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Duecento adesioni per il comitato “No biomasse”.«La centrale non ha impatto ambientale nullo»

Vincenzo Pastore
Prof. Caputi Iambrenghi: «Abbiamo solo a cuore la salute delle popolazioni e del territorio»
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Ha già raccolto l’adesione di oltre duecento persone il comitato "Salute & Ambiente No Biomasse Corato-Ruvo", nato con lo scopo di «valutare l’impatto sulle persone e sul territorio» dell’impianto di produzione di energia elettrica da biomasse che il Molino Casillo intende realizzare nella contrada coratina "San Cristoforo", al confine con il territorio di Ruvo.

Nel primo incontro del 3 novembre scorso è stato delineato l’organigramma: presidente è stato nominato il dott. Luciano Piccarreta, già dirigente biologo dell’Asl Bari, vicepresidente è il prof. Onofrio Caputi Iambrenghi, professore associato di chirurgia presso l’Università di Bari che ha sempre dedicato la sua attività professionale e di volontariato alla cura e alla prevenzione dei tumori, mentre il ruolo di segretario è stato affidato all’avv. Michele Corradino Losapio.

I cittadini di Corato e Ruvo che sinora hanno aderito al comitato hanno duramente contestato il presunto «impatto ambientale nullo» che, secondo quanto riferito dall’azienda committente, la centrale avrà nei confronti del territorio e delle persone.

«Basta una semplice lettura del progetto -ha spiegato il prof. Onofrio Caputi Iambrenghi-, per capire che non può avere impatto ambientale nullo un impianto di 3,2 mw che prevede un input di materia prima di 2,4 tonnellate per ora, per un totale di ore di funzionamento annuo previste di 8.322 (in pratica oltre 20.000 tonnellate annue da trasportare dal molino distante circa 6 km) e come possa avere impatto ambientale nullo un impianto che prevede 2 camini alti 10 metri da cui sono previste emissioni di fumi/camino di 7.938 kg per ora, con una temperatura dei fumi al camino di 200 gradi.

Il tutto per una attività prevista di 30 anni, quindi sino al 2041, occupando un’area di 5 ettari (in pratica 7 campi di calcio!) accanto ad un mastodontico impianto fotovoltaico, su un terreno prospiciente la ex statale 170 per Castel del monte (ottimo biglietto da visita per i turisti!), a circa 500 metri dal tratturo Barletta-Grumo, calato in un territorio agricolo con colture di pregio, molte delle quali con caratteri biologici e a denominazione di origine.

E, soprattutto all’interno di una zona densamente abitata, con la frazione di Calendano a circa 1 chilometro e l’Oasi di Nazareth a circa 1,5 chilometri, su cui insistono complessi residenziali di alto livello e distante e circa 4 chilometri dalle zone dell’abitato coratino di via Francavilla e via Prenestina».

Secondo il comitato è invece trascurabile l’impatto occupazionale della centrale, definito «praticamente nullo».

Tutti i presenti si sono impegnati ad informare capillarmente la popolazione sugli effetti che l’impianto potrebbe avere sulla salute dei residenti e sull’economia del territorio, dando mandato ai loro rappresentanti di incontrare le istituzioni, di preparare e presentare nei termini previsti le osservazioni al progetto, di organizzare incontri pubblici con esperti super-partes, di condurre a termine una petizione popolare da presentare agli organi decisionali, coinvolgendo tutti i cittadini di entrambi i Comuni.

«Non siamo caratterizzati da coloriture politiche – conclude Iambrenghi- ma abbiamo solo a cuore la salute delle popolazioni e del territorio. Incontreremo associazioni, partiti politici, comitati di quartiere e soprattutto incontreremo le Istituzioni comunali e sovracomunali».

Per aderire all’iniziativa e per qualsiasi informazione è possibile consultare il sito web http://comitatocoratoruvo.weebly.com, contattare l’indirizzo di posta elettronica comitato.corato@gmail.com oppure rivolgersi al numero di telefono 389.4660998.

giovedì 10 Novembre 2011

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