martedì, 19 luglio 2022
Strage di via D’Amelio, nel Viale dei Giusti a Serra Petrullo una panchina per Paolo BorsellinoA poche settimane di distanza dalla strage di Capaci, in via D’Amelio a Palermo, un’autobomba segnava la tragica fine del magistrato Paolo Borsellino che, con Giovanni Falcone aveva dato una svolta al modo di considerare e di combattere in Italia la mafia.
Era una calda domenica del 19 luglio 1992 e, verso le ore 16.59, una devastante esplosione dinamitarda, opera di Cosa nostra, uccideva Borsellino e gli uomini della sua scorta, Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato a cadere vittima in servizio, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter E. Cosina, Claudio Traina.
Lo aveva annunciato, il magistrato, subito dopo l’assassinio del suo collega e amico fraterno Falcone, quando aveva dichiarato di vivere nella «condizione di un sopravvissuto», di sentirsi un «morto che cammina». La Fondazione Angelo Cesareo e l’Associazione per la legalità di Terlizzi «per dare segno, non per ricordare o commemorare, quella figura, quegli uomini e quelle vittime, quel momento e quell’anno terribile» martedì 19 luglio, alle 19.30, si percorrerà il Viale dei Giusti a Serra Petrullo “Angelus Novus” e si scoprirà «un’altra panchina, vicino al noce di Borsellino e accanto al biancospino di Rita Atria, la ragazzina, “settima vittima” della strage di via D’Amelio e dell’uccisione di Borsellino. Di fronte a quell’altra, colore giallo-arancio che, con l’albero di carrubo, è stata dedicata a Falcone e agli uomini di Capaci. Il suo colore sarà blu turchese come il mare di Sicilia, come promessa e sfida che, anche laddove la giustizia può essere, ancora una volta, disattesa, su quell’unico, impervio sentiero può camminare la verità». Per informazioni ulteriori consultare il sito www.fondazioneangelocesareo.it.