L'approfondimento

Saldi, un negoziante: «Regolamento regionale obsoleto. Nella realtà il più scaltro deve correre più velocemente del leone»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Un negozio di abbigliamento © Unsplash
«Tutto il commercio basato sulle vendite on line e le varie isole commerciali di outlet, spacci aziendali, ipermercati hanno ormai da tempo trovato percorsi "alternativi" al regolamento regionale»
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Discreto si sta rivelando l’andamento dei saldi invernali 2023 che, in Puglia, hanno avuto inizio il 5 gennaio e si concluderanno il 28 febbraio. Se a Bari, capoluogo nonché città a vocazione turistica, in questa prima fase si registra una buona affluenza nei negozi e da parte dei residenti e da parte di chi proviene dalle città limitrofe, nei centri dell’entroterra si “soffre un po’ di più”, come sostiene Roberta Altamura, presidente di Confesercenti.

Intanto, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, a livello nazionale, saranno 15,4 milioni le famiglie che si dedicheranno allo shopping scontato e ogni persona spenderà circa 133 euro, per un giro di affari di 4,7 miliardi di euro. Ma, sempre secondo una ricerca di Confcommercio con Format Research, se per oltre l’80% degli italiani rappresenta un’occasione per fare “affari”, c’è anche il 35% che non farà acquisti per i seguenti motivi: per risparmiare, data l’incertezza economica per il caro energia (il 66%); per il peggioramento della propria condizione economica (31%); perché aderiscono a campagne on line (23%); per disinteresse nei confronti degli articoli in saldo (17%); perché hanno acquistato on line prodotti di seconda mano (9,6%); hanno acquistato al Black Friday (7,4%).

Gli articoli di abbigliamento, dice ancora la ricerca, si confermano al top delle preferenze d’acquisto (93,8%), seguiti da calzature (83,6%) e accessori (40,6%). A registrare il maggior incremento rispetto all’anno scorso sono gli articoli sportivi (+2%); oltre l’80% dei consumatori destinerà un budget di spesa inferiore ai 200 euro, cifra in linea con l’anno scorso, ma aumenta del 5,2% la quota di chi è intenzionato a spendere più di quanto fatto con i saldi passati.

«Saranno saldi molto apprezzati dai consumatori per l’ampia scelta di prodotti di moda, tendenza e qualità – commenta, fiducioso, il presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni -. E saranno veramente tanti e ottimi gli affari che si potranno fare negli esercizi commerciali e nelle boutique delle nostre città. Maglieria, pantaloni, giacconi, scarpe, accessori saranno ora più che mai oggetto dei desideri per via dei prezzi che non hanno subito aumenti come invece in altri settori che hanno risentito dell’inflazione. Con queste premesse, stimiamo una crescita dei saldi di oltre il 10%, che sarà più utile alla liquidità piuttosto che ai guadagni, che confidiamo possano arrivare dalla rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi orientati verso future strategie legate alla sostenibilità e all’innovazione».

Ne abbiamo parlato proprio con chi gestisce un negozio di abbigliamento a Ruvo di Puglia, una delle tante anime del “commercio di prossimità” che dovrebbe trarre dai saldi ulteriore linfa vitale, soprattutto in un periodo storico caratterizzato prima dall’infuriare della pandemia Covid, con il greve carico di necessarie limitazioni, e ora dal caro energia.

«Non sto effettuando saldi – confida – ma consuete scontistiche di negozio. Personalmente penso che il regolamento regionale (Regolamento Regionale 18 ottobre 2016, n. 10, come modificato dal R.R. n. 14/2017, ndr) che disciplina tutte le vendite a carattere straordinario, tra le quali le vendite promozionali di vario tipo (Black Friday, etc.) e le vendite di fine stagione (saldi), sia obsoleto e non adatto a quelle che sono le variazioni climatiche ormai stabilizzate da anni».

«Inoltre – aggiunge -, tutto il commercio basato sulle vendite on line e le varie isole commerciali di outlet, spacci aziendali, ipermercati hanno ormai da tempo trovato percorsi “alternativi” al regolamento regionale. Consideriamo anche l’ultimissimo fenomeno dello scambio, vendita e acquisto di articoli usati di tutti i tipi con le app e il quadro generale che emerge è quello di un’anarchia, in ambito commerciale, dove il più scaltro s’ingegna la mattina presto e cerca di “correre più veloce del leone” per non diventare preda dello stesso e per sopravvivere in un mondo spietato che non conosce regole precise, benché esistano regolamenti».

La guida di Confcommercio all’acquisto sicuro

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.

domenica 22 Gennaio 2023

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