La rubrica

Il trionfo architettonico della corte di Masseria Femmina Morta

Felice Miscioscia per Murgia a Pedali
La corte di Masseria Femmina Morta
Una contrada dal nome particolare, anche un po’ inquietante, le cui origini toponomastiche si perdono magari in un lontano fatto di sangue, in un assassinio di una giovane fanciulla, chissà
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Una contrada dal nome particolare, anche un po’ inquietante. Un lembo di territorio andriese le cui origini toponomastiche si perdono magari in un lontano fatto di sangue, in un assassinio di una giovane fanciulla, chissà. Sarebbe bello avere notizie storiche da cui attingere e saperne di più. Qui però non c’è niente di macabro o sanguinolento, anzi. Nel nostro racconto odierno c’è solo meraviglia architettonica e identitaria, quella di Masseria Femmina Morta.

Femmina Morta da capo, per la precisione, per distinguerla dall’altra Masseria Femmina Morta da piedi, poco distante.

Una tenuta che costituisce uno splendido esempio di tradizionale masseria da campo, ben conservata e delicatamente coricata su una radura da cui si scambia languidi sguardi con Castel del Monte. L’epigrafe lapidea sul portale ci suggerisce il 1874 come anno di fondazione, anche se probabilmente era già presente una più antica struttura di dimensioni minori che fungeva da posta per la transumanza, data la vicinanza al Regio Tratturello Canosa-Ruvo.

Essa rappresentava il fulcro di un latifondo di circa 200 ettari di proprietà della famiglia Perfetti di Udine, prima di passare, negli anni ’30 del novecento, nelle mani della famiglia coratina che tuttora la detiene.

Le stalle per gli animali da lavoro, il gallinaio, le cantine, gli elementi di fortificazione (si notino le feritoie attorno al portale d’accesso, con le pose per i fucili), le norie dei pozzi, tutti dettagli e particolari che arricchiscono il pregio della struttura in un crescendo che porta al trionfo architettonico della splendida corte interna!

Superando le ante del grande portale d’accesso, si spalanca davanti a noi un mondo di rassicurante tranquillità rurale, una piacevole sensazione che ci fa scoprire uno spazio di focale importanza nella vita agreste tradizionale, un tempo brulicante di contadini e di animali al servizio della conduzione agricola, oggi cortile di ritrovo privilegiato per le famiglie che vi si riuniscono.

Noi non possiamo far altro che ammirare questo affresco di serenità bucolica, magari immaginando la placida quiete di una serata estiva nella corte, sotto un tetto di stelle. Ma soprattutto è doveroso ringraziare in maniera particolare i proprietari, per la cura nel tenere in vita questa sublime traccia architettonica, allontanando gli spettri della fatiscenza che purtroppo caratterizzano molte masserie murgiane. Un contributo non da poco alla cultura e alla storia dei luoghi.

domenica 14 Aprile 2024

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