Cultura

La Morpheus Ego racconta una Puglia d’armi

Nico Andriani
La proiezione all'interno delle manifestazioni di Minervino
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La Morpheus Ego stasera alle 18 all’interno della sagra del Fungo Cardoncello presso il Comune di Minervino, proietterà il docudramma "La terra, il cuore, la spada" che rientra nel progetto  denominato Le Vie delle Murge Cavalleresca, un progetto che, attraverso 3 interventi (1-conferenze sulla transumanza, 2-spettacoli teatrali dal vivo nel centro storico di Minervino, 3-il docudrama appunto), intende valorizzare un territorio spesso dimenticato o, peggio, maltrattato come quello delle Murge, riportando l’attenzione sulla figura dei cavalieri che molto spesso associamo solo ad un medioevo e ad un rinascimento dell’Italia centrosettentrionale, dimenticando totalmente il loro ruolo fondamentale anche nella storia pugliese (come ad esempio la disfida di Barletta).

L’importante produzione, patrocinata dalla Regione Puglia, dalla provincia di Bari e dai comuni di Minervino ed Andria, nasce da una collaborazione tra Morpheus Ego Kinema  e il Teatro delle Molliche di Corato, e si ispira ad un fatto storico realmente accaduto, uno degli episodi che segna un antefatto della disfida di Barletta, in un periodo in cui la nostra regione era sotto la duplice invasione di Spagna da un lato e Francia dall’altro, dove emerge la figura di Pierre Du Terreil, altrimenti detto Bayard, che rappresenta l’ideale di eroe senza macchia e senza paura, che e’ il protagonista della storia (già protagonista di un suggestivo spettacolo teatrale dal vivo tra le vie del centro storico di Minervino a cura dello stesso Martinelli).

Agli inizi del Cinquecento le due più forti potenze d’Europa, Francia e Spagna, avevano segretamente concertato, a Granata, di espandersi a danno di Federico d’Aragona, re di Napoli, reame di cui facevano parte le regioni di Campania, Abruzzi, Calabria, Puglia e Basilicata.

A Luigi di Francia sarebbe toccata la Campania e gli Abruzzi, a Ferdinando il Cattolico la Calabria, la Puglia e la Basilicata; ma i problemi nacquero quando i francesi cominciarono a rivendicare il Tavoliere, cioè i ricchi granai della piana foggiana, e le riscossioni della Dogana delle Pecore, cominciando a parlare di Puglia solo a partire al di là dell’Ofanto. In un primo momento i due sovrani se ne lavarono le mani e affidarono la composizione della controversia ai due plenipotenziari, il duca di Nemours e Consalvo da Cordova.

In attesa che le diplomazie dei due paesi giungessero ad un’intesa, i due eserciti presero stabile posizione sulle terre da essi occupate, ciascuno cercando alleanze fra i signori del posto, con la promessa di cospicui privilegi. Per la Francia, che aveva in quel momento l’esercito più forte, circa 10.000 uomini, si schierarono prevalentemente i signori della ricca nobiltà terriera, mentre i liberi Comuni si schierarono perlopiù dalla parte spagnola che faceva affidamento su circa 8.000 soldati. Proprio perché erano più numerosi, i francesi, come abbiamo visto, presero stanza in diverse città: Canosa, Ruvo, Minervino, Bisceglie e Cerignola mentre gli spagnoli decisero di occupare una sola città, Barletta.

Mentre gli spagnoli, al sicuro nelle mura della città, attendevano gli sperati rinforzi, all’esterno i francesi cominciarono a compiere delle scorribande nelle campagne circostanti. Un giorno Bayard, che faceva le veci del duca di Nemours, vicerè di Francia alla corte di Minervino e dove svolgeva mansioni anche di protezione dei pastori della transumanza oltre che essere un capo militare, radunati numerosi cavalieri, volle organizzare una sortita, e così si avventurò verso Barletta.

Nel tragitto, imbattutosi in un folto drappello di spagnoli, ne fece prigioniero il capo manipolo, don Alonso Sotomayor, che condusse prigioniero nel proprio accampamento trattandolo secondo le regole della cavalleria. Pagato il riscatto e rientrato a Barletta, il Sotomayor si lamentò che il cavaliere francese non avesse rispettato le regole della cavalleria.

Il cavaliere de Bayard, venutolo a sapere, prontamente lo sfidò. Il combattimento ebbe luogo in un tratto di terreno compreso fra Andria e Corato, sullo stesso terreno dove, di lì a qualche mese, sarebbe avvenuta la Disfida vera e propria. L’imprudente don Alonso ebbe la peggio perché, dopo un furioso combattimento, fu mortalmente e involontariamente trafitto, epilogo invero infrequente a quei tempi, quando uno scontro per motivi di onore raramente conduceva alla morte uno dei due contendenti.

Il docudramma, sceneggiato da Raffaele Tedeschi, il quale recita anche nel film, vede alla regia Michele Pinto e Francesco Martinelli alla prima esperienza da co-regia dopo tante collaborazioni e mostra strutture narrative molto teatrali e ben mixate con le tecniche della cinematografia moderna
Nel film c’e’ anche una straordinaria partecipazione di Felice Altomare, importante attore di teatro ma anche televisivo, il quale interpreta la parte di Consalvo da Cordova, vicere’ di Spagna in Puglia.

Continua, pertanto, da parte della ditta Pinto&Tedeschi quella nobile opera di riscoperta e rivalutazione di una parte di Storia lasciata persa tra le pagine ingiallite dei vecchi libri di scuola ma che raccoglie, al suo interno, un passato rigoglioso e dignitoso della nostra terra, lentamente deturpata e assoggettata, ma di cui bisogna mantenere memoria per fare del nostro glorioso passato un punto di rilancio per il futuro e per le sorti della Puglia stessa, vecchio centro del mondo, ponte tra Oriente e Occidente, terra mistica e tuttora densa di fascino.

domenica 29 Ottobre 2006

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