Cultura

Solidarietà e profondità umana, Improbabilband e Michel Godard accendono il Talos Festival

Raffaella Anna Dell'Aere
Questa sera al PalaColombo i concerti di Bandervish e Municipale Balcanica
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Al Talos Festival, ora, la cornice è un tutt’uno col quadro. I suoni, indiscutibilmente liberi e pieni, navigano irrispettosi, esplodendo con tatto e morbidezza, confusi tra i serpenti strumentali.

Ruvo si amplifica, accoglie e produce una chiara risposta all’incanto di energia, giunta ieri sera da Michel Jamil Marzella  e la sua Improbabilband, una ensemble di fiati nata nel 2000 come naturale punto di confluenza degli studenti e ricercatori universitari della “Scuola popolare di Musica” dell’Università di Bari. Melodie cariche di messaggi di solidarietà e profondità umana hanno abbracciato gli aspetti più intimi di un linguaggio universale qual è quello della musica.

Questo l’aspetto essenziale del messaggio e della musica della Improbabilband, protagonista ieri della serata conclusiva dell’Anteprima del Talos Festival, che si aprirà ufficialmente questa sera alle ore 20.30, inizialmente previsto a Piazzetta Le Monache ma spostata, causa pioggia, al PalaColombo, con i concerti di Bandervish, l’innovativo progetto dei Radiodervish in collaborazione con la Banda “Giuseppe Verdi” di Sannicandro di Bari e Livio Minafra. Seguirà il concerto “Dio è Zingaro” (God is a Gipsy) eseguito dalla Municipale Balcanica.

Lo spettacolo serale si è dipinto con l’apparizione, direttamente dall’anima del pubblico, del primo danzatore dell’isola di Giava, nonché primo uomo indigeno che ha potuto indossare le vesti femminili e suggestionandoci in una danza dai colori bordeaux, d’oro e perle, con maschera rosa e cosparso di piumaggio sul capo e marroni tessuti arabi. Il tutto riassunto in una seducente coreografia, risultante della più audace contaminazione culturale, espressa dai movimenti indiani, egizi e del profondo meridione italico.

Ma è la tuba nera di Michel Godard, che alla Puglia ha dedicato uno dei suoi lavori più riusciti, Castel del Monte, in collaborazione proprio con Pino Minafra, ad incantare e sconvolgere, con imprevedibili drappeggi musicali densi di pathos e fermento passionale.

Incalzante lo spettacolo quando gli sguardi vengono rapiti dagli strumenti di un duetto tra un “tamburellone” e la chitarra percossa ed accarezzata sulle corde con pizzichi dolcemente impetuosi.
Si viaggia nel sogno musicale tutti insieme, in un breve tempo, toccando le coste brasiliane grazie ai virtuosismi vocali di Federica D’Agostino.

Michel Jamin ci trasporta, nel finale, sull’ascolto degli ultimi brani, “Scaccolla” e “Malea” che irradiano di gioia Ruvo e le sue strade d’asfalto e pietre, i vicoli nascosti, nel gioco di spartiti rigati da note e forti emozioni. Ruvo risponde con applausi e corpi desiderosi di dar movimento alle vibrazioni positive, leggere e belle, colorate e condivise.

Ma l’impeto emozionale proseguirà oggi, anche nel pomeriggio, al Convento dei Domenicani dalle ore 18.00, con la presentazione del libro “Puglia in jazz” di Gianni Cataldi e dalla mirabile fisarmonica di Giacomo Desiante con la classe di Tuba del Conservatorio di Monopoli “Nino Rota”.

La Festa del Talos continua. E ancor rapiti dal riverbero dei canti soffiati negli strumenti a fiato, liberiamo l’ancora dell’attesa, non per navigare … ma per farci navigare dal mare della musica.

giovedì 13 Settembre 2012

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pro informazione
pro informazione
11 anni fa

Bell’articolo, suggestivo, colorato di bei termini appropriati all’atmosfera musicale, insomma un articolo degno di…note. Pecca però sul piano giornalistico( in quanto informazione), dal momento che non racconta la parte iniziale della serata con l’intervento introduttivo del direttore artistico. Quindi sarebbe auspicabile che l’articolo fosse corredato anche di questa parte.Tanto(ripeto) per giusta informazione. Grazie.

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