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Disastro di Barletta. Parla la Cgil

Redazione
E purtroppo, anche a Ruvo, molte sono le lavoratrici che accettano situazioni analoghe se non peggiori, a quelle delle operaie morte nel crollo di Barletta perché guadagnare pochi euro al giorno serve
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In seguito al doloroso crollo della palazzina di via Roma a Barletta, la sezione della Cgil di Ruvo di Puglia fa le sue considerazioni ed esprime il suo cordoglio

A seguito del grave fatto luttuoso di Barletta che ha visto Matilde, Giovanna, Antonella e Tina lavoratrici ‘in nero’, uccise sul lavoro nel crollo della palazzina di via Roma, questa organizzazione sindacale chiede alla S.V. che al Prossimo Consiglio Comunale sia posto all’ordine del giorno o, in alternativa, una mozione d’ordine dell’ intero Consiglio, a nome di tutta la cittadinanza ruvese, che commemori le stesse operaie.
Questo Sindacato ritiene importante questa presa di posizione perché non è più possibile che giovani lavoratrici senza contratto, per poter vivere, anzi per "sopravvivere", in quel laboratorio di confezioni dove cucivano magliette, lavoravano dalle 8 alle 14 ore con una paga da fame di 3euro e 95 centesimi all’ora.

Le storie delle quattro operaie uccise sul lavoro nel crollo della palazzina di via Roma, a Barletta, è quella di donne del Sud che combattono, che si danno da fare per potersi sposare o per pagare un mutuo, per dare una mano ai risicati bilanci di famiglia. "Lavoravano in nero” per pochi euro all’ora in una azienda completamente sconosciuta all’Inps.
Le operaie “invisibili” erano giovani donne che si rimboccavano le maniche per avere qualche soldo in tasca e realizzare il sogno di una vita semplice e tranquilla, accettando di lavorare in condizioni difficili.
E purtroppo, anche a Ruvo, molte sono le lavoratrici che accettano situazioni analoghe se non peggiori, a quelle delle operaie morte nel crollo di Barletta perché guadagnare pochi euro al giorno serve comunque per mandare avanti la famiglia e prendersi cura dei propri figli".
Leggiamo il fortissimo monito e denuncia del nostro Presidente della Repubblica insieme all’assordante silenzio del Presidente del Consiglio e del Ministro del Lavoro.

Anche l’amministrazione e il Consiglio comunale di Ruvo deve sforzarsi affinchè uomini e donne che escono di casa per lavorare e guadagnarsi da vivere per sé e la propria famiglia possano uscire di casa con la certezza di poter rientrare a casa sani e salvi dopo una giornata di lavoro e con un salario NON da fame e con i diritti che la legge prevede.
E tutto questo è solo il risultato drammatico voluto da questo governo con i suoi attacchi al lavoro, ai diritti, alla dignità in particolare delle donne perché ritiene che il lavoro non sia un “valore”.
Chiediamo che il consiglio comunale adotti tutte le iniziative possibili coinvolgendo tutte le Istituzioni e gli organismi legittimati a combattere e sconfiggere il “lavoro nero” in ogni sua forma stanando tutti quei laboratori e aziende invisibili che crogiolano nella totale illegalità fiscale e contributiva.

sabato 8 Ottobre 2011

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depalofranco
depalofranco
12 anni fa

I laboratori e aziende invisibili si stanano con la denuncia dei lavoratori. Ma per farlo devono sentirsi tutelati. Da chi? Dai sindacati in primo luogo. Penso che il sindacato prima di delegare al consiglio comunale e alle autorità preposte di intervenire (con i loro tempi farebbero passare anni…) debba far sentire la propria voce non dal palco, ma tra i dipendenti delle aziende invisibili, che il sindacato stesso conosce.

barnaba
barnaba
12 anni fa

Argomento troppo delicato…..non esprimo quello che penso perchè sarei subito censurato!!!!!!!

Gate21
Gate21
12 anni fa

CERTO CHE E’ SEMPLICE TRACCIARE IL PROFILO DI “RUVOLIVE” ATTRAVERSO I COMMENTI CHE NON PUBBLICATE….

cinghialotto
cinghialotto
12 anni fa

la cgil? esiste ancora? e di cosa si occupa? di protezione dei lavoratori? ma va?