Cultura

Una tavola rotonda e il film “300” chiudono la mostra “Eikomix”

Elena Albanese
Il fumetto come una vera e propria forma d'arte che sicuramente influenza la formazione e le scelte di vita di chi ne fruisce.
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Domenica 23 settembre è stato l’ultimo giorno per vedere la Mostra del fumetto storico archeologico “Eikomix: o l’immaginario dell’Antico”, allestita presso i locali del Convento dei Domenicani in via Madonna delle Grazie.

Ma forse anche il giorno migliore per farlo, in particolar modo per gli appassionati del genere che, con tanto di penna e taccuino, hanno partecipato alla Tavola Rotonda conclusiva dal titolo “L’Archeologia, la Storia, l’immaginario dell’Antico”. Dopo i saluti di rito degli organizzatori e delle autorità intervenute, è stato dato spazio a tre esperti del settore che hanno approfondito altrettanti temi.

Antonio Stramaglia, dell’Università degli Studi di Cassino, ha raccontato “Momenti di storia del fumetto nel mondo greco-latino”, documentando attraverso le sue slide che questa forma d’arte ha origini antichissime, di cui sono stati rinvenuti esempi addirittura nelle zone di Prenestina e di Pompei. Essa aveva finalità ludiche, ma non solo. Interessante la scoperta che secoli fa già esistesse la serialità: una sorta di “strip” o “striscia” (come la definiremmo noi oggi) antelitteram. Ne sono un esempio i medaglioni istoriati di terracotta della Valle del Rodano, che si applicavano sui vasi e rappresentavano scene erotiche, mitologiche o di vita quotidiana.

Gianfranco Adornato, della Scuola Normale di Pisa, si avventura in un’affascinante parallelo tra l’Odissea di Omero e una versione della stessa disegnata da Milo Manara nella disquisizione “Iconografie Antiche, trasposizioni Moderne”. Tra similitudini e differenze, dovute principalmente all’elemento erotico che contraddistingue il tratto del grande disegnatore, si scorrono vicende e personaggi di uno dei classici della letteratura, da Circe, a Scilla, alle Sirene, fino alla “grande assente” nell’opera di Manara, Penelope.

Elena Musci, che ha sostituito Antonio Brusa dell’Università degli Studi di Bari, assente per motivi di salute, ha chiuso il Convegno affrontando il tema “Le Termopili tra fumetto e didattica”, ripreso poi nella successiva proiezione cinematografica: il film del 2006 di Zack Snyder “300”, unico esempio di trasposizione fedele, anche nelle inquadrature e nei colori, dell’omonimo fumetto, presente fra le tavole della mostra.

Quest’ultima ne comprende 30 che descrivono la sintesi di circa 50 anni di fumetto storico ed è inserita nel programma “Ruvo città aperta 2007”. Essa riprende una ricerca iniziata nel 1998 nell’ambito del progetto “Giano” del Liceo “O. Tedone” ed è stata curata dalla prof.ssa Cosma Cafueri, presidente del CE.DI.S.A.
Attraversa nomi e soprattutto segni che hanno accompagnato l’infanzia di giovani e meno giovani. La “striscia” più antica è la storia dell’Impero Romano disegnata da Franco Caprioli nel 1950 per il “Vittorioso”. Si scorrono titoli e caratteri di periodici a noi cari, come Il Giornalino, il Corriere dei Piccoli o il leggendario Corriere dei Ragazzi. Allo stesso tempo si possono riconoscere i fumetti di miti assoluti del genere: dal recente Dylan Dog di Tiziano Sclavi all’Ercole di Ugo Pratt, ancora senza l’H nel nome!

È “il tempo vissuto che si fa immagine, emozione, riflessione e passione”, recita l’introduzione alla mostra. Essa presenta infatti il fumetto come una vera e propria forma d’arte che sicuramente influenza la formazione e le scelte di vita di chi ne fruisce. Argomento molto interessante da approfondire e che sarà affrontato nel secondo step del lungo ed elaborato studio che l’ha generata.

mercoledì 26 Settembre 2007

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