Diritti

Rifondazione Comunista: «Solidarietà alla comunità trans di Ruvo. Dal Popolo della Famiglia campagna disgustosa»

Il manifesto della campagna condotta dal Popolo della Famiglia, condannata dal Partito di Rifondazione Comunista di Ruvo
La sezione ruvese del Prc stigmatizza la campagna condotta in città dal Popolo della Famiglia, volta a promuovere il consenso informato dei genitori sulla possibilità di esonerare gli studenti dal seguire lezioni sull'educazione di genere
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«Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo profonda condanna per la campagna messa in atto dal Popolo della Famiglia volta a combattere l’immaginaria “ideologia gender”, termine inventato in ambienti cattolici conservatori per creare uno spauracchio da agitare per giustificare le discriminazioni che perpetrano».

In una nota, la sezione ruvese del Partito di Rifondazione Comunista stigmatizza la campagna sul consenso informato a scuola, promossa dal movimento fondato, nel 2016, da Mario Adinolfi, Gianfranco Amato e Nicola Di Matteo, che è stata avviata a Ruvo di Puglia attraverso manifesti affissi e distribuzione di volantini. Come spiegato da Biagio Cantatore, coordinatore cittadino del Popolo della Famiglia, l’obiettivo della campagna è far «sapere ai genitori che non condividono la visione ideologica genderistica imposta nella scuola italiana, tramite la legge 107/2015  su ispirazione di normative europee, che possono evitarla ai loro figli, tramite il consenso informato, da firmare e consegnare presso la segreteria della scuola. I ragazzi saranno in tal modo esentati dalle attività extracurricolari non condivise dai genitori, che sono di diritto i primi educatori dei loro figli».

«Ovviamente non ci sorprende un’iniziativa del genere – continuano dal Partito di Rifondazione Comunista-.  Sappiamo che questo partito è sempre stato in prima linea per promuovere la discriminazione delle donne e della comunità Lgbtqia+, in particolare la comunità Trans*, facendo di tutto per negare decenni di studi di genere e lotte transfemministe per arrivare all’accettazione (purtroppo ancora lontana) delle identità di genere non cisgender (cioè che non corrispondono al sesso). Poco importa se le persone trans*, soprattutto adolescenti, vivono nel dolore di dover subire pregiudizi infondati ancora molto diffusi».

Alla dichiarazione di  Cantatore (Popolo della Famiglia) secondo cui «tramite l’ideologia gender, il sesso al momento della nascita, maschile o femminile, cessa di essere un inequivocabile dato di fatto, e diviene una scelta della persona. Si tratta di una visione che, di fatto, rade al suolo le basi antropologiche della nostra civiltà», Rifondazione Comunista replica, soffermandosi proprio sulle ultime parole: «Ci chiediamo seriamente quali siano queste basi, visto che la famiglia è un costrutto strettamente sociale e variabile nelle culture.

L’unica base della nostra civiltà dovrebbe essere il rispetto della libertà di ognuno di noi di esprimere la propria persona come più aggrada, non nel reprimere qualsiasi forma di differenza non accettata da chi vuole negare la realtà delle varie identità di genere.

La palese mossa propagandistica di utilizzare bambinə per portare avanti il proprio programma politico ci disgusta. Esprimiamo vicinanza alla comunità Trans* di Ruvo che subirà l’ennesima vessazione basata su idee false e discriminatorie, con un pensiero anche allə bambinə trans* o con identità o espressione di genere non conforme che riceveranno l’ennesima pressione per rientrare nei canoni cis-etero-patriarcali, rendendo più difficile il proprio percorso di accettazione e rendendo l’ambiente sociale intorno a loro più ostile».

mercoledì 8 Marzo 2023

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