Il dialetto e la nostra storia

Angelo Tedone: «”Kumǝ lǝ discǝnǝ?” A ogni famiglia di Ruvo il giusto soprannome»

Ruvo dall'alto
Tedone: «L’ identità socio-culturale di una comunità la si può ritrovare anche nei soprannomi, una vera e propria "carta di identità" della storia di famiglie ruvesi, intrisa di ideologie, rapporti sociali, pregiudizi e credenze»
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“Kumǝ lǝ discǝnǝ? Ad ognè strǝppignǝ (famiglia) dǝ Rìuvǝ u sapanàumǝ siuǝ” (Come vengono chiamati? A ogni famiglia di Ruvo il proprio soprannome) è il titolo del saggio di Angelo Tedone, cultore di storia e di lingua locali nonché direttore responsabile de il rubastino, il periodico edito dalla Pro Loco di Ruvo di Puglia.

«L’ identità socio-culturale di una comunità – spiega Tedone – la si può ritrovare anche nei soprannomi, una vera e propria “carta di identità” della storia di famiglie ruvesi, intrisa di ideologie, rapporti sociali, pregiudizi e credenze. Appunto la popolazione ruvese (fino agli anni ’50 con circa 20.000 abitanti) era identificata con oltre 500 soprannomi che richiamavano attività svolta, difetti fisici, provenienza etc».

«Il soprannome o agnome – scrive Angelo Tedone nel saggio – è un termine originale o spontaneo coniato dal popolo per individuare immediatamente una persona e con essa tutto il nucleo familiare. A suggerire un soprannome hanno contribuito parecchi fattori come l’aspetto fisico, il carattere della persona, la professione esercitata, il luogo d’origine o provenienza o alcune azioni spesso ripetute dall’interessato.

In un comune come Ruvo di Puglia che, negli ultimi decenni, si è attestato su una popolazione di 23.000 abitanti, 500 agnomi raccolti in masserie, botteghe artigiane, vie del centro storico, sono pur pochi ma sufficienti per evidenziare il tipo di rapporto che intercorreva tra la gente, certamente più umano ed amichevole al punto di immedesimarsi l’uno nell’altro.

Per la curiosità dei lettori vengono citati alcuni soprannomi derivanti dai vari fattori:

aspetto fisico: la fascìddǝ (persona vivacissima), u pǝdǝkicchiǝ (il piccolino), ramastìddǝ (uomo rozzo), luòmǝrǝ (nero come una mora), fǝmmǝnuòddǝ (pettegola), barbònǝ (dalla barba folta), la kuǝniègghiǝ (donna prolifica), berǝfattǝ, franƺìllǝ

professione: u skarparìddǝ, u marmùròlǝ, u stagnarìddǝ, u sartorǝ (esattore), ziarièllǝ (titolare di merceria), sciaraballìstǝ (cocchiere), zanghièttǝ (di piccola statura), ramòrǝ (riparatore di tegami di rame), mǝdǝkicchiǝ (medico non ancora noto), kaskavaddǝ a na lirǝ (pizzicagnolo), mammòrǝ (levatrice), rutèrǝ (addetta alla ruota degli esposti), falìnuǝ (raccoglitore di legna), ciambǝlunghǝ (dalle mani lunghe), kǝluòmǝrǝ (noto ladruncolo)

provenienza: u vǝscǝgghiaisǝ, u kuaratèinǝ, kuaratǝnìcchiǝ, u grekǝ,  la romònǝ

difetto: kazzalàutǝ (pestafango), cennìddǝ (da bernoccolo), kogliònǝ (buono a nulla), ossìcinǝ (magrissimo), nòsǝ larghǝ (naso dilatato), skuǝcciuddǝ (noioso), vastòsǝ (cafone, rozzo), pappagghiàunǝ (chiacchierone) pezzanghìulǝ (con una  toppa al sedere), u zǝzzìusǝ (sporco), vokkalarghǝ, ucchiǝ nìruǝ, kakasakkǝ (pauroso), cǝkatiddǝ, chiangǝmǝsièriǝ

Altre attività lavorative che hanno originato i soprannomi (attive fino agli anni 50)

Aggiustakapìddǝ, annarìulǝ, arghǝnorǝ, ammuafurcìuǝ, bannìstǝ (banditore),kambanalìstǝ, kappǝddòrǝ, kazzavriccǝ, konƺasìggǝ (aggiustasedie), funòrǝ, makkarǝnòrǝ (venditori di pasta), nagghìrǝ (addetto a lavorazione dell’olio), sǝddòrǝ (creatore di finimenti per cavalli), spǝciòrǝ (farmacista), tiradìndǝ (attività esercitata abusivamente dai barbieri), vastòsǝ (uomini forzuti dediti a vari lavori di carico e scarico), vǝgnarìulǝ (competente nelle coltivazione della vigna)».

 

 

lunedì 4 Marzo 2024

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Domenico Di Vittorio
Domenico Di Vittorio
1 mese fa

Oggi si chiama google. I veri antesignano dei social erano loro.