Attualità

Giuseppe Di Puppo, un Peter pan sul palcoscenico

Francesca Elicio
​L'11enne attore ruvese interpreta Totò nello spettacolo "Cinema Paradiso"​ della compagnia "La luna del letto"​. «Mentre recito provo una felicità immensa, perché è uno dei modi che ho per esprimermi​»
scrivi un commento 993

Ha soltanto 11 anni ma un talento da vendere, un amore per la recitazione inaudito e la forza tipica di un guerriero. Il piccolo Giuseppe Di Puppo è un giovanissimo attore ruvese che molti sicuramente ricorderanno per aver interpretato il piccolo Totò in “Cinema Paradiso”, lo spettacolo della compagnia teatrale “La luna nel letto” che ha raggiunto diverse città d’Italia sino ad arrivare nella capitale colombiana Bogotà.

Con tanta umiltà, Giuseppe durante il nostro incontro non ha fatto altro che ringraziare costantemente i suoi maestri di teatro, che lo hanno indirizzato e lo seguono in tutto e per tutto, e i suoi genitori che da sempre rappresentano la sua forza. La genuinità e la spontaneità con la quale vive questa esperienza è qualcosa di davvero incredibile e dovrebbe essere d’esempio per tutti. Un bambino che ha già deciso cosa fare della sua vita, che ha dei sogni grandi, come quello di lavorare in America, e che è ben conscio delle difficoltà che affronterà. Ma questo non lo ferma assolutamente, anzi lo gasa ancora di più. E se il destino non sarà dalla sua parte e non gli permetterà di recitare, Giuseppe ha già un asso nella manica: fare il musicista. Sempre con la dolcezza, caparbietà, simpatia e ironia che lo caratterizzano.

Qual è la cosa che più ti piace mentre reciti?

Mentre recito provo una felicità immensa, perché è uno dei modi che ho per esprimermi. Voglio comunicare agli altri i miei sentimenti, che sono appunto felicità, gioia. Non ho mai provato né paura né timidezza.

Hai un segreto per imparare tutte le battute a memoria?

Ho diversi modi per memorizzare. La prima è ricordarsi le battute e ripeterle mentre si legge il copione. L’altro modo è darsi forza con gli altri prima che lo spettacolo inizi. A me ad esempio basta solo una volta leggere per sapere già tutto. Ho una memoria di ferro. Bisogna far finta che nella mente ci sia un grillo che gira veloce e che dice tutte le battute.

Come fate a darvi coraggio?

Solitamente prima di ogni spettacolo siamo soliti usare l’espressione “merda, merda, merda”. C’è una storia legata questa usanza. In teatro molto tempo fa si andava con le carrozze trainate dai cavalli che – si sa – defecano molto. Quindi più erano gli escrementi, più erano le persone che andavano a vedere lo spettacolo. Da qui l’augurio che con il termine “merda” arrivi tanta gente. Io vado al centro, gli attori vengono intorno e grido “Grande Giove!”; dopo saltiamo e diciamo “merda merda merda”.

Tutta questa situazione ti pesa o sei felice di girare il mondo interpretando il piccolo Totò?

A me piace tanto girare il mondo per conoscere varie città. L’unica cosa brutta è che non posso vedere i miei amici, ma è bello “saltare” la scuola. Vorrei stare lontano per sempre, ogni giorno in posti diversi. Il mio sogno però resta sempre l’America.

Dalla tua compagnia teatrale vieni coccolato o sei trattato come un ometto? Ti piace sentirti ancora bambino o ti senti più grande rispetto ai tuoi coetanei?

Io non vengo per niente coccolato dagli altri; si segue molto la disciplina perché se già da ora siamo cullati, da grandi avremo difficoltà. Spero di non crescere mai, vorrei essere tanto Peter Pan. Forse mi sento leggermente più cresciuto rispetto ad altri perché non a tutti capita alla mia età di girare il mondo.

Adesso ci devi rivelare un piccolo segreto: come fai ad essere così estroverso sul palco?

Cerco di darmi sempre forza. Non bisogna mai vergognarsi di parlare; mi dicono sempre di far finta di essere in un cinema, di fronte a noi abbiamo solo un telo. Se non vi ricordate le battute, cercate sempre di rileggerle fino a quando non le imparate.

Che cosa consigli di fare alla gente timida?

Io dico che non si deve vergognare: deve soltanto recitare le proprie battute. Non bisogna mai pensare alla paura o al timore, ma bisogna solo sparare dritto senza fermarsi. Mai scoraggiarsi o pensare al peggio. Io uso sempre cuore e testa: il cuore serve a farmi sopravvivere durante lo spettacolo, la testa serve a farmi ricordare le battute. Non mollate mai di fronte alle prime difficoltà. A volte, lo ammetto, io ho mollato; ma la maggior parte delle volte sono andato avanti. Quando mi sono scoraggiato sono riuscito ad andare avanti solo grazie ai miei genitori. Il fatto che mia madre viaggi insieme a me riesce a darmi tanto coraggio; ma non mi dispiacerebbe viaggiare da solo.

Hai un attore preferito che vorresti imitare? C’è qualcuno da cui vorresti imparare più cose?

Mi piacciono tanto Marco Bocci, Gabriel Garko e Raoul Bova. Le persone da cui voglio ancora imparare tanto sono soprattutto i miei genitori. Da chi dovrei imparare altrimenti?

mercoledì 14 Giugno 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti