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Il Pd di Corato inteviene sul Parco dell’Alta Murgia

Redazione
Corato sia promotrice di un Parco contraddistinto da etica, rispetto per l'ambiente ed attività sostenibili.
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Pubblichiamo di seguito un comunicato della sezione del Pd di Corato che parla del Parco dell’Alta Murgia, che coinvolge anche Ruvo e Terlizzi.

Siamo più che felici che nella nostra città inizino a susseguirsi una serie di iniziative tese a valorizzare il territorio ed il Piano dell’Alta Murgia.
Esiste un detto che dice “Meglio tardi che mai”. Apprendiamo con somma soddisfazione che il nostro Sindaco, ora presidente regionale dell’ANCI, abbia finalmente rivisto la sua posizione e si sia candidato a tutor dell’Alta Murgia, così come l’Assessore provinciale all’agricoltura Franco Caputo, che in altri tempi hanno contestato e contrastato fortemente la nascita e la zonizzazione iniziale del Parco.
Ci piace fare un veloce escursus della vicenda Parco degli ultimi anni.

La nostra città, storicamente, ha sempre considerato la Murgia una zona con poca ricchezza e attrattiva. Economicamnente utile solo alla pastorizia per via della natura arida del terreno, praticamente inproduttivo. Solo alcuni luminari della cultura e della politica (menzioniamo il Sen. Pasquale Lops per tutti), avevano inteso che quei luoghi apparentemente aridi erano una ricchezza da proteggere, innanzitutto dalle incursioni e dagli inquinamenti militari e da valorizzare culturalmente. Lops è ben conosciuto nei centri limitrofi in quanto girò assiduamente per promuovere la sua idea di Parco di Pace.
Negli anni 80-90 altri personaggi non ne colsero l’importanza ma si limitarono solo ed unicamente a sfruttare opportunità di breve respiro approfittando di lacunose leggi europee di finanziamenti per nuovi insediamenti produttivi sotto il manto di un evento miracoloso: quello di far crescere grano o frutta, o uva sull’Alta Murgia. Questi personaggi hanno sì ottenuto i finanziamenti reinvestiti sul territorio ma hanno osato sfidare troppo la natura con la presunzione di rendere tali luoghi, ricchi di storia e cultura, il nuovo tavoliere delle Puglie

Nel frattempo gruppi sparsi di cittadini iniziarono a riproporre l’idea di una Murgia da proteggere che valorizzasse e rilanciasse la storica e capillare antropizzazione, fatta di piccole attività zootecniche, artigianali e culturali. Nacque così, alla fine degli anni ’90, la rete dei Comitati Alta Murgia (CAM), a cui Corato partecipò da protagonista. Il CAM di Corato, che contava circa 30 sigle di associazioni, federazioni sindacali, partiti, parrocchie, ecc, ha lavorato per diversi anni per il Parco Rurale dell’Alta Murgia, contribuendo ad organizzare quel grande evento che forse tutti ricorderanno: la marcia Gravina Altamura. Il lavoro del C.A.M di Corato fu spesso intralciato (senza mezze misure) d chi oggi si è ravveduto. L’Amministrazione Perrone dell’epoca, non partecipò alla suddetta Marcia, forse perché gongolandosi della propria onniscienza, o per machiavelliche strategie politiche, non aveva voluto dare ascolto, ancora una volta alle minoranze di questa città.
Sicuramente il primo cittadino, all’epoca, non voleva inimicarsi nessuno.

Gli interessi ambientali, storici, culturali ed economici legati alla valorizzazione di un territorio passavano in second’ordine e tutto si riduceva ad un semplice scontro sulla perimetrazione geografica del Parco e sulle “non regole” di sfruttamento imprenditoriale dello stesso. Il CAM cercava di spiegare che bisognava essere bravi a considerare il Parco una opportunità e non un ostacolo, promuovendo attività di sviluppo rurale e culturale in sintonia con le caratteristiche stesse della zona carsica e non continuare a promuovere attività che, evidentemente, erano solo tese a sfruttare finanziamenti di breve respiro.
Caso volle che la grande Operazione Apocalisse (di cui molti hanno perso memoria), smantellò una rete di “furbetti” che avevano scavalcato vincoli di tutela del paesaggio per più di 2000 ettari. 86 indagati, 30 arrestati, circa 30 milioni di metri quadrati di territorio posti sotto sequestro penale.

Il C.A.M. di Corato non cantò vittoria, tutt’altro: rimarcò la "questione morale" di tutta questa faccenda, immedesimandosi anche nelle amarezze di chi, allucinato dal falso benessere del momento, aveva messo a repentaglio una vita di sane tradizioni familiari e attività agro-pastorali. L’articolo si chiudeva con questo invito "La vasta area murgiana è a tutt’oggi un territorio a rischio, basti pensare alla cementificazione selvaggia che si sta verificando nell’area murgiana pre-Parco che, invece, dovrebbe essere oggetto di tutela e valorizzazione anche in termini produttivi. La questione murgiana è il baricentro di tale questione morale.

È necessaria e urgente una inversione di rotta che abbia il coraggio e la capacità di affrontare, con serietà e rigore etico, i grandi problemi della città di Corato abbandonando gli eterni toni propagandistici e retorici che spesso contraddistinguono la vita politica della città."
Ancora recentemente, a Corato, si sono organizzati incontri in cui palesemente si parlava di voler affossare il Parco senza mezze misure o farne uscire il territorio di Corato dal perimetro: probabilmente qualcuno sogna ancora di far crescere campi di fragole sulle terre ormai definitivamente spietrate. Intanto si susseguono incendi (1 e 2) di cui si è in rispettosa attesa sul prosieguo delle indagini, per valutarne la natura dolosa o spontanea.
La nostra speranza e proposta è che la città di Corato sia promotrice di un’idea di Parco contraddistinta da etica, rispetto per l’ambiente ed attività sostenibili.

domenica 16 Gennaio 2011

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