Politica

Edilizia ferma e altri problemi, Ruvo Democratica: «Il danno al quadrato»

La Redazione
Il Movimento traccia un quadro dei problemi della città, partendo dalla sentenza di "non luogo a procedere" del 2018, nei confronti di 35 amministratori comunali
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In una nota, il comitato civico “Ruvo Democratica” fa il punto sull’attività edilizia in città bloccata anche a seguito della vicenda giudiziaria in cui furono coinvolte, a febbraio 2014, 92 persone tra consiglieri comunali, amministratori, ex amministratori e dirigenti comunali – delle Giunte Stragapede e Ottombrini – imprenditori, progettisti e proprietari dei suoli.

Tutti furono raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia emessi dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Antonio Savasta, per abuso d’ufficio, falso e lottizzazione abusiva. I fatti risalivano agli anni tra il 2008 e il 2012 e riguardavano l’attuazione della programmazione urbanistica neicomparti C, D, E e F, nella periferia della città. In particolare, si faceva riferimento all’approvazione di delibere di Consiglio comunale riguardanti varianti ai piani di lottizzazione.

«L’accusa – si legge nella nota – era quella di aver adottato provvedimenti ritenuti non rispettosi delle norme del Prg sul calcolo dei volumi e sulla panoramicità del versante e adottati in difformità alle regolari procedure amministrative.

Nel 2018 è passata in giudicato la sentenza che assolve con formula piena “perché il fatto non sussiste”, tutti gli amministratori (35 tra Consiglieri e Giunta)».

Il procedimento penale, quindi, prosegue nei confronti dei tecnici e proprietari dei suoli.

«Il pilastro su cui si fonda la sentenza – prosegue la nota – è l’accertamento che l’attività svolta dal Consiglio Comunale sia stata corretta, che si era agito nel rispetto della legalità per rispondere ai legittimi interessi dei cittadini e per promuovere lo sviluppo della città.

Attività consiliare supportata e confortata dalla presa d’atto della Regione Puglia e dall’approvazione, all’unanimità, della relazione pro-veritate del redattore del Prg che affermava la conformità degli atti alle norme del Prg.

Si possono pertanto cominciare a valutare i danni: alla città per lo spreco di tempo e risorse con il blocco di tutta l’attività edilizia e ciò che ne è conseguito al settore produttivo e all’economia del paese; alle persone imputate, per aver infangato la loro immagine e la loro reputazione.

Va detto che, nonostante non vi sia stato alcun sequestro (strana anomalia da parte del Pm) e i lavori in itinere siano proseguiti senza intoppo e mai interrotti, tutto il settore è ancora bloccato (fin tanto che il procedimento parallelo a carico dei tecnici e dei proprietari non viene chiuso) in barba al principio giuridico per il quale il procedimento amministrativo non si intreccia con quello penale e non può essere sospeso in attesa dei tempi della Magistratura.

Principio riaffermato anche dal Tar Puglia in una sentenza che ha visto il Comune di Ruvo di Puglia soccombente al riguardo.

E invece, purtroppo, si continua a ignorare consapevolmente quanto riconosciuto anche dalla Magistratura Penale e si persiste nel lasciare il settore edilizio nella paralisi totale al fine di garantire al paese una mal intesa tranquillità.

A ciò contribuisce (naturalmente) anche la mancata approvazione del Pug fuori tempo massimo, strumento utile a dare certezza agli interventi e a sbloccare gli altri comparti, rinviato alle calende greche.

Tutto questo spreco di tempo e di risorse risulta incomprensibile e induce a domandarsi quale sia il vero motivo di questa volontà per un verso distruttrice e per l’altro paralizzante e quali siano i veri obiettivi perseguiti al di là del ripetitivo e retorico mantra del “risparmio del consumo di suolo”.

Ma questa è un’altra storia…

Intanto, siccome le disgrazie arrivano sempre accompagnate, oltre al problema delle accuse che hanno fatto male al buon nome del paese e disonorato gli amministratori – oggi assolti con formula piena – procurando immobilismo di tutto il comparto dell’edilizia, ci troviamo ad affrontare un’altra conseguenza dannosa.

La latitanza dell’Amministrazione e l’assenza di risposte fa crescere il malumore tra i tanti avvocati incaricati di difendere i 35 amministratori assolti, i quali aspettano da più di un anno risposte sui modi e tempi per la liquidazione dei loro onorari a carico del Comune.

Convocare gli avvocati e tentare di uniformare le legittime pretese è nell’interesse dell’amministrazione per limitare i danni.

Continuare a far finta di nulla nascondendo, come per tanti problemi cittadini, la testa sotto la sabbia porta inevitabilmente a far aumentare in modo esponenziale il danno economico a carico delle casse comunali, ad alimentare il disagio di chi ha diritto, in tempi ragionevoli, al giusto compenso .

Che cosa si aspetta per intervenire?».

giovedì 13 Febbraio 2020

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