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Anche a Ruvo si combatte per l’acqua.

Redazione
Una disposizione che va a concludere quel graduale processo di esproprio del bene comune acqua compiutosi silenziosamente e subdolamente nel corso dell'ultimo decennio, con il contributo trasversale d
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Lamonarca Vito, che annuncia la costituzione del comitato acqua bene comune, domani, 3 Maggio.

Mentre la campagna referendaria a difesa dell’acqua pubblica, iniziata il 25 aprile in tantissime città italiane, avanza con fervore, anche Ruvo si accinge a mobilitare le proprie risorse locali per contribuire alla raccolta firme necessaria alla promozione di un referendum che nella prossima primavera tenterà di abrogare una serie di norme le quali, affidando formalmente la gestione del servizio idrico ai privati, mercificano, nella sostanza, un diritto universale, un bene comune di tutta l’umanità.
Le disposizioni legislative che assoggettano definitivamente la gestione dell’acqua alle leggi del mercato e del profitto sono l’art 23 bis della L. 133/2008 così come modificato dall’art. 15 della L. 166/2009 (meglio conosciuto come “Decreto Ronchi”). Una disposizione che va a concludere quel graduale processo di esproprio del bene comune acqua compiutosi silenziosamente e subdolamente nel corso dell’ultimo decennio, con il contributo trasversale degli schieramenti che in questo arco temporale si sono succeduti.

In questa campagna di riappropriazione della risorsa più preziosa per la vita, l’Azione Cattolica ha deciso di spendersi per dare il suo tangibile contributo alla proposta referendaria avviata dal Forum nazionale dei movimenti per l’Acqua.
Tuttavia, la valenza sociale della posta in gioco ci ha indotto ad un paio di riflessioni: la prima è quella di considerare l’azione in rete un’ottima strategia per conseguire più alti obiettivi con il minor dispendio di energie; la seconda è che gli obiettivi conquistati condividendone sacrifici e glorie tendono a costruire un tessuto sociale, seppur ricco di belle realtà aggregative, più omogeneo e coeso.
All’evento che il 28 aprile scorso si prefiggeva di coinvolgere quante più realtà presenti sul nostro territorio hanno partecipato le associazioni SEHALIAH, ANP GIA Ass. Pensionati, La Fabbrica di Nichi, il Gruppo Speleologico Ruvese, il Segreterio del PRC oltre ad alcune singole individualità e l’Assessore Nico Curci in rappresentanza della civica amministrazione. Impossibilitati a partecipare hanno dato la propria disponibilità le ACLI, l’Associazione Tra il Dire e il Fare e l’Associazione TERRAE.

Tutte quante sanciranno Domani 3 maggio, alle ore 19, presso la sede delle ACLI in piazza Cavallotti, 37 il formale impegno a far parte del comitato ruvese Acqua Bene Comune. Nel corso di tale adunanza si provvederà altresì a stilare un calendario di eventi per la raccolta delle firme sul nostro comune. Nel frattempo, i cittadini possono già recarsi presso le seguenti sedi permanenti per apporre la propria firma sui moduli opportunamente predisposti:
 Ufficio Autentiche del Municipio in Vico Modesti tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 ed il giovedì dalle 17.00 alle 19.00;
 Circolo A.C.L.I. in piazza Cavallotti, 37 nei giorni lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 19.00 alle 20.00;
 Camera del Lavoro CGIL in Corso Carafa, 2 nei giorni lunedì, mercoledì e giovedì dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 17.30 alle 19.30.

Mi sia permesso di esprimere un ulteriore pensiero a conclusione di questo articolo.
Forse Ruvo conta un numero maggiore di aggregazioni che hanno a cuore la difesa dei diritti inalienabili dell’essere umano. Per questo motivo, lunedì prossimo, il portone della sede del Circolo ACLI resterà “spalancato” a quanti, in forma singola o associata, matureranno il desiderio di lasciarsi coinvolgere in questa avventura. Un’avventura che permetterà a coloro che si sentono cittadini, prima che sudditi, di riappropriarsi dei propri diritti, dell’acqua, della propria vita. Affinché dei ruvesi si possa tornare a raccontare di una comunità che si lascia coinvolgere, di una comunità capace di sperare e di sognare, ma anche di indignarsi e per questo capace di impegnarsi tenacemente affinché la sacralità e la dignità della persona umana non sia assecondata alle logiche del mercato, del profitto e della speculazione.

Vito Lamonarca
Coordinatore cittadino di Azione Cattolica

domenica 2 Maggio 2010

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