Sull’isola di Lampedusa nella notte tra sabato e domenica scorsi, poco prima delle quattro di notte, si sentono delle grida provenire da Cala Francese, alle spalle del porto commerciale. Sono le richieste di aiuto dalle centinaia di profughi ammassati su un barcone in legno. Quello che doveva essere l’ennesimo sbarco di routine, ha rischiato di trasformarsi in una tragedia dalle proporzioni inpensabili. Nella tragica vicenda del barcone incagliatosi al largo della costa, con il mare in tempesta, i 500 migranti venivano tratti in salvo e, tra i soccorritori c’erano anche dai volontari della Croce Rossa Italiana.
Tra questi ci piace annoverare il Dr. Luciano Lorusso, medico della ASL/Bat che lavora presso il Centro trasfusionale di Andria e che ha dedicato una settimana delle sue ferie a Lampedusa tra i soccorritori. Il dott. Lorusso è il Maggiore Medico della Croce Rossa Italiana e non ha esitato affatto quando gli hanno proposto di partire per l’isola.
"E’ stata un’esperienza sconvolgente e toccante – è quanto commenta il dott. Lorusso, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione – Sono stato uno dei primi medici ad arrivare sul luogo dove si è davvero sfiorata la tragedia. Da sottolineare la disponibilità di tutti, dalle forze dell’ordine ai cittadini che hanno davvero fatto il possibile per aiutare i naufraghi".
Ringraziamo tutti il ruvese Luciano Lorusso per il suo esempio e la sua dedizione agli altri.