Cultura

L’amore conta

Nico Andriani
Presentato il nuovo libro di Lorenzo Licalzi "Che cosa ti aspetti da me?"
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Il giorno 26/11 nella libreria Agorà è stato presentato da Francesca Pisani il libro dello scrittore genovese Lorenzo Licalzi “Che cosa ti aspetti da me?”, edito da Rizzoli.

Alla presenza dell’autore stesso il pubblico presente ha imparato a conoscere e a ripercorrere la figura di Tommaso Perez, fisico nucleare dal passato ricco di soddisfazioni lavorative ma anche di sofferenza, e ora costretto su una sedia a rotelle a causa della malattia, e considerato adesso solo uno scemo.

Un uomo arrabbiato, col mondo e con Dio. Con gli anni ha perso la moglie, gli amici e un figlio ancora in tenera età, cosa che l’ha privato delle sue emozioni, anche a seguito di un ictus che l’ha colpito e gli ha paralizzato metà corpo, ma la cosa che più di tutte lo irrita è non essere riconosciuto come persona.
Un libro dove si parla senza paura di commozione. Un libro che tratta della dignità umana senza mai nominarla.

Tante le chiavi di lettura rintracciate in questo bellissimo romanzo.
L’autore voleva raccontare una storia d’amore estrema, rintracciandola nell’amore tra due anziani di 85 e 75 anni, raccontando il grande tabù del buco nero della vecchiaia cercando di adoperare uno stile diretto, intervallando riflessioni dure a situazioni allegre ed esilaranti quali la corsa per trovare il posto di fronte alla finestra, andare in bagno o per andare a letto per primi.

È nel libro che si ritrova la formula per sopravvivere alla vecchiaia, ed è quella del privilegio dell’irriverenza, quando un uomo su una sedia a rotelle è libero di addormentarsi mentre uno parla.
Ma è anche quella di liberarsi dalle aspettative, da cui il titolo del libro.

La figura di Elena è la chiave del romanzo: una 75enne che aiuta Tommaso Perez a ricominciare a vivere, che si presenta come la figura di una nuova Beatrice, che veicola un aspetto salvifico dell’amore, verso un uomo costretto sulla sedia a rotelle dopo essere arrivato ad un passo dall’aver sconvolto la Fisica (con la sua equipe crea la Materia come Dio il giorno stesso in cui nacque il figlio), da cui si aspetta solamente ciò che una persona riesce a dare.

Le donne sembrano essere le vere protagoniste del romanzo, “così fragili e così forti”, “puoi passarci una vita intera insieme ma un giorno ti soprenderà”, ed Elena è diversa dalle altre donne, per la quale Perez non sa definire cosa prova eppure ripete sempre di stare bene solo con lei.

Altro protagonista è Dio e la concezione che si ha di lui, un’entità che se esiste deve stare a guardare.
Perez è arrabbiato con Dio ma ancora di più è arrabbiato con chi ci ha insegnato che ogni tanto questa divinità intervenga, ma altre volte no, creando quasi una sadica roulette russa per la quale al capezzale del figlio lui gli chiede un miracolo che non arriva.
Allora Licalzi cita Camus: “e mi rifiuterò fino alla morte di amare questa Creazione dove i bambini sono torturati”.

In questa cornice di totale sfiducia nella vita, nei piccoli gesti compiuti da Elena arriva il momento catartico, dove Perez riconosce l’amore perso negli anni, al punto tale che il lettore stesso si trova di fronte ad un nuovo protagonista, dal vecchio descritto in maniera brutale nella prima parte ad un uomo di nuovo bello sia fisicamente che spiritualmente nella seconda, imparando anche a vedere una persona oltre l’apparenza.

A fine presentazione è l’autore a donarci la sua chiave di lettura del romanzo: Tommaso Perez passa tutta una vita a cercare di risolvere un’equazione, che è quella di dimostrare che la luce riesca ad andare ad una velocità più alta di quella della luce, e alla fine riesce a risolverne una molto più grande, che è quella della vita: la Vita si risolve con l’Amore.

Con questo splendido romanzo Lorenzo Licalzi ha presentato il tabù dell’amore e della sessualità tra gli anziani, in una tacita accusa anche al sistema di valori odierni, che vengono esclusivamente veicolati dalla tv, come quello dell’amore che cresce in salotti e studi televisivi con copioni studiati a tavolino:
L’amore non è un sentimento a consumo, non si esaurisce mai, ne abbiamo riserve infinite, la vera difficoltà sta nello scoprirle, nell’oltrepassare il confine profondo tracciato dall’individualismo, dall’indifferenza, dall’egoismo, dal narcisismo, dalla paura, dall’attaccamento alle cose, dall’orgoglio, dall’odio, dalla vita stessa.” 

Licalzi ha già pubblicato Io No (2001), dal quale è stato tratto l’omonimo film diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, Non so (2003) e Il privilegio di essere un guru (2004); per questo romanzo la sua esperienza di vita come psicologo e fondatore di una casa di riposo per anziani gli ha fornito tanti spunti comici che alleggeriscono la narrazione ma anche di riflessione su una realtà che viene spesso trascurata e non viene apprezzata, spesso derisa dalla maggior parte delle nuove generazioni, che non vedono più in loro la figura della saggezza, lasciando tanti anziani alla loro commiserazione, che è una malattia molto più devastante di quella fisica.

È bello notare come invece proprio i ragazzi in questi scorci di presentazione del libro, soprattutto nelle scuole, a scoprire e a vivere insieme ai protagonisti le peripezie dei protagonisti e le emozioni dell’Amore che non ha limiti e va oltre l’età, le sofferenze e la vita stessa.

I prossimi incontri con gli scrittori organizzati dall’Agorà avranno luogo nei prossimi giorni presso il Liceo Scientifico Tedone, con la presentazione del toccante libro “Le farfalle non muoiono in cielo” della giornalista di guerra freelance Barbara Schiavulli il 29 novembre alle ore 11,00 e l’incontro con lo scrittore Federico Moccia, autore del best-seller adolescenziale “3metri sopra il cielo” il giorno 30novembre alle ore 16,30.

lunedì 28 Novembre 2005

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