“Operette da sottoscala – Un’anteprima e un bis” è la nuova silloge di Vincenzo Mastropirro che sarà presentata questa sera, alle 21.50, al Porto, in via Nazario Sauro, a Bisceglie, nell’ambito dell’undicesima edizione del Festival Letterario “Libri nel Borgo Antico”.
Edito da Emersioni del gruppo Lit Castelvecchi, con prefazione di Giuseppe Cerbino, il libro, della collana “Il volo di Esterina”, è una raccolta di 90 liriche od “operette”, in lingua italiana con inserti in dialetto rubastino, che diventano la chiave per comprendere lo spirito di ogni componimento.
Le operette, scritte dal 2018 al 2020, sono bozzetti di quotidianità, piccole rappresentazioni della Storia vista con gli occhi dei “piccoli”; danno plasticità ai sentimenti, sussurrano intimità.
A introdurle una lirica sul grande Amore che nasce e si consuma in un sottoscala, mentre sopra la vita frenetica scorre (l’anteprima).
Le operette sono, in fondo, sorelle minori delle grandi Opere, delle grandi tragedie, ma sono più disincantate, leggere eppure profonde.
Mastropirro, nella silloge, omaggia la sua amica, la poetessa Alda Merini, Federico García Lorca; ricorda la sua infanzia nella carezza sui capelli neri e lisci di sua madre; con poche pennellate dà vita al muretto a secco, (u paràite), patrimonio Unesco e uno dei tratti distintivi del paesaggio murgiano. In quest’opera c’è il mondo del nostro “poemusico”.
È un musicista: suona il flauto nella Banda di Pino Minafra e per questo non può mancare la lirica dedicata a uno dei patrimoni culturali e storici più preziosi del Sud, la banda, appunto che a Ruvo di Puglia ha una tradizione secolare, con la sua Scuola, guidata da grandi Maestri come Antonio e Alessandro Amenduni.
La banda porta le impetuose e drammatiche storie che si consumano sui palchi dei teatri prestigiosi sotto una cassa armonica, eretta nelle piazze dei paesi nei giorni di festa. La banda racconta, “in dialetto”, nella lingua degli avi, di Violetta, Tosca, Norma e tutti sono rapiti.
“L’orchestra parla in italiano
la banne sone in dialìétte.
Suona in dialetto la banda
e se ’mbaste cu la tìérre, si impasta
con la lingua ca maine fuche
t’infuoca col suono del trombone.
L’orchestra incanta e ti fa volare
la banne fosce tremuò, fa tremare
fosce scummòve u trimue ind-a la panze
ti scombussola dappertutto e tremi
perché hai paura della bellezza.
Infine, il bis, tanto caro ai musicisti e agli amanti della musica, è una poesia civile, “Rap Rashid – Al bambino con la pagella in tasca” scritta dal nostro in memoria del “ragazzino senza nome” del Mali, con la pagella dagli ottimi voti cucita in tasca, annegato nel Canale di Sicilia il 18 aprile 2015, nel naufragio di un peschereccio con 950 profughi a bordo.
Un monito a riflettere, un invito a rappresentarsi la serena quotidianità – perduta – di coloro che, nel sentire comune, sono solo numeri. E proprio in questa raffigurazione, nell’immaginarsi cosa facevano i migranti nei tempi di pace, prima di imbarcarsi, ci si scopre “fratelli”.
Per accedere alle conversazioni a “Libri nel Borgo Antico”, festival quest’anno caratterizzato dall’applicazione delle norme di sicurezza antiCovid-19, consultare il seguente link: https://www.bisceglielive.it/news/attualita/968250/al-via-ledizione-2020-di-libri-nel-borgo-antico-ecco-come-prenotare#.