Grande commozione per Massimiliano Di Gioia, autore del libro biografico “Menta, Marmo e Mito” (Secop), dedicato alla statua di Talos morente da lui scolpita, nel ricevere il Premio Speciale “Arte e Talento”, nell’ambito della 12esima edizione, intitolata a “Nicola Saponaro” del Premio letterario nazionale Porta d’Oriente, svoltosi lo scorso 17 novembre, nella Sale delle Muse del Circolo Unione, a Bari.
“Menta, Marmo e Mito – si legge nella motivazione – è un libro particolarissimo che si nutre immediatamente, già dal titolo, di una figura retorica ricorrente in chi vuole dare ritmo e forza e incisività al contenuto di un verso o di una frase: l’allitterazione che, in questo caso, ingloba anche Max, il nome dell’Autore, egli stesso un tutt’uno con la sua opera. Il suo scalpello e martello, la sua audacia cadenzata e incrollabile, il suo talento puro, che ha sorpreso e coinvolto anche Erri De Luca, Enrica Simonetti, Alberto D’Atanasio, Cosimo Damiano Damato e la stessa curatrice Mariella Medea Sivo, hanno inciso il suo nome a caratteri cubitali sulle pietre antiche del suo antico paese: Ruvo di Puglia. Max Di Gioia trae dalle sue origini il senso antico della storia di Talos per riportarla intatta ai nostri giorni nel luogo incontaminato delle proprie radici: metafora e simbolo del perdersi in confini illimitati della Storia dell’umanità per ritrovarsi nella propria terra dove ogni colpo di martello e scalpello è sangue che zampilla e si fa preghiera del proprio tempo e del proprio spazio vitale. Non a caso, la sua storia comincia dalle “pietre” presenti fino ai nostri giorni nelle parole, intrise di lavoro e di saggezza, del nonno, cui è dedicata l’intera Opera, frutto di intelligenza, forza, coraggio, perseveranza, genialità».
La giuria, presieduta da Vittorio Sgarbi, intervenuto via streaming, era composta da esponenti della cultura tra cui Vera Slepoj e il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini. Durante la premiazione, è stato proiettato il docufilm dedicato alla nascita di Talos dal maestoso blocco in marmo di Carrara.
Il premio è stato dedicato da Max ai 112 sostenitori del progetto dell’Associazione culturale Talos, che hanno creduto in lui, nell’architetta Lidia T. Sivo, in Antonio Stasi, presidente dell’Associazione; nell’Amministrazione comunale di Ruvo di Puglia.
Un importante riconoscimento per Di Gioia che ha anche lenito l’amarezza provata all’alba dello stesso giorno, quando ha scoperto che la statua di Talos è stata vandalizzata: è stata spezzata, infatti, la freccia infissa nel calcagno del gigante. Quel gigante di marmo di cui narrerà la genesi ai ragazzi della Cooperativa Temenos di Bisceglie, impegnati in un tour culturale a Ruvo di Puglia “Città d’Arte”.
Tutto ciò ha veramente del ridicolo. Questo paese ha dato i natali ad artisti e scienziati di caratura internazionale, da pittori a poeti, da matematici a medici che hanno dimostrato di essere all’altezza di consessi di altissimo livello. Ci sono artisti attualmente, vedi Pasquale Gadaleta, il cui talento è riconosciuto, premiato e sostenuto in mostre Internazionali, oltre ad aver studiato all’accademia di Brera. Forse lui non ha gruppi di interesse che possano sostenere il suo talento e la sua produzione qui a Ruvo.
Io mi chiedo ancora cosa Di Gioia abbia dimostrato rispetto al livello medio che si vede altrove per meritarsi tutta questa eco. Sono basita.
L’amministrazione ha la sua quota di responsabilità in tutto ciò: esporre le sue opere qua e là in paese senza un bando pubblico che possa davvero premiare i migliori è colpevole.
avevano contattato Michelangelo, ma pare che avesse calcetto con Donatello, Canova, Bernini e Benvenuto …