Cultura

Un libro guida sul Parco dell’Alta Murgia

La Redazione
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Il Centro studi torre di Nebbia in collaborazione con la Comunità montana ha realizzato un libro guida di duecentocinquanta pagina che racconta tutte le facce della Murgia.

Il libro, intitolato "Parco nazionale dell’Alta Murgia, natura e storia del primo parco rurale d’Italia" è accompagnato inoltre da due cartine tecniche, un libro sulla cultura agropastorale, un dvd con un documentario di 24 minuti e un centinaio di cartoline per raccontare il parco nazionale, nato da poco più di un anno.

Piero Castoro, presidente del Centro studi Torre di Nebbia e tra i curatori della guida, afferma: "Abbiamo cercato di sintetizzare le origini di questa terra e le polemiche che oggi si avviluppano attorno".

Nel libro si passa attraverso tutta la storia della Murgia. Si va dall’uomo di Altamura alle anfore neolitiche e a quelle romane per arrivare ai peuceti, al Monte Sannace, lo Jatta di Ruvo e il Botromagno. C’è la Murgia medievale e l’arrivo dei bizantini; l’arrivo poi di Federico II e il suo Castel del Monte.

Continua Castoro: "I muretti a secco, i tratturi,le vie dei pascoli, la transumanza lungo la steppa pugliese rappresentano il marchio di questa zona".

Una terra di contadini che non volevano diventare borghesi. "Il 9 gennaio 1894 gli agricoltori insorgono a Ruvo, dove viene abbattuto il telegrafo". Da non dimenticare inoltre, la figura di Canio Mustacchio, intellettuale nato a Ruvo nel 1866 e che fu per tutta la vita difensore delle classi più deboli. Un grande uomo, troppo spesso ignorato dalla storiografia del movimento operaio e contadino e dalla memoria colletiva del popolo della Murgia.

Le ultime 60 pagine raccontano le disgrazie subite dal Parco e l’ultima offesa che ci viene in mente è quella dello spietramento che ha portato all’arresto di 30 individui."Abbiamo il parco, il riconoscimento della natura e della storia. Ma stiamo facendo di tutto per distruggerlo.  A Ruvo, in due secoli i boschi si sono ridotti da 11mila ettari a 1.200."

Conclude Castoro: "Il parco dev’essere la metafora di una costruzione collettiva, la speranza che ci possa essere un turismo. Ecosostenibile".

venerdì 27 Gennaio 2006

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