Ruvo Città d'Arte

Il rinnovato antico splendore del Museo Jatta

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
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Intervista a Claudia Lucchese
Riaperto al pubblico lo scorso 19 ottobre, il Museo Jatta è tornato agli antichi splendori pur nel segno dell'innovazione, dopo i lavori di restauro e di adeguamento funzionali
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È tornato agli antichi splendori il nuovo Museo Archeologico Nazionale Jatta, quelli del tempo di Giovannino jr. che allestì, nella casa-museo fatta costruire da sua madre Giulia Viesti, la ricca collezione dello zio Giovanni e del padre Giulio Jatta. Quattro stanze, quattro scrigni custodi di circa 2000 reperti, dal VII al IV secolo a.C; tesori allocati secondo i canoni estetici “ di bellezza”, da ammirare, seduti su comodi sofà di velluto rosso, e intorno ai quali si potevano avviare dotte conversazioni.

Il Museo Jatta, nel trentennale della sua inaugurazione come Museo statale, è stato oggetto, a partire dal 2020, di un accurato lavoro di rinnovamento e conservativo perché alla comunità è sì stato restituito nel suo originario allestimento ma, grazie alla tecnologia, sono stati realizzati importanti adeguamenti funzionali e impiantistici, nel rispetto delle norme di sicurezza, che consentono una maggiore fruibilità della collezione da parte dei visitatori di tutte le età.

All’ingresso i pannelli didascalici sono stati sostituiti da un breve documentario che parla del contesto in cui si è sviluppato il collezionismo ruvese, della nascita di Palazzo Jatta e della collezione custodita nelle quattro stanze.
Nella prima stanza, quella delle terrecotte, è stata allocata la teca n. IX dove sono custoditi reperti provenienti dai depositi ed esposti al pubblico per la prima volta; nella seconda stanza, troneggiano, in alternanza con il Cratere del Pittore di Baltimora e l’Anfora del Pittore di Licurgo, i rossi sofà.

“Scomparse” le teche di vetro in cui erano custoditi i reperti di metallo – armature, fibule- risalenti al V e IV secolo a. C. Infatti, nel 2024 l’ampio progetto di riallestimento del Museo sarà completato con l’apertura di nuovi spazi destinati all’esposizione degli stessi e delle iscrizioni.  Si tratta di manufatti che i collezionisti ottocenteschi consideravano nuclei disgiunti e separati dal materiale in ceramica. Originariamente erano contenuti nella quinta stanza del Museo, poi chiusa definitivamente. Sugli armadi a vetro, discreti led evocano l’illuminazione originaria ed esaltano il candido soffitto con decorazione trompe-l’oeil.

Un’altra novità: mancano le didascalie esplicative. Originariamente, infatti, i reperti, collezionati dal 1820 al 1842, erano semplicemente numerati. La descrizione era affidata a un imponente catalogo, pubblicato nel 1869, frutto degli studi condotti da Giovanni jr, sulle indicazioni dello zio Giovanni e di suo padre Giulio. Il visitatore, di volta in volta, poteva consultarlo per accrescere la sua conoscenza dei tesori custoditi nel Museo.

Il Grottone Jatta, che ha ospitato la conferenza prima dell’inaugurazione del 19 ottobre, grazie a un accordo di valorizzazione decennale tra Direzione Regionale Musei Puglia e la Palazzo Jatta snc Benefit, accoglierà iniziative culturali, eventi e mostre temporanee. Un Museo, quindi, pulsante, centro vitale di cultura, come già avviato in questa direzione da Elena Silvana Saponaro, già direttrice del Museo Jatta, e portato avanti dall’attuale direttrice, Claudia Lucchese.

 

Le dichiarazioni

«Il Museo Jatta – commenta il direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna – è un luogo straordinario che ospita una delle rare collezioni ottocentesche e che ha mantenuto inalterata la sua fisionomia: vasi attici e soprattutto apuli a figure rosse tra i più importanti del mondo. I lavori di restauro e di adeguamento funzionale e impiantistico sono stati un buon compromesso tra tradizione e innovazione. Ringrazio tutta la squadra che ha lavorato in maniera infaticabile, Luca Mercuri, Claudia Lucchese e Francesco Longobardi, Azzurra Sylos Labini: un team che riesce a rispettare i tempi e a raggiungere risultati di qualità molto elevata. Il nostro scopo è quello di restituire i luoghi della cultura al pubblico, adeguandoli alla richiesta del mondo contemporaneo, con linguaggi aggiornati e con un’offerta dinamica. Ruvo può davvero essere un esempio di best practice».

«La riapertura del Museo è un’operazione di valore culturale – ha spiegato l’architetto Francesco Longobardi, delegato alla Direzione Regionale Musei Puglia -. Integriamo la rete del patrimonio artistico e culturale del territorio pugliese riaprendo al pubblico un museo identitario per la collettività e molto noto nella comunità nazionale e internazionale. Con la riapertura celebriamo ancora con gioia un atto di grande rispetto e gratitudine nei confronti di chi ha deciso di impegnarsi per proteggere dalla dispersione i tesori cittadini: la collezione è nata, infatti, dalla passione del collezionista Giovanni Jatta e dalla consapevolezza dei suoi eredi circa la funzione sociale della cultura».

«Riparte con significativo slancio l’offerta culturale della città di Ruvo e della Puglia, per un turismo sempre più consapevole – commenta Luca Mercuri, direttore regionale Musei Puglia al momento dell’avvio dei lavori e responsabile scientifico del progetto di restauro e adeguamento funzionale e impiantistico -. Il Museo Jatta, stella della rete dei Musei che fanno capo alla Direzione regionale Musei Puglia, torna a brillare agli occhi di tutti, facendosi riflesso di un proficuo livello di collaborazione tra istituzioni e privati. Il nuovo allestimento apre la scena a aggiornate metodologie di fruizione intergenerazionale dei luoghi della cultura, sfruttando l’immenso valore storico e il potenziale narrativo dei reperti presenti nel Museo, per raggiungere un pubblico variegato, nazionale e internazionale».

«Nel Museo Jatta tornato alla fruibilità pubblica, il passato, il presente e il futuro emergono intimamente collegati – commenta la direttrice del Museo, Claudia Lucchese -. Questo luogo prezioso è il risultato della sovrapposizione ininterrotta di concetti moderni su radici profonde ottocentesche. Mi piace paragonare la nuova esperienza di visita del Museo Jatta a un viaggio nella storia, accompagnato da una “guida” che parla il linguaggio di oggi per raccontare le storie di ieri».

«Sono stati duri questi tre anni e mezzo di chiusura, per la città, per le scuole, per gli operatori del turismo, per tutte e tutti noi – dichiara il sindaco Pasquale Chieco -. Certo, è stato motivo d’orgoglio, in questi anni, vedere quanta attenzione e quanto interesse i reperti del museo abbiano suscitato in giro per il mondo (a Bari, a Parigi, a Roma, …), è stato bello condividere la nostra bellezza con altri occhi. Ma ancora più bello è stato ieri rivederli “a casa”.

Abbiamo provato a contenere questo distacco in tanti modi: grazie alla tenacia di Monica Filograno e all’impegno dell’Ufficio Tecnico e della direzione del Museo del Libro – Biblioteca Comunale Ruvo di Puglia, il vaso di Talos è stato per alcuni mesi ospite d’onore del nostro Museo del libro e questa “ospitalità” è stata anche l’occasione per migliorare la funzionalità di Palazzo Caputi.

Poi c’è stato l’allestimento del Grottone, che ha anche arricchito la città di un nuovo contenitore culturale. Ma il Museo Jatta è un’altra cosa. I lavori di ristrutturazione lo hanno riportato allo splendore di un tempo, con una cura dei dettagli davvero commovente.

La Direzione regionale Musei Puglia ha fatto davvero un ottimo lavoro. Grazie anche alla direttrice del Museo Claudia Lucchese, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, alla Direzione Generale Musei.

Certo, la collezione Jatta appartiene al mondo intero, noi ruvesi siamo i primi a saperlo, e tuttavia la sua casa è, e sempre sarà, a Ruvo. Certo, è un museo nazionale, ma ha da sempre una relazione attiva e positiva con la città che lo ospita e da cui trae forza, senso e storia. Per noi Ruvesi è stato fino a ora il museo della città. Troppo poco definirlo solo un “fiore all’occhiello”, piuttosto è qualcosa che fa parte del bagaglio culturale di ogni ruvese sin da bambino.

Ora aspettiamo con impazienza l’apertura del nuovo Museo Civico nell’ex Convento dei Domenicani che abbiamo restaurato, che presto verrà allestito con reperti di straordinaria bellezza e mai esposti al pubblico fino a ora e che sarà in dialogo permanente con lo Jatta. Ci siamo quasi».

domenica 29 Ottobre 2023

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