Politica

Antonio Minafra dopo le dimissioni: «L’affetto vivo e sincero delle persone mi ha gratificato».

Grazia Ippedico
Nel rischio di non fare bene una delle due cose, il proprio lavoro da privato cittadino e il lavoro di assessore alla cultura, l'ex assessore si è trovato a dover scegliere.
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È stato rimesso nelle mani del primo cittadino il mandato dell’assessorato alla Cultura, alla Pubblica Istruzione e al Turismo. L’assessore Antonio Minafra in data 15 Ottobre ha consegnato le dimissioni dall’incarico politico che ha ricoperto per otto mesi. Poltrona nuovamente scoperta, e un apparente senso di instabilità politica che viene smentito all’istante dallo stesso Minafra.
Infatti nella lettera di dimissioni precisa che la decisione assolutamente di carattere personale non deve essere interpretata come fuga dalla politica ma come una scelta che segue il percorso politico del Movimento di cui l’ex assessore fa parte: il continuo rinnovamento nella continuità.
Questo porta a proporre nuove personalità con il proprio bagaglio di esperienza e preparazione arricchendo il paese e la politica.

Ma cosa ha portato Antonio Minafra a dimettersi? In un mondo che accusa una crisi di valori incontrollata e incontrollabile, Minafra ha deciso di portare avanti il valore del lavoro.
Il lavoro va rivalutato e riscoperto soprattutto al sud, e per chi, come l’ex assessore, considera l’assessorato come un lavoro non può portare avanti a lungo, due realtà nelle piene capacità e forze.
C’è da parte di quest’uomo una forte e vera passione per la politica, ma altrettanto forte e vera è la passione per il lavoro con il quale ha un impegno contrattuale dal quale non può esimersi.
Nel rischio di non fare bene una delle due cose, il proprio lavoro da privato cittadino e il lavoro di assessore alla cultura, Antonio Minafra si è trovato a dover scegliere: pienamente consapevole che pensare di poter occupare una poltrona per sempre sia assurdo, che fare il politico a vita e abbandonare una vita lavorativa che dà soddisfazioni e gratificazioni sia razionalmente impossibile, e avendo lo stesso Movimento accettato con serenità la scelta, Antonio Minafra non ha avuto dubbi su cosa dovesse fare.
Portare il valore del lavoro in primo piano, per onorare impegni presi in precedenza e dedicare meno tempo ed energie alle passioni politiche sembra per l’ex assessore alla cultura la scelta eticamente più giusta e plausibile. Questo non denota che si defili dalla politica: sarà meno presente ma sempre attivo sul territorio.

Sicuramente a molti cittadini mancherà il suo lavoro, la sua presenza, la sua disponibilità e il suo impegno vivo e costante. Appena sparsa la voce delle sue dimissioni, tanti hanno chiamato Antonio Minafra per cercare delle risposte ai propri perché. «L’affetto vivo e sincero delle persone mi ha gratificato. Non mi aspettavo davvero tutte le telefonate che ho ricevuto negli ultimi giorni. Questo mi fa pensare che ho svolto bene il mio lavoro di assessore e ne sono felice».

Entrando più nello specifico e nel personale chiediamo allora quali sono le soddisfazioni maggiori ricevute durante il mandato d’assessorato.
Sono riuscito a costruire una rete di relazioni sul territorio indipendenti dalla politica. Il forum delle associazioni viene concepito come un organo che non si lascia condizionare ma che interagisce con la pubblica amministrazione. È importante concepire la politica subordinata alla popolazione.
Io mi sono messo molto a disposizione. Ho messo tempo, spazi ed energie al servizio della comunità e ne ho avuto il riscontro.
Inoltre sono molto orgoglioso di aver attivato l’iter per il Polivalente che avrà una funzione teatrale. Come ho più volte detto Ruvo ha bisogno di un teatro, le manifestazioni estive ne sono state una conferma. Iniziamo a fruttare gli spazi che abbiamo, ad utilizzare le strutture già esistenti.
Importante è stato anche far partire le mense il 1 ottobre quando tutti dicevano che era una cosa impossibile.

Qualche rammarico? Cosa sarebbe piaciuto riuscire a fare e non ne è stato in grado?
Non sono stato capace di far capire l’importanza che la biblioteca ha sul territorio. Non è stato possibile iniziare ad attivare le procedure per far attivare l’apertura pomeridiana, ma soprattutto non sono stato in grado trasmettere la sensibilità a chi di dovere, affinché si aprisse la biblioteca nel pomeriggio.
Inoltre non sono riuscito a trasmettere la giusta dose di sensibilità verso il centro storico che viene utilizzato come libero parcheggio.
Alla presenza del presidente del Touring Club, abbiamo dato una pessima immagine di una meravigliosa piazza Garibaldi. In questo caso ci vuole davvero soltanto buon senso senza andare a fare variazioni di bilancio.
Di qui l’invito accorato, che faccio al comandante della polizia municipale, di innamorarsi un po’ di più della città che lo ospita e non permettere che una stupenda piazza diventi il posto privilegiato del libero arbitrio. Mi sono vergognato di essere ruvese in questa occasione così come quando l’attrice americana Miranda Richardson, ha visitato la nostra cittadina e un condomino del palazzo Jatta senz’altro in buona fede, ha deciso di ripulire le proprie cantine deturpando l’estetica di luoghi quasi sacri, conferendo un duro colpo per l’immagine della comunità ruvese. C’è una peccaminosa carenza di senso civico, nella nostra città!

Come giudica il proprio lavoro e il lavoro di assessore?
Questi sono stati mesi esaltanti abbiamo lavorato moltissimo e abbiamo prodotto moltissimo rispetto soprattutto alle risorse a disposizione.
Abbiamo trasformato i fichi secchi i deliziosi pasticcini di mandorle e, contrariando il detto, abbiamo potuto celebrare le nozze.
Le operazioni sono state possibili grazie al contributo dei collaboratori e dei dipendenti del Comune. Non posso eludermi dal ringraziare l’eclettico dottor De Cillis, l’insostituibile Anna D’ingeo, il disponibile Emanuele, ineguagliabile Gildo Gramegna, l’insuperabile Rosa Cantatore, prezioso Michele Di Gioia.
I miei ringraziamenti più sinceri vanno a Pellegrini, Pellicani, Caldarola e Di Vittorio, che lavorano presso la Biblioteca Comunale.
Le relazioni tra le persone sono indispensabile per attivare processi virtuosi. Chiunque ha qualcosa di buono e la esterna se ben disposto. Non servono contrapposizione o stereotipi secondo i quali i dipendenti comunali, non garantiscono sempre il meglio. Ringrazio infine di cuore gli operatori che hanno lavorato con me, gli imprenditori che hanno interagito, i cittadini singoli e le associazioni. Grazie a Michele Pellicani, grazie alla redazione di Ruvolive.

Vuole lasciare un messaggio ai suoi colleghi assessori e al suo successore?
Non posso omettere che in questi mesi ho accusato un forte senso di frustrazione. Ogni sera davanti allo specchio mi interrogavo chiedendomi cosa avessi fatto di buono per la comunità? E spesso le risposte erano deludenti. Vorrei che tutti si guardassero allo specchio e si facessero la stessa domanda. Solo questo.
Bisogna cambiare concezione della politica e comprendere che per cambiare il paese l’amministrazione deve mettersi a disposizione e deve essere più presente.

Attendiamo adesso notizie riguardo il successore di Minafra, auspicando che sia all’altezza del compito lasciatogli in eredità.

lunedì 22 Ottobre 2007

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ciclamino
ciclamino
16 anni fa

E’ molto difficile che la cultura sia acquisita come valore fondante delle comunità: far capire che i veri cambiamenti accadono se un paese cresce in relazione alla crescita mentale delle persone, è un percorso arduo nel quale Antonio con coraggio e sofferenza si è cimentato. A me, vedermi tagliare i fondi in consiglio comunale per cose in cui credo (che sogno, una biblioteca!) sarebbe venuto un infarto. Anto’, fare autocritica è giusto, ma non esagerare!

bugsbunny
bugsbunny
16 anni fa

evviva!!!!!!!!!!!!!!

crisalide76
crisalide76
16 anni fa

Messaggio per l’ex assessore: Le persone che hanno sempre lavorato non vengono gratificate, anzi…..