Cattedrale di Molfetta
La celebrazione

Il Cardinale Zuppi a Molfetta: «Perdono, Don Tonino, per aver frainteso il Tuo messaggio evangelico»

Mariarita Rana
Mariarita Rana
Don Tonino, che invitava a «riporre il grembiule nell’armadio dei paramenti sacri», per far comprendere che «stola e grembiule sono il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale»
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Il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha presieduto ieri pomeriggio a Molfetta una Messa per ricordare il Vescovo che amava farsi chiamare “don” scomparso il 20 aprile del 1993.

«Trent’anni anni. Come dimenticare il suo volto scavato, sofferente eppure luminoso, trasfigurato dall’ amore. Un amore, il suo, sporco della vita. Chiedo perdono a don Tonino: si schernirebbe perché abbiamo frainteso il suo messaggio. A volte abbiamo ascoltato la Sua voce con paternalistica commiserazione, ma chi obbedisce a Dio ama gli uomini, sta alla larga dal potere, prestigio e dai prodigi” afferma Sua Eminenza, in un’omelia coinvolgente e carica di significato.

Don Tonino: esempio ancora attuale di ciò che significa essere padre e di ciò che significa vivere il servizio rivolto a una diocesi con passione concreta, attuale e universale. Un uomo che si nutriva della Parola di Dio, che parlava al cuore della gente, in maniera semplice e diretta, mosso da un’inquietudine “che lo portava a non accettare l’inedia ma a seminare comunque pace».

Pace che don Tonino definiva vocabolario, spiegando che «il fiume della pace si nutre di affluenti e sfocia in estuari che hanno nomi impegnativi e profondi come disarmo, economia di giustizia, salvaguardia del creato, legalità e democrazia, diritti umani, nonviolenza, partecipazione, rispetto delle persone, beni comuni».

«Non facevi sconti e ricordavi che l’amore per Dio e per il nostro fratello più piccolo sono la stessa cosa e che, se manca uno, manca anche l’altro» ha aggiunto il presidente della Cei rivolgendosi idealmente al Vescovo dichiarato Venerabile circa due anni fa.

A introdurre la Santa Messa per il 30esimo anniversario della morte del “Vescovo col grembiule” il Vescovo della Diocesi di Molfetta, Sua Eccellenza Mons. Domenico Cornacchia, che rivolgendosi a Don Tonino Bello ha definito la Sua esistenza «breve, ma intensa e provocatoria, aperta a tutti. La Sua azione pastorale esegesi vivente del Vangelo, tradizione della chiesa, docilità e fantasia dello Spirito Santo». Presenti inoltre Autorità ecclesiastiche, militari e civili, tra cui il sindaco di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco, e il presidente del Consiglio Comunale Giampaolo Sigrisi; la Caritas Diocesana; don Matteo Prosperini, direttore Caritas Diocesana di Bologna; don Stefano Bendazzoli, assistente diocesano Azione Cattolica di Bologna; Daniele Magliozzi, presidente diocesano Azione Cattolica; Beatrice Acquaviva, operatrice Caritas di Bologna; Yana Shulga, operatrice Caritas di Bologna; Margherita Coralli, tirocinante Caritas di Bologna; Alice Armaroli, giovane volontaria Caritas di Bologna e Fatima Garrab, giovane volontaria Caritas di Bologna. Un momento di confronto condiviso, nel nome di quel Vescovo che, oggi più che mai, avrebbe lottato per la pace e il dialogo.

Don Tonino, che invitava a «riporre il grembiule nell’armadio dei paramenti sacri» per far comprendere che «stola e grembiule sono il diritto e il rovescio di un unico simbolo sacerdotale», è riuscito ancora una volta ad unirci tutti, nel segno della Fede e della speranza.

 

venerdì 21 Aprile 2023

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