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Chiese, conventi e sacri palazzi, presentato il secondo volume “Studi rubastini”

La Redazione
È stato presentato ieri il secondo volume della collana di "Studi rubastini" presso l'Atrio del neoclassico Palazzo Jatta, nel cuore di Ruvo
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“Studi rubastini, chiese, conventi e sacri palazzi a Ruvo di Puglia” questo il titolo del volume promosso dalla Pro Loco di Ruvo di Puglia ed edito dal Centro Stampa Litografica di Terlizzi.

È stato presentato il secondo volume della collana di "Studi rubastini", apporto più corposo e scientifico rispetto al più snello periodico "il rubastino", presso l'Atrio del neoclassico Palazzo Jatta, nel cuore di Ruvo di Puglia. 

Il discorso di apertura è stato del “padrone di casa” il Presidente Pro Loco, Rocco Lauciello, che in un appassionato intervento, ha ripercorso la storia dell’Associazione, partendo dagli albori e arrivando ai giorni nostri. Cuore dell’esposizione è stato l’invito a tutti ad unirsi all’impegno dell’Associazione e di guardare con rispetto ed orgoglio alla ricchezza del nostro passato, perché essa sia volano per lo sviluppo della nostra città. Sono seguiti gli interventi, molto positivi, per l'impegno profuso in cinquant’anni dall’Associazione volti alla promozione del territorio e delle sue identità, del Sindaco Vito Nicola Ottombrini e dell’Assessore alle Politiche Culturali e Turistiche Pasquale De Palo.

La parola è poi passata al  Prof. Carlo dell’Aquila, curatore della prefazione dell'opera, che ha esposto alla nutrita platea, la meticolosa e laboriosa attività di ricerca, di studio e di approfondimenti svolta dagli autori. Curatore del testo e coordinatore del gruppo di lavoro per lo studio scientifico è stato anche per questo secondo volume miscellaneo di “Studi rubastini" l'infaticabile Cleto Bucci, che da decenni rappresenta un fulgido punto di riferimento non solo negli studi di carattere archeologico – storico – artistico della sua Città, ma anche per la divulgazione e la valorizzazione turistica del suo patrimonio culturale.

Studiosi, cultori di storia, archeologia e architettura hanno aderito con zelo e professionalità all’iniziativa patrocinata dalla Pro Loco, omaggiando la comunità ruvese di un lavoro editoriale di indiscusso valore storico, approfondendo aspetti inediti e reconditi della nostra città, incrementando la cultura del bello e la valorizzazione dei nostri tesori artistici e culturali, oltre che personaggi di rilievo che hanno onorato la comunità ruvese.

Il testo si apre con il contributo di Francesco Antonio Bernardi, epigrafato "I Frati Cappuccini a Ruvo di Puglia, dalla fondazione del convento alla sua definitiva soppressione (1607-1861)" dove l'autore sviluppa con abilità e dovizia tutte le fasi di vita della comunità cappuccina in un più ampio inquadramento: dalla nascita e fondazione ufficiale dell’Ordine (1528), all’arrivo di questo a Napoli dapprima ed in Puglia, poi, a Rugge (1533); la nascita e l’evoluzione della Provincia Cappuccina in Puglia; il ruolo del vescovo Saluzzi e della Università nella fondazione del convento a Ruvo (1607/1609). Vengono poi analizzati altri aspetti relativi al convento rubastino: la scelta dell’ubicazione nei pressi della via Traiana, e le caratteristiche architettoniche e strutturali evidenziandone per entrambi la rispondenza ai dettami delle costituzioni dell’Ordine.

Il secondo saggio è a cura di Vito Ricci. Il suo contributo si intitola "La Chiesa di San Giacomo e la commenda dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta", dove affronta il tema della Commenda dell’Ordine di Malta a Ruvo, dalle prime notizie (1224) della presenza Giovannita in città fino alla sua definitiva soppressione (1806). Sulla base di documentazione archivistica dei secc. XVI-XVIII, in buona parte inedita, l’autore ricostruisce la descrizione della chiesa di S. Giacomo e delle sue pertinenze. Nel saggio si seguono le fasi della vita autonoma della Commenda di Ruvo e poi dell’unione con la Commenda di Bitonto – Corato (1572). Un’altra ampia sezione viene dedicata alla analisi del patrimonio commendale. Segue infine una interessante appendice documentaria con lo stralcio del Catasto Onciario del 1752 e l’elenco dei beni commendali presi a censo dal Capitolo cattedrale rubastino.

Il terzo capitolo è stato redatto da Giuseppe Caldarola dal titolo "Il Palazzo Vescovile: un progetto di architettura e di nuova urbanità." L'autore ricostruisce le vicende costruttive e le trasformazioni successive del Palazzo Vescovile di Ruvo, fino alla demolizione quasi totale e alla sua ricostruzione, nelle forme attuali, del 1925. Alle tante fonti documentarie riportate nel suo lungo saggio, Caldarola arricchisce il pregio del suo contributo con un significativo corredo di elaborati progettuali e di testimonianze fotografiche inedite provenienti dall’ “Archivio privato Caldarola Edili – Ruvo di Puglia”, patrimonio familiare di una importante impresa di costruzioni, che molte significative testimonianze architettoniche ha lasciato in questa Città.

La pubblicazione, in una bella veste tipografica, di circa 200 pagine, aggiunge un altro significativo tassello alla ricostruzione storica di eventi, di dinamiche religiose, sociali ed economiche, di dibattiti di idee che hanno contribuito alla caratterizzazione del DNA della città di Ruvo quale essa è al presente. E, come per tutte le ricostruzioni storiche, si tratta sempre di work in progress, lavori in evoluzione, … in attesa di nuovi apporti conoscitivi e interpretativi.

Le conclusioni della lunga serata sono state affidate al Presidente Pro Loco, Lauciello, che ha ringraziato a vario titolo gli autori per la loro professionalità, tutti coloro che hanno accettato con vivo interesse di contribuire alla realizzazione del testo e a tutti i soci che con la loro passione e il loro impegno sostengono l’Associazione, promuovendo il progresso sociale e civile della nostra comunità.

Grazie all’opera degli studiosi menzionati la Pro Loco di Ruvo di Puglia traccia un nuovo solco nella valorizzazione e nella divulgazione delle bellezze ruvesi; alle future generazioni spetterà raccogliere questo testimone e continuare nell’alveo tracciato.

La serata si è conclusa con un piacevolissimo intrattenimento musicale a cura del Quintetto di ottoni dell'Associazione "Amici della Musica". Alle trombe, Domenico Pellegrini e Aldo di Tommaso, al corno, Simone Lovino, al trombone, Giacomo Angarano e alla tuba, Michele Cantatore. Il Programma, davvero emozionante e molto apprezzato da tutto il pubblico, si è snodato attraverso i più famosi componimenti musicali, che ha catturato i presenti per qualità dell’esecuzione e altissima interpretazione.

giovedì 18 Giugno 2015

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