Cronaca

#Nastrinirossidocentipugliesi contro la Buona scuola, la protesta congiunta in tutte le regioni del sud

La Redazione
Errori nell'algoritmo ministeriale, cattedre sparite, gli insegnanti chiedono di ampliare il contingente per non depauperare gli studenti
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Centinaia di nastrini rossi di nuovo sotto il porticato della Regione per ribadire l’amore per la Puglia, la scuola e la famiglia e dire “no” al piano dei trasferimenti dei docenti, al momento più di 1700, assegnati in ambiti territoriali del centro e nord Italia.

La calda estate della scuola continua, anche in pieno agosto, in contemporanea con la Basilicata e la Sicilia, per ribadire il dissenso nei confronti delle modalità imposte dalla legge che, attraverso un non chiaro algoritmo del Miur, vede docenti che hanno sempre lavorato nelle proprie province di appartenenza (appartenenti alle graduatorie ad esaurimento), spostati coattivamente perché il rischio di non lavorare permanendo in Gae sarebbe stato troppo alto. La legge infatti ha velatamente costretto questi insegnanti a produrre domanda di assunzione al piano straordinario, pena la disoccupazione dopo tanti anni a rincorrere il ruolo.

«È importante tenere alta l’attenzione su questo problema perché la Puglia è prossima a una vera a e propria emergenza sociale, culturale ed economica. A dover andare via infatti saranno per lo più donne con un’età media di 45 anni, che hanno costruito vita e famiglia nel territorio pugliese e costrette adesso a rimodulare economie ed equilibri familiari di difficile concertazione», dichiarano i referenti del movimento di protesta.

Le donne pugliesi infatti non sono solo docenti, ma dei veri e propri caregiver, forze essenziali per sostenere il tessuto sociale ed economico regionale. E i “nastrini rossi” sono forti delle proprie motivazioni grazie alla mozione la “Buona scuola” la cui approvazione, già avvenuta in Consiglio regionale e portata mercoledì in IX commissione a Roma, è in corso anche nei Consigli comunali del territorio. Il documento, che ha come primo firmatario il presidente della VI Commissione regionale Alfonso Pisicchio, chiede il rientro dei docenti neoassunti con il piano straordinario attraverso la riapertura degli organici dell’autonomia, oggi contingente del tutto insufficiente per il normale svolgimento delle attività ordinarie delle scuole.

I docenti del gruppo pugliese inoltre hanno anche ottenuto con settimane di anticipo dall'Usr il contingente numerico delle assegnazioni provvisorie, i posti dell’organico di fatto, ma continuano ad essere compatti e consapevoli che la battaglia si può vincere solo con la coalizione di tutte le forze politiche, sindacali e istituzionali.

I “Nastrini rossi”, nell’incontro tenutosi prima in Regione con L’assessore Sebastiano Leo e il presidente della VI Commissione Alfonso Pisicchio e dopo all’Usr, hanno ribadito l’importanza di riaprire gli organici dell’autonomia come già esplicitato nella mozione, quale unico elemento risolutivo che contrasterebbe i mali della scuola pugliese risolvibili con l’autorizzazione di un organico di fatto 2016/17 che dia seguito a tutte le richieste di sdoppiamento di classi avanzate da numerose scuole della regione, come elemento che agevoli la didattica, deroga al vincolo triennale per permettere ai docenti oggi assegnati di cattedre fuori regione di rientrare e giocarsi la possibilità di occupare i posti dei pensionamenti previsti nel prossimo triennio. Inoltre, forti del caos determinato dalla fumosità dell’algoritmo, sarebbe opportuno che tutti i docenti rientrassero nel primo ambito di appartenenza e qualora non ve ne fosse disponibilità siano permessi i trasferimenti in tutta la provincia o a disposizione per la dotazione organica provinciale Dop.

«La protesta dei nastrini rossi continua fino a quando tutti i docenti pugliesi non avranno ottenuto giustizia», promettono.

mercoledì 10 Agosto 2016

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