La denuncia

Uva da tavola, Cia Puglia: «50 centesimi ai produttori, fino a 10 volte tanto nei supermercati. Inaccettabile»

Uva da tavola © Unsplash
Oggi il sindacato degli agricoltori ha incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia per discutere dell’emergenza uva da tavola e di altre importanti questioni, quali la siccità
2 commenti 184

La stagione 2022 dell’uva da tavola è cominciata molto male. Ai produttori pugliesi l’uva viene pagata una miseria, appena 50 centesimi al chilo; la stessa uva, però, nei supermercati va dai 2 ai 5 euro al chilogrammo, fino a 10 volte di più rispetto a quanto riconosciuto agli agricoltori. In pratica, la GDO scarica su produttori e consumatori le sue politiche di marketing, sia quando propone il sottocosto sia quando accelera con i prezzi.

«I produttori pugliesi di uva da tavola sono a terra, la situazione è pesantissima, per questo abbiamo incontrato Donato Pentassuglia – ha dichiarato Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario di CIA Puglia -. Nei giorni scorsi, il sindacato degli agricoltori aveva richiesto un incontro urgente con l’assessore regionale all’Agricoltura per discutere dell’emergenza uva da tavola e di altre importanti questioni. Pentassuglia nel giro di poche ore ha risposto alla richiesta e fissato l’incontro tenutosi oggi, 10 agosto. Oltre a Giannicola D’Amico, nella delegazione CIA Puglia erano presenti Benedetto Accogli, presidente CIA Salento e vicepresidente regionale dell’organizzazione; Danilo Lolatte, direttore regionale; Sergio Curci, coordinatore dell’area economica vegetali; Giuseppe Creanza, direttore CIA Levante (Bari-Bat); Angelo Miano, presidente CIA Capitanata; Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e il presidente di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi); Emanuela Longo, direttrice CIA Salento. «All’assessore regionale all’Agricoltura, abbiamo chiesto di aprire un tavolo di crisi e confronto anche con la GDO su uva da tavola e ortofrutta: è sempre più alto il rischio che tante aziende disinvestano, si ridimensionino e chiudano definitivamente con conseguenze drammatiche». Per la Regione, erano presenti anche i dirigenti del Dipartimento Agricoltura e Francesco Ferraro per l’Arif.

Concorrenza internazionale al ribasso. «Occorre rafforzare il potere contrattuale dei produttori, serve una grande campagna annuale di promozione per il consumo dell’uva da tavola pugliese nelle famiglie, a scuola, nei ristoranti, nelle mense aziendali» ha aggiunto D’Amico. «È necessario, soprattutto, cambiare i meccanismi nazionali e internazionali che penalizzano il nostro prodotto a vantaggio di chi produce con regole ballerine e a costi nettamente inferiori ai nostri – ha dichiarato il presidente di CIA Puglia, Gennaro Sicolo -. Si vive sulla lama di un rasoio, sempre sull’orlo del baratro del fallimento, esposti al ricatto del “o fai così o non ti ritiriamo il prodotto”, con gli oneri e i pesi che gravano tutti su una sola parte, perché a rischiare sono soltanto gli agricoltori».

La siccità. Nell’incontro con Pentassuglia, CIA Puglia è tornata a chiedere azioni e opere strutturali per affrontare la questione siccità e, soprattutto, le lacune cinquantennali rispetto a infrastrutture e tecnologie a uso irriguo. I dati sono sconcertanti. La mancanza d’acqua ha già causato rese inferiori fino al 40% per il grano, dal 15 al 30% per il pomodoro, con previsioni di raccolti inferiori fino a un terzo per la prossima campagna olivicola. Rese minori anche per l’uva, e non solo. «Occorre un piano idrico-irriguo capace di far diventare sistematico il recupero delle acque reflue in favore dell’agricoltura – ha dichiarato Sicolo – ed è fondamentale potenziare numero ed efficienza non solo degli invasi, ma anche della distribuzione irrigua a costi sostenibili. I Consorzi di bonifica commissariati devono funzionare e avere una gestione che veda in prima fila gli agricoltori e il mondo dell’agricoltura».

mercoledì 10 Agosto 2022

Notifiche
Notifica di
guest
2 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Calimero nero
Calimero nero
1 anno fa

Buon giorno.Sono anni che si parla del commercio di uva da tavola ma nella sostanza non si fa’ mai niente perché noi agricoltori siamo rappresentati da organizzazioni sindacali politicizzate e da esponenti di governo fannulloni.Ora in previsione delle prossime votazioni si vuole prendere in giro i poveri agricoltori con queste riunioni farlocche organizzate solo per portare voti al politico amico.Basta con queste prese in giro .Dopo aver distrutto il comparto dei cereali ora ci accorgiamo che non abbiamo grano a sufficienza perché madre Russia blocca tutto.La stessa fine sta facendo il comparto dell’ortofrutta sempre più in ginocchio.Cari agricoltori decidiamo una volta per tutte di bloccare le importazioni e mandiamo al Diavolo i nostri politici che continuano a lottare solo per assicurarsi una poltrona a Roma

francesco amenduni
francesco amenduni
1 anno fa
Rispondi a  Calimero nero

e quindi? dopo aver mandato al diavolo i nostri politici, che altro fare? vittimismo a gogo? come si è sempre fatto? vale a dire quello che ha portato fiumi e fiumi di danaro nelle tasche degli imprenditori in agricoltura che , ricordiamolo, sono più assistiti e sussidiati di qualsiasi altra categoria di imprenditori? sempre di più, da decenni e decenni? bisogna fare appunto categoria, consorzi e cooperative serie, gestite da persone serie e non dai soliti maneggioni a cui vengono delegate decisioni, poltrone e destini dei produttori. fare fronte comune come avviene in emilia romagna, in veneto, nelle marche. impegnarsi invece di piangere sempre come delle prèfiche (sovvenzionatissime e sostenutissime, s’intende …)

Le più commentate della settimana