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Gilet arancioni, 150 trattori pronti a “invadere” Bari

La Redazione
​Il numero è stato concordato con Questura e Prefettura per motivi di ordine pubblico, ma erano già 500 i mezzi, provenienti da tutta la regione, pronti a sfilare​ per chiedere interventi concreti
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Tutto pronto per il grande presidio dei gilet arancioni che partirà questa mattina alle 10 in piazza Libertà a Bari. Saranno migliaia gli agricoltori e olivicoltori che con orgoglio rivendicheranno verso il Governo e la Regione Puglia interventi seri e concreti per il rilancio del settore.

A partire dalle 8.15, 150 trattori – partendo dallo stadio San Nicola – “invaderanno” pacificamente il capoluogo di regione. Il numero dei mezzi è stato concordato con la Questura e con la Prefettura per motivi di ordine pubblico, ma erano già 500 i mezzi pronti a sfilare. Arriveranno da tutta la Puglia. 60, poi, giungeranno in piazza, nella zona scelta per dare vita al presidio di protesta, i restanti si recheranno sul lungomare sotto i palazzi della Regione.

«Una grande mobilitazione degli olivicoltori e agricoltori pugliesi, senza bandiere e sigle, se non il Tricolore e appunto il gilet arancione per protestare contro l’immobilismo del Governo nazionale e della Regione Puglia – spiega il portavoce del movimento Onofrio Spagnoletti Zeuli -. I Gilet arancioni chiedono il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la Xylella, seguendo la scienza e non i santoni, lo sblocco delle risorse del Psr pugliese impantanato tra mille rivoli burocratici. Sarà un presidio pacifico di uomini e donne della terra, imprenditori e operai, tutti insieme per rivendicare provvedimenti seri e concreti e attenzione verso l’agricoltura e l’olivicoltura, simbolo del Made in Italy nel mondo».

Accanto ai Gilet arancioni – coordinamento che raggruppa Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol e Liberi agricoltori – scenderanno in piazza tra gli altri anche i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil), i Comuni con l’Anci, l’Ordine degli agronomi e il Collegio regionale dei periti agrari.

L’adesione dei Comuni e dei sindacati dei lavoratori testimonia, qualora ce ne fosse bisogno, che il problema non riguarda solamente il settore olivicolo e l’agricoltura pugliese, messi in ginocchio dalle calamità e dall’assenza delle istituzioni, ma tutto il sistema economico, produttivo e sociale pugliese: oltre un milione di giornate lavorative, lo ricordiamo, sono andate perse nel 2018.

lunedì 7 Gennaio 2019

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