abito nuovo" della compagnia "La luna nel letto", diretto magistralmente dal regista Michelangelo Campanale, mette a nudo crudelmente ed efficacemente dei temi sempre attuali
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Continua a non essere facile, a sfidare sceneggiatori e attori, la scelta di portare in scena un testo difficile come “L’abito nuovo”: questi sono i tempi in cui, di Michele Crispucci, ne esistono sempre meno.

Lo scrivano, rigido nella sua morale che non prevede sconti, impazzisce quando l’ipocrisia che circonda la ricca eredità che gli giunge, inaspettata e soprattutto non voluta, lo avvolge nelle sue spire rendendolo matto, appunto, agli occhi degli altri. Uomini chini, proni davanti a qualche stoffa, perfino la figlia “pura” che viene lordata dall’ambizione a qualche bel vestito e una dote.

Il crogiuolo di varia umanità che lo spinge a urlare sul palco, attraverso la voce veracemente napoletana di Marco Manchisi, che «dovete ridere, perché è morto un cornuto», è il crogiuolo di mediocrità primordiale in cui tutti approfittano delle disgrazie del proprio vicino, non appena trapela il profumo dei soldi.

Non a caso, lo stesso Eduardo De Filippo, anche lui voce narrante sul palco, racconta delle difficoltà che trovò a mettere in scena questo testo, scritto insieme a Luigi Pirandello partendo dall’omonima novella dello scrittore siciliano: andato in scena la prima volta al Teatro Manzoni di Milano nel 1937, non fu mai più rappresentato.

È stata la testardaggine artistica della compagnia teatrale ruvese “La luna nel letto” a far ritornare questa piece sui palchi pugliesi, dopo il grande successo ottenuto anche nelle serate al Teatro Curci di Barletta, con la regia visionaria di Michelangelo Campanale e un cast numeroso di attori che si sono già distinti per ottime produzioni (Nunzia Antonino, Salvatore Marci, Vittorio Continelli, Adriana Gallo, Paolo Gubello, Dante Manchisi, Olga Mascolo, Tea Primiterra, Antonella Ruggiero, Luigi Tagliente, oltre al già citato Marco Manchisi).

Il tutto accompagnato efficacemente da arie celebri di Giuseppe Verdi, tra cui, volutamente, “La Traviata”.

Due serate al Teatro Comunale di Ruvo nell’ambito del Festival Castel dei Mondi 2017, dunque, per riflettere su quanto sia facile cadere in tentazione e abbandonare i propri princìpi in favore della ricchezza materiale, e di quanto i veri “onesti” impazziscano davanti a questo meccanismo.

lunedì 4 Settembre 2017

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