La mostra immersiva nel Museo Diocesano
La mostra

Al centro dei riti della Settimana Santa: la mostra immersiva nel Museo Diocesano

Un momento di grande suggestione promosso dalle Arciconfraternite di Santo Stefano e della Morte di Molfetta
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La mostra immersiva nel Museo Diocesano
La mostra immersiva nel Museo Diocesano

Opere di grande pregio artistico, custodite con diligenza e cura nei secoli, rievocano attraverso azioni collettive e riti la narrazione della Passione e Morte di Cristo. Appartengono a tutti, nel sentimento comune ed identitario che li lega alla tradizione e trovano il culmine nelle processioni quaresimali.

Nate dalle Sacre Rappresentazioni in carne e ossa, che ripercorrevano la storia di Gesù Cristo con funzione di catechesi per i fedeli, spesso analfabeti, che grazie al racconto per immagini potevano partecipare al Mistero divino. Esigenze di culto e di regolamentazione portarono poi alla sostituzione degli attori con statue in legno e successivamente anche in altri materiali. Proprio a questo passaggio si deve la nascita delle attuali statue processionali.

Per esaltare questa evoluzione e promuovere la tradizione identitaria, è stata realizzata Passio Domini nostri Jesu Christi, un’esperienza immersiva nel senso più profondo della Settimana Santa, letta attraverso le opere ed i riti della città di Molfetta, promossa dall’Arciconfraternita di Santo Stefano dal Sacco Rosso e dall’Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero di Molfetta.

Le antiche statue lignee dei cinque misteri, unitamente alle opere modellate in cartapesta dallo scultore molfettese Giulio Cozzoli, si alternano alle immagini dei riti per raccontare la Passione di nostro Signore, seguendo il racconto fatto nel Vangelo di Giovanni.

«Si tratta di un’esperienza che riporta lo spettatore alle origini delle opere e dei riti processionali, ragione per cui le immagini e le azioni collettive sono state pensate e reiterate nel tempo sino ai nostri giorni, – affermano i priori dei due sodalizi, Girolamo Caputi e Michele Marcello Magarelli – presentata con il linguaggio contemporaneo delle proiezioni, delle elaborazioni grafiche digitali sulle note di sapienti musicisti del passato».

Si rinnova quindi la collaborazione tra le Arciconfraternite promotrici dei riti processionali molfettesi, attraverso l’intesa delle nuove amministrazioni, con il patrocinio di Fondazione Museo Diocesano e Diocesi, in collaborazione con la ati “Arte in Arte”, costituita da DOT Studio srl, Digressione Music, Fatti d’Arte e FeArT società cooperativa.

Dal 16 al 30 marzo, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 21 (con chiusura solo il lunedì) l’accesso sarà gratuito, grazie al sostegno di alcune imprese del territorio che hanno finanziato l’iniziativa.

Dinanzi agli occhi di chi osserva, le immagini riacquistano un senso antico.

giovedì 14 Marzo 2024

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Annalisa
Annalisa
1 mese fa

La Chiesa dovrebbe preoccuparsi di tutelare questi riti della fede senza ridurli a folklore del passato. Non mi pare che ci tenga tanto se ricordiamo che furono sospesi durante il periodo del Covid mentre erano permesse manifestazioni all’aperto di ogni tipo.

amenduni francesco
amenduni francesco
1 mese fa
Rispondi a  Annalisa

a dire il vero … non mi ricordo altre manifestazioni che fossero permesse in quel periodo. e credo comunque che a ruvo ci sia ancora, non spenta dalla modernità ma solo affievolita, una devozione esagerata, affettata, limitata però alla esibizione alla ostentazione in alcuni riti, specie in quelli della settimana santa, non sorretta da sincero sentimento. di contro nel passato si percepisce una maggiore partecipazione a livello intimo, maggiore pathos, la considerazione del rito come una parte essenziale, irrinunciabile del vivere. è inutile negarlo, i nostri nonni ci credevano più di noi e di conseguenza traducevano insegnamenti, vicende evangeliche nel vivere comune con maggiore intensità e convinzione.

Annalisa
Annalisa
1 mese fa

Mi pare che ci sia una lenta trasformazione favorita dalle autorità ecclesiastiche un po’ alla chetichella: i riti di fede della Settimana Santa diventano momenti “artistici”. In molte parrocchie il Venerdì Santo invece di adorare la Croce ormai si fanno soprattutto concerti di musica sacra.

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