12^ Giornata nazionale dei dialetti

Angelo Tedone: «Il dialetto rubastino una vera e propria lingua»

Panorama di Ruvo di Puglia
Panorama di Ruvo di Puglia © Pro Loco Ruvo di Puglia
«La parlata rubastina si presenta molto ricca di dittonghi facilmente riscontrabili nelle parlate dei centri limitrofi mentre la differenza di pronuncia è determinata dal vocalismo»
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Nella 12esima Giornata nazionale dei dialetti, pubblichiamo un breve saggio di Angelo Tedone, cultore di storia e lingua locali, su alcune espressioni in dialetto ruvese, un tempo usuali nella quotidianità.

«In ricorrenza della 12^ giornata nazionale dei dialetti e delle lingue locali indetta il 17 gennaio dall’Unpli – scrive Tedone -, dopo aver descritto nei precedenti anni la storia dei dialetti pugliesi legata all’area Bari- Foggia, viene presentata ai lettori di Ruvolive una serie di frasi scritte in doppia veste: con accenti scientifici (diacritici) che offrono la possibilità di essere compresi in diverse regioni e con una scrittura più leggibile.

Il dialetto rubastino è da considerarsi, quindi, una vera e propria lingua con un suo  vocalismo e consonantismo, che non si discosta dalle parlate dell’area appartenente,  avvalendosi di una trascrizione fonetica adottata e pubblicata in “Italia dialettale”. La parlata rubastina si presenta molto ricca di dittonghi facilmente riscontrabili nelle parlate dei centri limitrofi mentre la differenza di pronuncia è determinata dal vocalismo.

Se esaminiamo come esempio il verbo Ad Pacare (it. calmare), notiamo che a distanza di pochi chilometri varia la pronuncia: a Ruvo e Bisceglie esita in abbàkǫ, a Terlizzi in abbàkǝ, a Bitonto in abbòkòiǝ, a Molfetta in abbàkà».

Frasi in dialetto ruvese (a cura di Angelo Tedone)

Le frasi sono presentate in una versione scientifica (con accenti diacritici), versione banale, e con la traduzione in italiano

Note:  ǝ (e muta) š (sc), č (ch), ň (gn), ų semivocale, k   (c dura)

e šìųtǝ na šaškǝ ìnd-a l-ùččǝ

e scìutǝ na sciàsckǝ ind-a l-ucchiǝ (è andata una scheggia nell’occhio)

ağğa i/èňňǝ ku nu  kùomǝtǝ la fèzza d-ùğğǝ da ìnd-au ƺèilǝ

agghia i/ègnǝ ku nu kùomǝtǝ la fèzza d-ugghiǝ da ind-au ƺèilǝ (devo riempire con un recipiente la feccia d’olio dal càntero di zinco)

pǝ frǝttìųnǝ  àğğ-aččòtǝ la kròpǝ

pǝ frǝttìunǝ àggh-acchiòtǝ la kròpǝ (per fortuna ho trovato la capra)

abbàššǝ a mǝlfièttǝ ònn- arrǝvòtǝ nòvǝ nòvǝ nòvǝ

abbàscǝ a mǝlfièttǝ onn-arrǝvòtǝ nòvǝ nòvǝ nòvǝ (a Molfetta sono arrivate nove navi nuove)

affrǝttəkųàmǝnǝ pǝ pǝtièrrǝ vǝdàiǝ, šòmǝ ku la trainièllǝ

affrǝttǝkuàmǝnǝ pǝ pǝtièrrǝ vǝdàiǝ, sciòmǝ ku la trainièllǝ (affrettiamoci per poterle vedere, andiamo con il traino)

tìuǝ tirǝ la martǝllèinǝ kuànnǝ e kapabbàššǝ

tìuǝ tirǝ la martǝllèinǝ kuànnǝ e kapabbàscǝ (tu azioni la martellina in discesa)

nǝ vǝdèimǝ mo cǝ skàpųǝ

nǝ vǝdèimǝ mo cǝ skàpuǝ (ci vediamo a fine lavoro)

so ndrappǝkuòtǝ a la šàisǝ dǝ la rǝňňàųsǝ

so ndrappǝkuòtǝ a la sciàsǝ dǝ la rǝgnàusǝ (ho inciampato in via Rogliosa altrimenti detta il canalone)

so pǝğğòtǝ u sìččǝ ku la làųpǝ

so pǝgghiòtǝ u sìcchiǝ ku la làupǝ (ho recuperato il secchio con il raffio).

 

mercoledì 17 Gennaio 2024

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