Il lutto

Addio a Vincenzo Ciliberti, il flicornino che fece innamorare le piazze delle eroine dell’opera

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
uomo che suona strumento; musica; luci
Vincenzo Ciliberti durante un concerto
I funerali si terranno il 16 agosto, alle 16, a San Domenico. Livio Minafra, che gli ha dedicato il volume n.10 di Lost Tapes, invita i musicisti a portare uno strumento musicale «per suonare una marcia funebre in quella che sarà una Banda spontanea»
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Ruvo di Puglia piange la scomparsa di Vincenzo Ciliberti, flicornino tra i più amati e apprezzati nelle Bande pugliesi.

Il flicornino è lo strumento che “rappresenta” il soprano e quando le bande alle feste di paese, sotto le casse armoniche, eseguivano i repertori dei grandi Maestri, il flicornino dava voce ai tormenti di Mimì e Violetta.

A Vincenzo Ciliberti è dedicato il volume n. 10 di Lost Tapes, frutto del prezioso lavoro di ricerca condotto da sei anni dal polistrumentista Livio Minafra per sottrarre dalle latebre della memoria storica i grandi talenti ruvesi della musica.

Nella biografia a corredo del volume, c’è un passo che rende onore al talento di Ciliberti. Il Maestro Michele Marvulli dice: «Ciliberti è stato grandissimo solista; era uno che studiava…imparava la modulazione della voce e soprattutto voleva sempre conoscere. Più che uno strumento era una voce umana».

I funerali saranno celebrati domani, 16 agosto, alle 16, nella chiesa di San Domenico.

Il cordoglio di chi lo ha amato e stimato

Tutti – dagli addetti ai lavori ai semplici fruitori della musica – amavano Vincenzo Ciliberti, la sua arte e la sua devozione alla stessa.

«Un anno fa festeggiavamo il cofanetto di quattro cd alla tua carriera – scrive Livio Minafra -. Durante un concerto in cui presentammo i 4 cd, il tuo amico di sempre Domenico Fiore aveva detto: “Vincé, siamo fortunati, si sono ricordati di noi da vivi!” Non immaginavo te ne andassi… ma sono onorato della tua amicizia e di averti donato l’eternità artistica recuperando con Pierfrancesco Galati più di 6 ore di arie e duetti tra Verdi, Puccini ma anche Ligonzo, Miglietta, Centofanti.. dal 1976 al 1992. Sei stato uno dei solisti più importanti del ‘900 in fatto di Bande. Grazie e ti voglio bene».
Minafra suggerisce poi di portare uno strumento musicale «per suonare una marcia funebre in quella che sarà una Banda spontanea».
«Persona e Musicista straordinario – dichiara Pino Minafra -. La storia e il suono del suo flicornino era lui da decenni…grande amarezza per moltissimi…. Grazie all’immenso lavoro di Livio, il tuo suono, la tua poetica, il tuo romanticismo, il tuo messaggio di bellezza e pace sarà ascoltato da intere future generazioni. Per noi è un’importante consolazione».

Chi era Vincenzo Ciliberti

Di seguito la biografia di Vincenzo Ciliberti, a corredo del volume n. 10 di Lost Tapes di Livio Minafra.

Ciliberti nasce il 14 aprile 1941 a Ruvo di Puglia. Il suo interesse per la musica non sfuggì all’attenzione dei genitori, soprattutto del padre Michele, suonatore di sestino, ovvero il piccolo clarinetto in la♭, il quale decise di iscrivere il piccolo Vincenzo presso la scuola musicale del paese. La scuola musicale di Ruvo di Puglia, guidata dagli anni ‘20 dai maestri Antonio e Alessandro Amenduni (autori di strazianti pagine funebri eseguite durante la Settimana Santa), ha sempre costituito un incredibile vivaio di musicisti.

Dopo essersi fatto le ossa e dopo aver raggiunto un livello musicale accettabile, il padre nel 1956 lo fece entrare in qualità di seconda tromba in Si♭ nella banda di Bari sotto la bacchetta del maestro Gennaro Esposito e della figlia Lina. Le stagioni baresi furono il trampolino di lancio per il giovane Vincenzo, che nel 1957 entrò a far parte del Gran Concerto Bandistico Città di Corato, guidato da Raffaele Miglietta. La prima esperienza coratina durò per Ciliberti fino al settembre del 1962, quando fu arruolato nell’Aereonautica Militare, facendo parte della banda diretta dal maestro colonnello Alberto Di Miniello; congedatosi il 14 febbraio 1964, fu nuovamente scritturato in qualità di flicornino solista dalla banda di Corato con il maestro Miglietta: abbandonò così definitivamente il mondo delle bande militari per entrare e vivere da protagonista la sua esperienza all’interno delle bande da giro. L’esperienza di Corato durò fino al 1966, per poi passare l’anno successivo alla banda di Trani sotto la direzione del maestro Amerigo Piccione.

Le sue ormai indubbie qualità erano ormai note tra gli addetti ai lavori, al punto che nel 1968 cedette alle lusinghe del maestro Michele Marvulli, pianista, direttore d’orchestra e braccio destro di Nino Rota al Conservatorio Piccinni di Bari, che lo volle con sé nella rinomata Banda di Gioia del Colle. Gli anni passati a Gioia del Colle furono anni di crescita e di apprendimento per Ciliberti, il quale apprezzava e non poco le qualità pedagogiche di Marvulli, il quale proprio ai solisti era solito spiegare meticolosamente al pianoforte le arie che venivano eseguite.

Ricorda ancor oggi Marvulli: “Ciliberti, è stato grandissimo solista; era uno che studiava… imparava la modulazione della voce e soprattutto voleva sempre conoscere. Più che uno strumento era una voce umana!!”. Grande fraseggio, voce calda, raffinata, furono infatti le peculiarità del suono di Vincenzo Ciliberti con le sue memorabili esecuzioni che possiamo finalmente riascoltare.

Marvulli e Ciliberti rimasero a Gioia, per tre anni consecutivi, scrivendo pagine avvincenti della storica banda. Nel 1971, dopo l’addio di Marvulli, anche Ciliberti lasciò Gioia del Colle, per approdare a Martina Franca, nella locale compagine bandistica, che era sponsorizzata dalla celebre industria di confezioni “Mondial”, dove ritrovò il maestro Alberto Di Miniello, oramai in pensione. A Martina Franca restò anche il successivo anno, però con il maestro Antonio Reino.

Dal 1973 al 1977 Vincenzo Ciliberti, instaurò nuovo e forte rapporto artistico con la Banda di Gioia del Colle, allora guidata da Pietro Marmino, che da giovane si rivelò assieme a Giuseppe Chielli, uno fra gli allievi migliori del maestro Giuseppe Piantoni, deus ex machina e celebre direttore della storica banda di Conversano. Per onore di cronaca bisogna dire che nell’intervallo di una stagione artistica e l’altra, Ciliberti fece anche parte dell’Orchestra del Teatro “Petruzzelli” di Bari nelle recite di Turandot, Aida, Don Carlos e Bohème.

Le future tappe del nostro Vincenzo toccarono le città di Lecce e Conversano, sotto la direzione del grande Nicola Centofanti. Dal 1980 al 1982 fu flicornino concertista della Banda di Francavilla Fontana, diretta dal maestro Miglietta e insieme a lui ci furono Cataldo Valerio al flicorno tenore e Cataldo Maggiulli al flicorno baritono. Il sodalizio tra Ciliberti, il maestro Miglietta e gli altri solisti sopracitati continuò anche nella Banda di Trani nel quinquennio 1983-1987 ed anche quando Nino Farì nel 1987 lo volle assieme al maestro Miglietta, oltreché Valerio e Maggiulli, ad essere le punte di diamante del rinascente concerto bandistico “Schipa-D’Ascoli” Città di Lecce. Il rapporto artistico con Miglietta continuò il successivo anno sempre a Lecce, per poi concludersi a Bisceglie negli anni 1989 e 1990.

Nel 1991, lo troviamo nuovamente a Conversano, alla guida di una seconda banda nata in città, sotto la direzione di Nicola Centofanti, il quale la stagione successiva lasciò il testimone al grande Gioacchino Ligonzo… finalmente tra il nostro Ciliberti e Ligonzo sbocciò l’amore!! Ciliberti e Ligonzo, furono confermati anche per la stagione artistica 1993, che però purtroppo non vide la presenza del maestro sul podio, poiché si spense nel novembre del 1992. La scomparsa del maestro lasciò un grande vuoto tra gli appassionati ed estimatori di banda, ma soprattutto lasciò impreparati gli organizzatori, dal momento che erano stati già preparati manifesti e brochures ritraenti la foto del maestro Ligonzo, da esporre durante la festa di Adelfia in onore di San Trifone nei giorni 10 e 11 novembre (festa-vetrina per la Puglia e non solo, in cui le Bande sfilano e si presentano per la stagione successiva).

Fu dunque nel 1993 che la banda passò nelle mani dell’esordiente Angelo Schirinzi e, anche se non riportato dai manifesti, da quell’anno il complesso bandistico prese la denominazione di “Gioacchino Ligonzo”. Sotto la direzione di Schirinzi, Ciliberti suonò fino al 1998, per poi approdare a Gravina di Puglia, alla guida della locale banda con i maestri Antonio Florindo Pizzoleo e Barbara Albani nelle stagioni artistiche 1999 e 2000. Gli anni successivi gli passò a Giovinazzo e Corato sotto la direzione del giovane e promettente Giovanni Minafra nel biennio 2001 e 2002, per poi ritornare a Giovinazzo, nell’anno 2003 con Giuseppe De Michele. Proprio a Giovinazzo, Ciliberti, chiuse la sua carriera di valido e acclamato concertista. Aveva 63 anni.

Elenco stagioni artistiche Vincenzo Ciliberti

1956 Bari M° Gennaro Esposito
1957-1962 Corato M° Raffaele Miglietta
1963-1964 Banda dell’Aeronautica Militare di Roma M° Alberto Di Miniello
1964-1966 Corato M° Raffaele Miglietta
1967 Trani M° Amerigo Piccione
1968-1970 Gioia del Colle M° Michele Marvulli
1971 Martina Franca “Mondial” M° Alberto Di Miniello
1972 Martina Franca “Mondial” M° Antonio Reino
1973-1977 Gioia del Colle M° Pietro Marmino
1978 Lecce “Schipa- D’Ascoli” M° Nicola Centofanti
1979 Conversano M° Nicola Centofanti
1980-1982 Francavilla Fontana M° Raffaele Miglietta
1983-1986 Trani M° Raffele Miglietta
1987-1988 Lecce “Schipa- D’Ascoli” M° Raffaele Miglietta
1989-1990 Bisceglie M° Raffaele Miglietta
1991 Conversano M° Nicola Centofanti
1992 Conversano M° Gioacchino Ligonzo
1993-1998 Conversano M° Angelo Schirinzi
1999 Gravina di Puglia M° Antonio Florindo Pizzoleo
2000 Gravina di Puglia M° Barbara Albani
2001 Giovinazzo M° Giovanni Minafra
2002 Corato M° Giovanni Minafra
2003 Giovinazzo M° Giuseppe De Michele

martedì 15 Agosto 2023

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amenduni francesco
amenduni francesco
8 mesi fa

saluto commosso il concittadino. la sua dedizione sia d’esempio alle nuove generazioni, insegni ad amare, creare, perseguire le bellezza.
abbraccio il maestro minafra e concordo con la sua idea di accompagnare con una banda spontanea.

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