Il laghetto di Taverna Nuova
La rubrica

Fonti preziose in una terra assetata: i laghetti carsici di Taverna Nuova e San Giuseppe

Felice Miscioscia per Murgia a pedali
Luoghi dall’aspetto fiabesco, imperiture testimonianze di splendide varianti paesaggistiche che spezzano l'apparente e desolante monotonia della pietraia murgiana, inestimabili oasi di biodiversità per tante specie animali e vegetali
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La Murgia è da sempre terra brulla, assetata. L’acqua piovana non fa in tempo a cadere che, dalle porose cavità carsiche, sprofonda nel sottosuolo, andando a finire lontano, trasportata chissà dove. Quel che rimane è roccia affiorante, nuda, aridamente in mostra, a perdita d’occhio.

Eppure, nel bel mezzo di una pedalata, capita anche a noi, come un moderno Narciso, di innamorarci della nostra immagine a due ruote magicamente riflessa in uno specchio d’acqua… lungi dall’autocelebrazione, è solo spettacolo della natura, in cui l’acqua si fonde col cielo.

Sono gli stagni temporanei dell’Alta Murgia, generosamente definiti “laghetti”, che fanno capolino laddove le acque meteoriche vanno a colmare le depressioni carsiche. Alcuni sono diventati permanenti, grazie anche alla sapiente opera dei pastori che, ai tempi, solevano contrastare la permeabilità degli avvallamenti cospargendoli di pietre e recintandoli con muretti a secco, dando così vita a generose ed abbondanti pozze d’acqua utilizzate per dissetare le loro greggi al pascolo.

Ecco che ritorna l’ancestrale collaborazione tra uomo e natura, tratto peculiare della nostra Murgia; l’ingegno di chi ha vissuto nei secoli questo territorio, attestato da tante altre opere atte a compensare le carenze idriche. Decisamente minore, ad essere buoni, è invece l’ingegno di chi ha volutamente macinato il fondo di alcuni dei diciannove laghetti censiti sull’altopiano murgiano, per opere di aratura e bonifica.

Ma è bene non pensarci ora. Concentriamoci invece sulle fonti preziose e rare da cui attingere ed ispirarsi, come il placido laghetto di Taverna Nuova, locus amoenus dall’aspetto multiforme e dai colori mutevoli con le stagioni, immerso in un silenzio protetto dai suoi tre rigogliosi “guardiani” e di tanto in tanto interrotto dalle belanti greggi o dai raggi ossequiosi di curiosi pedalatori, che ne fanno meta prediletta dei loro giri, laddove l’antico Tratturello Corato – Fontanadogna ha ormai lasciato alle spalle la piana di San Magno e si inerpica verso il cuore dell’Alta Murgia, in direzione Poggiorsini.

O il grazioso laghetto di San Giuseppe, che cerca timidamente di non farsi notare, celandosi tra la vegetazione, dove il declivio murgiano degrada dolcemente verso il bacino di Guarlamanna.

Luoghi dall’aspetto fiabesco, imperiture testimonianze di splendide varianti paesaggistiche che spezzano l’apparente e desolante monotonia della pietraia murgiana, inestimabili oasi di biodiversità per tante specie animali e vegetali, luccicanti gioielli nelle radure steppiche.

domenica 3 Marzo 2024

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