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Reddito di dignità, la Regione chiama i sindaci

La Redazione
Domani fissato un incontro con il governatore Emiliano e con l'assessore Negro «per accogliere le istanze provenienti dai territori»
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È stata pubblicata la legge regionale del 14 marzo scorso, che istituisce il Reddito di dignità e disciplina le politiche per l'inclusione sociale attiva in Puglia. Domani, mercoledì 30 marzo, dalle 10 alle 13, nella sala conferenze del Cineporto alla Fiera del Levante di Bari, si terrà una riunione per illustrare la legge e i relativi strumenti attuativi, riservata ai sindaci di tutti i Comuni pugliesi e ai rappresentanti del partenariato istituzionale e sociale regionale.

All'incontro saranno presenti il presidente della giunta regionale Michele Emiliano e l'assessore al Welfare Salvatore Negro, per contribuire all'illustrazione e per ascoltare le osservazioni e i contributi degli amministratori locali in vista del lavoro cruciale di allestimento di tutti gli strumenti necessari all'attuazione della misura. Si tratta di un incontro tra i rappresentanti politici di tutte le comunità e quindi, in alternativa, qualora i sindaci dovessero essere impossibilitati a partecipare, possono delegare gli assessori alle politiche sociali.

«Si tratta di un incontro dedicato a illustrare i dettagli della legge e soprattutto il processo e gli strumenti che la Regione metterà in campo per una efficace ed efficiente gestione del Reddito di dignità, oltre che per il raccordo con la misura nazionale, con cui nostro Red è chiamato a integrarsi. Accoglieremo le istanze provenienti dai territori, certi che le stesse saranno utilissime nella definizione degli strumenti attuativi della legge regionale», spiega l'assessore Negro.

Reddito didDignità, chi ne ha diritto

Potranno accedere al Red le persone e le famiglie residenti in Puglia da almeno 12 mesi che abbiano un reddito Isee familiare non superiore a 3mila euro e i cittadini comunitari o stranieri che possano dimostrare di avere la propria residenza nella nostra regione da più di un anno. In prima applicazione, prevede fino a un massimo di 600 euro al mese per una platea stimata in 20mila famiglie, corrispondenti a circa 60mila persone ogni anno.

Nell'arco di cinque anni si prevede di raggiungere la totalità della popolazione che oggi si trova sotto la soglia di povertà. La Regione ha previsto un impegno finanziario iniziale di 70 milioni (cinque dal bilancio autonomo e i restanti tra Fondo sociale europeo e diversi fondi statali).

martedì 29 Marzo 2016

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