La nota

Murgia Queer: «Dal Popolo della Famiglia campagna disinformativa»

Murgia Queer condanna la campagna condotta dal Popolo della Famiglia di Ruvo
L'associazione che tutela i diritti Lgbtq+: «Piuttosto che sprecare le energie tentando inutilmente di reprimere la natura umana, dovremmo impegnarci a creare una società più aperta e accogliente»
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Dopo la sezione ruvese del Partito di Rifondazione Comunista, è l’associazione Murgia Queer a condannare la campagna avviata dal Popolo della Famiglia di Ruvo tesa a far «sapere ai genitori che non condividono la visione ideologica genderistica, imposta nella scuola italiana – come spiega il coordinatore cittadino Biagio Cantatore – tramite la legge 107/2015 su ispirazione di normative europee, che possono evitarla ai loro figli, tramite il consenso informato, da firmare e consegnare presso la segreteria della scuola».

«Il partito del Popolo della Famiglia di Ruvo di Puglia – scrivono da Murgia Queer – ha avviato una campagna (dis)informativa tramite manifesti e volantini per spaventare i genitori, spingendoli a richiedere alle scuole di esentare lə propriə figlə dalle attività extracurriculari afferenti alla cosiddetta “ideologia gender”.

Ricordiamo innanzitutto che “l’ideologia gender” non esiste, essendo un’invenzione di una certa propaganda politica conservatrice che specula sulla pelle delle donne e delle persone queer, malcelando la propria mentalità sessista e omotransfobica. Ricordiamo anche che la normativa attuale è vergognosamente carente. Le linee guida ministeriali incriminate si limitano a proporre in modo facoltativo nelle scuole l’educazione alla parità di genere e alle differenze, che è il minimo indispensabile per un Paese dove il 93% dellə studentə riporta comportamenti discriminatori verso lə compagnə Lgbtq+ e dove le stesse famiglie di origine esercitano violenza fisica e psicologica su figliə e nipoti.

Mancano del tutto, purtroppo, i corsi obbligatori di educazione sessuo-affettiva, che invece sarebbero auspicabili per prevenire non solo sessismo e omotransfobia, ma anche violenze sessuali, infezioni sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate.

Chi promuove iniziative come questa teme che le differenze uomo-donna vengano annullate, ma allo stesso tempo non si preoccupa affatto di ignorare e schiacciare tutte le altre differenze possibili nello spettro dell’identità sessuale e di genere umana, costringendo le soggettività all’interno di ruoli e stereotipi eterosessisti.

Le persone queer esistevano ed esisteranno a prescindere da qualunque campagna politica. Le nostre identità iniziano a formarsi già nell’infanzia, molto prima dei 18 anni, che al Popolo della Famiglia piaccia oppure no – o credete che le persone trans, bi, lesbiche e gay nascano già maggiorenni? Piuttosto che sprecare le energie tentando inutilmente di reprimere la natura umana, dovremmo impegnarci a creare una società più aperta e accogliente. Proprio l’educazione nelle scuole è il primo passo per combattere stigma, emarginazione, bullismo e altri tipi di discriminazioni e violenza, mentre le vostre teorie fantasiose provocheranno soltanto dolore nelle vite dellə bambinə queer.

Tuttə abbiamo diritto a crescere in una società libera dai pregiudizi e dalle pressioni che ci vogliono cisgender ed eterosessuali a scapito delle specificità di ciascunə. L’unico modo per proteggere lə bambinə è permettere loro di essere liberə, crescendo, di scoprire la propria sessualità e la propria identità di genere senza aspettative, sensi di colpa e vergogna».

domenica 12 Marzo 2023

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