"Rifiuti: peso o risorsa?". Questo il titolo dell'iniziativa pubblica ospitata venerdì a Ruvo dall'associazione culturale "Il Salotto narrando – pagine al caffè".
Con il circolo di Rifondazione Comunista di Ruvo si è discusso delle problematiche legate al ciclo dei rifiuti. Relatori il consigliere comunale di Rifondazione, Felice Di Modugno, il consigliere comunale di Molfetta Gianni Porta, il presidente della Asm, la municipalizzata molfettese, Antonello Zaza e l'ingegnere ambientale Carlo Muti, da tempo residente a Ruvo.
Dagli interventi iniziali è emerso come «la Puglia si ritrova di nuovo a un passo dall'emergenza rifiuti. Le ragioni stanno nel mancato controllo delle discariche, nella partenza a rilento della raccolta porta a porta ma soprattutto nella debole politica di investimenti per realizzare nuovi impianti pubblici di compostaggio e di biostabilizzazione», come ha sostenuto Porta.
Rispondendo alle domande dei cittadini, gli ha fatto eco Antonello Zaza. «Si è preferito continuare a fare un uso dissennato delle discariche – ha spiegato l'ex assessore provinciale -, fare arricchire i proprietari di impianti privati di compostaggio e intanto dedicarsi a sterili riunioni tra Ato, Aro e nuove regole per l'affidamento dei servizi a livello comunale e intercomunale. Tutti i comuni pugliesi negli ultimi due anni hanno visto lievitare i costi per la biostabilizzazione e lo smaltimento dell'umido perché gli unici impianti erano privati e questi potevano tranquillamente imporre i loro prezzi».
Dalla Rifondazione un affondo diretto al presidente della Regione, Michele Emiliano e alla sua gestione del sistema-rifiuti. Si teme, infatti, che l'emergenza possa esplodere, col rischio di rispondere «con inceneritori o nuove discariche».
La proposta di Rifondazione, elaborata dai circoli dei comuni compresi nell'Aro, è quella di «un piano rifiuti ma soprattutto risorse finanziarie, sbloccate dalla Regione, affinché ogni Ambito di raccolta ottimale abbia nel più breve tempo possibile un impianto di compostaggio pubblico per avviare a recupero la frazione umida». Il fine ultimo è quello di evitare di ricorrere alle discariche «e di conseguenza aumentare i profitti di chi le possiede ai danni dei cittadini».