Politiche sociali

Centro di giustizia riparativa, a Linea Comune la presentazione pubblica

La giustizia riparativa come il kintsugi, arte di riparare con l'oro gli oggetti in ceramica rotti © Unsplash
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Sarà situato nella sede dei Servizi sociali, in via Solferino 1. Sarà presentato nel corso dell'incontro "Manifesto per una cultura della riparazione nelle nostre comunità: 14 passi per una rivoluzione gentile"
venerdì, 01 marzo 2024
Ruvo di Puglia
Via Romanello da Forlì, 12mostra mappa

venerdì, 01 marzo 2024

Centro di giustizia riparativa, a Linea Comune la presentazione pubblica

Sarà dedicato alla giustizia riparativa il prossimo appuntamento di “La dote e la rete”, il ciclo di seminari di approfondimento sui temi delle politiche sociali, promosso dall’Assessorato al benessere e giustizia sociale.

L’incontro si terrà venerdì 1° marzo, alle 18.30, nella sala conferenze di Linea Comune, in via Romanello 12 e avrà per titolo “Manifesto per una cultura della riparazione nelle nostre comunità: 14 passi per una rivoluzione gentile”.

Nel corso dell’incontro saranno presentate le attività del nuovo “Centro di giustizia riparativa” di Ruvo di Puglia, con sede in via Solferino 1, negli uffici dei Servizi Sociali del Comune e gestito, a seguito di convenzione con il Comune, dalla Cooperativa Crisi. Il seminario sarà anche utile a presentare alcune esperienze riparative sperimentate da istituti scolastici e di formazione e dal mondo del terzo settore.

Intervengono Ilaria de Vanna, vicepresidente Crisi- esperta di giustizia riparativa; Icilio Martire, mediatore esperto di giustizia riparativa; Maddalena Di Maglie, dirigente Liceo De Sanctis-Galilei di Manduria Scuola Riparativa; Angela Summo, direttrice Ciofs/FP Sede di Ruvo di Puglia; il sindaco Pasquale Chieco; Nico Curci, assessore al benessere e giustizia sociale del Comune di Ruvo di Puglia.

“A cosa serve la giustizia riparativa per una persona che ha commesso un reato?”; “Quali effetti e cambiamenti può portare un simile incontro?”; “Ogni reato è vicenda solo personale, o anche comunitaria e sociale?”

I Centri di Giustizia Riparativa, previsti dalla “legge Cartabia”, permettono alle persone coinvolte in procedimenti giudiziari, sia autori di reato, che vittime, di partecipare attivamente alla risoluzione, per quanto possibile, delle sue conseguenze. Si tratta di un percorso volontario, basato sull’ascolto, sul racconto, sul dialogo e guidato da mediatori esperti, che permette di acquisire la consapevolezza del danno realizzato e dei suoi effetti.

«La giustizia riparativa – ha detto l’assessore alla Giustizia Sociale Nico Curci – rappresenta un nuovo spazio di politiche pubbliche che mette in relazione i servizi dell’area giudiziaria con le politiche sociali ed educative, e richiede un intervento laborioso di tessitura di reti sul territorio, con un forte coinvolgimento delle istituzioni (servizi giudiziari, forze dell’ordine, servizi sociali e sanitari, scuola), dei soggetti del terzo settore e del volontariato. Solo attraverso la diffusione e la consapevolezza dei servizi erogati e delle funzioni svolte dai centri di giustizia riparativa sarà possibile a tutti di beneficiare delle prestazioni. Come dice la vicepresidente della cooperativa Crisi, Ilaria De Vanna, la giustizia riparativa vuole essere portavoce e strumento di una nuova storia. Una nuova storia fatta di persone, e non più di ruoli ed etichette, di luoghi, non più di confini o isole. Un’opportunità di rinnovamento per cogliere la quale serve l’impegno di tutti».

Sarà possibile partecipare al seminario nella modalità di videoconferenza collegandosi al seguente indirizzo: https://meet.jit.si/giustiziariparativaruvo.

mercoledì 28 Febbraio 2024

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amenduni francesco
amenduni francesco
2 mesi fa

guarda, sono proprio curioso di quanti rei si presteranno a riparare alle loro malefatte e soprattutto sono proprio curioso di vedere che cosa ripareranno. certo non la fiducia nella giustizia di chi ha subito il reato.
grazie alla Sig.ra Cartabia, per aver introdotto questo concetto, in un paese in cui in pratica tutti o quasi tutti i reati più diffusi e fastidiosi per la cittadinanza rimangono di fatto non denunciati, imperseguiti e impuniti, ce n’era proprio bisogno