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Sindaci uniti contro l’Imu agricola: «La tassa sui terreni va subito cancellata»

La Redazione
«Già il 20 ottobre scorso alcuni sindaci della Bat avevano elaborato un documento conto l'Imu che però è stato ignorato dal governo» ha detto il sindaco di Ruvo, Vito Ottombrini
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Uniti contro un nemico comune. Sindaci e associazioni di categoria della Terra di Bari si sono ritrovati ieri a Palazzo di Città per chiedere con forza il ritiro dell’Imu agricola, la tassa sui terreni introdotta a sorpresa dal decreto interministeriale del 28 novembre scorso.

Norma alla mano, ad essere esentati dal pagamento dell'imposta sono solo i suoli ubicati nei Comuni ad oltre 600 metri sul livello del mare. Per tutti gli altri sono dolori: nelle città in cui l’altitudine è compresa fra i 281 ed i 600 metri non pagano solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Sotto i 280 metri, invece, pagano tutti i proprietari di terreni agricoli senza alcuna distinzione.

Nell'incontro di ieri – sulla scorta del documento con cui sabato scorso l’Anci Puglia ha chiesto «l’annullamento definitivo dell’imposta mediante il ritiro del provvedimento» – sindaci e amministratori hanno deciso all'unanimità di stilare una delibera con la medesima richiesta che verrà poi approvata dai rispettivi consigli comunali.

«Data la ricaduta di questa tassa sul territorio, o ne facciamo una questione congiunta oppure si va al massacro» ha esordito il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli. «Si tratta di un’imposta latente che è stata regolamentata di punto in bianco con un’accelerazione scomposta e non giustificata, se non da esigenze di cassa. La soluzione non è la proroga concessa dal governo centrale: la tassa va subito respinta al mittente».

Per Corato la somma che lo Stato prevede di incassare supera di poco il milione e 400mila euro.

«Il governo ha fatto una stima del gettito, ma alle amministrazioni mancano persino gli elementi catastali per definire le aliquote» ha aggiunto Mazzilli. «Bisogna tampinare l’esecutivo sulle iniziative da intraprendere. Dobbiamo tutti farci promotori di una linea comune: l’agricoltura deve essere lasciata in pace. Anche perché siamo già molto svantaggiati a causa della Pac e della politica sbilanciata verso il Nord. Bisogna fornire un segnale importante e far comprendere che quando ci sono momenti come questo, siamo in grado di lavorare insieme» ha detto rivolgendosi ai colleghi.

Per il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, è il caso di adire subito le vie legali.

«Questa tipologia di tassazione è incostituzionalmente illegittima sia perché vìola lo statuto del contribuente secondo il quale le imposte vanno stabilite per tempo, sia per la specificità delle imprese agricole. Occorre un sussulto d’orgoglio. Senza una iniziativa forte – ha rimarcato – tra otto mesi saremo ancora qui a discutere fino a quando la norma entrerà in vigore senza che neppure ce ne accorgeremo. Le nostre città hanno un prodotto interno lordo che proviene principalmente dal comparto agricolo. Se viene meno, non ci rialzeremo più. Ci mettiamo al fianco delle associazioni di categoria per eventuali forme di protesta».

«Già il 20 ottobre scorso alcuni sindaci della Bat avevano elaborato un documento conto l’Imu che però è stato ignorato dal governo» ha detto il sindaco di Ruvo, Vito Ottombrini che poi ha aggiunto: «questo balzello non danneggia solo gli agricoltori, ma l’intera comunità. È tutto così improvvisato che non abbiamo neppure gli elementi per fare i conti».

Secondo Mario Stacca, sindaco di Altamura, «la priorità interesse è evitare un ulteriore saccheggio per i cittadini che nel 2014 si è già verificato con Tari e Tasi. Bisogna finirla di subire indicazioni del governo centrale in maniera costante e continua, basta essere esattore dello stato. Troppe famiglie non riescono a fare la spesa a causa delle tasse. Tutto poi ricade sui servizi. Bisogna adottare ogni iniziativa possibile ed immaginabile. E l’unica maniera per farlo è essere uniti».

«Per alcuni questa tassa vorrebbe dare una scossa per valorizzare i terreni abbandonati – ha affermato il sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci – invece io credo che l'Imu agricola incoraggi l’abbandono. Per questo si dovrebbe fare in modo di limitare chi abbandona i terreni e dare loro la possibilità di renderli produttivi. In più c'è da dire che molti Comuni del territorio fanno parte dell'associazione "Cuore della Puglia che ha il compito di valorizzare l'agricoltura in vista di Expo 2015. Stiamo quindi portando avanti un modello di sviluppo che ora viene affossato da questa tassa».

«Il comparto agricolo ha ultimamente registrato una leggera crescita, tanto da dare speranza ai giovani che stanno tornando ad investire sulla terra. Con questa tassa, però, la speranza gliela togliamo» è stato il parere del sindaco di Poggiorsini Michele Armienti. Sulla stessa lunghezza d'onda gli amministratori di Minervino, Gravina e Spinazzola.

«Da tempo parliamo di agroturismo enogastronomico e ora, paradossalmente, viene istituita una tassa sull’agricoltura» ha detto l’assessore provinciale Franco Caputo. «Si abbia il coraggio di dire se la terra è importante oppure no».

Lapidario il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, «questo tributo tributo mortifica la categoria, non escludiamo di andare in piazza».

A creare confusione sulla tassa c’è anche l’altitudine di ciascun Comune in base alla quale è prevista o meno l’esenzione dal pagamento.

«Nelle stesse città esistono quote differenti che ricadono in diverse fasce dell’imposta e che quindi potrebbero essere esentate – ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Bari, Michelangelo De Benedittis – invece la norma considera solo la quota della casa comunale. Per quanto ci riguarda – ha continuato – noi siamo pronti ad unirci alla battaglia dei Comuni, perchè per le aziende agricole la terra è tutto».

«Se dovesse cadere il vincolo su Comuni montani e svantaggiati sarebbe ancora più disastroso» ha sottolineato Tommaso Loiodice, presidente dell’Unapol. «Occorre un momento di sintesi a livello nazionale»

«La tassa è da abolire, in caso contrario  molte aziende andranno ad abbattere investimenti e manodopera» ha detto Donato Rossi, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto olivicola di Confagricoltura, mentre per Giuseppe Creanza, direttore della Cia di Bari «è essenziale che le esenzioni valgano almeno per chi vive di agricoltura».

In leggera controtendenza il direttore regionale di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti: «Vanno bene le battaglie contro l'Imu, ma i problemi dell’agricoltura sono molto piu ampi. Occorre costruire un sistema che eviti nuove fregature nel 2015»

Qualora l’Imu non venisse ritirata, le associazioni di categoria prevedono possibili conseguenze anche sul versante dell’ordine pubblico. 

«Negli ultimi tempi abbiamo tenuto a bada diverse proteste – ha affermato Vito Laterza della Copagri di Bari – ma se ci aggiungiamo questa nuova tassa potrebbero anche esserci problemi seri perché la gente è disperata».

«Si tratta di una penalizzazione economica e sociale» è stata la conclusione dell'assessore andriese Benedetto Miscioscia. «Siamo stanchi di subire, anche se ho dubbi che la tassa verrà tolta. Gli umori non sono buoni, anzi, fanno paura. Qui si sta scherzando con il fuoco: se vogliono che agricoltura muoia, lo dicano».

mercoledì 10 Dicembre 2014

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