Cronaca

La lettera: «Non indossare la mascherina è un atto di arroganza»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
​È​ scritta dalla nostra concittadina Eleonora Monaco che chiede supporto ad amici, al sindaco Pasquale Chieco e al dirigente scolastico Francesco Catalano per far rispettare le misure antiCovid-19
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Da oggi è entrato in vigore il decreto legge del 7 ottobre 2020 approvato dal Consiglio dei Ministri con cui si proroga al 31 gennaio 2021 la dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19: nelle more dell’adozione del primo Dpcm successivo all’introduzione delle nuove norme, e comunque fino al 15 ottobre 2020, è prorogata la vigenza del Dpcm del 7 settembre 2020.

Il decreto legge introduce anche l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale non solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, come già in passato, ma più in generale nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e anche in tutti i luoghi all’aperto.

All’annuncio della emanazione del decreto si è sollevato, con rabbia, il popolo dei negazionisti del Covid-19, di coloro che ritengono l’uso obbligatorio della mascherina una inutile forma di coercizione e di restrizione della propria libertà personale.

Accanto ai negazionisti, ci sono anche coloro che, per superficialità o indifferenza, non indossano il dispositivo. Eppure sono preziosi strumenti che contribuiscono, accanto all’osservanza di norme igieniche, a contenere la diffusione del contagio.

Vogliamo pubblicare la lettera di Eleonora Monaco, nostra concittadina, sulla necessità imperativa di indossare le mascherine.

«Il mio – scrive – è innanzitutto un appello fatto ai miei contatti Facebook, amici e conoscenti, che immediatamente ne hanno colto il senso e lo hanno condiviso, quindi è rivolto anche alle Istituzioni». La lettera, infatti, è rivolta anche al sindaco Pasquale Chieco e a Francesco Catalano, dirigente scolastico della scuola secondaria di I grado “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII”.

«È un’esperienza diretta e vicina: le parole dette da una persona della comunità può essere più credibile per alcuni di tante voci autorevoli ma distanti» aggiunge.

Questa è la lettera.

«Gentilissimi amici, carissimo Sindaco e stimatissimo Dirigente scolastico,

chiedo il vostro aiuto per fare sì che le misure regolamentate prima dall’ordinanza regionale e poi con il DL del 7 ottobre 2020, trovino immediata ottemperanza da parte di tutta la comunità ruvese, con particolare riguardo per la comunità scolastica e per la fascia di studenti dai 10 anni in su.

Ruvo sembra un’irreale isola felice a vedere i dati dei contagi, ma già a 10 e 20 km da qui … l’incubo è iniziato.

Lavoro ad Andria, quasi il 10% dei miei colleghi ha contratto il virus, alcuni loro familiari e amici, tantissimi in quarantena, scuole che aprono e chiudono.

Paura, sofferenza, dolore e una solidarietà frustrata nella sua inutilità davanti al dolore.

Io per prima ho aspettato gli esiti di un tampone e, nonostante l’attenzione sempre rigorosa che faticosamente ho esercitato e cercato di far applicare, ho tremato, temuto per me e per i miei cari.

L’esito negativo mi ha fatto montare ulteriore consapevolezza che solo tre banali regole ci salvano e la rabbia verso chi le disattende.

Le telefonate con i miei carissimi colleghi e amici mi costernano, addolorano profondamente. Perché non è vero che sono tutti asintomatici, perché c’è febbre che non passa dopo dieci giorni, c’è dolore fisico e annientamento dello spirito, tosse svilente e mal di testa perpetui.

Ci sono famiglie bloccate con loro in quarantena obbligatoria in attesa di tampone negativo, ci sono esami che saltano, contratti di lavoro che non si firmano. Ci sono separazioni inspiegabili per bambini piccoli che sanno che il loro papà è aldilà di quella porta. Ci sono quelli che vengono portati in ospedale.

Mi è passata la “timidezza” di vedere e subire l’incuranza, la strafottenza e l’ignoranza altrui, ora pretendo da chiunque il rispetto delle regole.

Perché non indossare la mascherina è un atto di arroganza!

Ripetiamocelo.

Chiedo a voi, amici, la forza di pretendere quanto io pretendo.

Chiedo a voi Istituzioni di pretendere. Vi chiedo di non rimandare a domani. Sarà sufficiente avvisare, dare 24 h, e poi passare dalla minaccia alla sanzione. Perché non c’è tempo».

giovedì 8 Ottobre 2020

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Rino Stasi
Rino Stasi
3 anni fa

Non so dirLe se ha ragione. So solo che la Legge n.43 del 17.04.2015 (detta antiterrorismo), si esprime in maniera completamente opposta a quello che dovrebbe essere l'uso delle mascherine in luogo pubblico, oggetto del decreto del 7 ottobre.
Nella legge che citavo si dice che “è fatto divieto a chiunque, su tutto il territorio nazionale, circolare in luoghi pubblici col volto coperto”, pena da 6 mesi a 2 anni di reclusione + ammenda da 1000 a 2000 euro. Ergo, chi indossa mascherina, è PENALMENTE perseguibile per legge.
Mi sfugge qualcosa?

Prisco rosanna
Prisco rosanna
3 anni fa

Mettete le mascherine e nn rompete ….che nn pesano tre quintali

Ciccio Kim
Reb
3 anni fa

Non ci sarebbe nemmeno da disquisirne: è una norma dello Stato e, come tale, andrebbe ossequiata solo per questo. Purtroppo, c'è sempre chi si ritiene al di sopra di ogni regola e pensa di poter fare come gli pare. Ottusamente, in questo caso: ché non si tratta di passare con il rosso. Non siamo timidi, facciamo sempre notare (magari, con garbo) a chi indugia in questo atteggiamento che rischia, sia sotto il profilo della salute, sua e del prossimo, che sotto quello penale.

Prisco rosanna
Prisco rosanna
3 anni fa

Magari vi fanno le mullte 3000 euro almeno chissa' e la volta buona che vi.mettete le mascherine …se poi avete soldi a buttare …fate voi

Marco S.
Marco S.
3 anni fa

Prossimo step murarsi vivi, oppure scafandro da cosmonauta.