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Musei chiusi in città, Italia viva e Ruvo Democratica: «Non ammissibile per una Città d’Arte»

La Redazione
«In questo panorama indiscutibilmente desolante e incerto, come cittadini, ci rendiamo conto di essere esclusi dalle decisioni che riguardano la nostra comunità e il nostro patrimonio artistico​​»​
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La sezione ruvese di Italia Viva e il comitato civico Ruvo Democratica in una nota analizzano lo stato in cui si trovano alcuni beni storici, artistici e architettonici a Ruvo di Puglia, soffermandosi, in particolare, sui lavori di ristrutturazione del Museo Nazionale Jatta.

«Assistiamo da anni – scrivono -, da parte di più soggetti, istituzionali e non, a una narrazione ripetuta riguardante scelte che coinvolgono tutta la comunità e che sembrano mettere a conoscenza i cittadini ruvesi solo quando i percorsi sono già definiti e le scelte prese. Ci chiediamo, oggi più che mai, se questa sia partecipazione, attivazione di processi condivisi, politica generativa.

E sembra addirittura vergognoso che taluni, che ancora si interessano alle questioni che riguardano questa comunità, non solo non sono grati o inneggianti a chi queste decisioni le ha prese nel silenzio delle proprie stanze ma sono rei di voler strumentalizzare delicate questioni che, come cittadini, li riguardano.

Naturalmente senza considerare che quando si tratta di beni così identitari, così come quelli contenuti all'interno del nostro Museo Nazionale Jatta, il dibattito e lo scambio di idee sono fondamentali per tenere viva l'attenzione e continuare a stimolare quel senso di comunità e legame civico di cui oggi abbiamo bisogno più che mai.

Detto ciò, urge fare delle precisazioni e delle considerazioni a beneficio della questione tutta e di tutti coloro che vi si interessano partendo dalla convinzione assoluta che il dibattito che si è alimentato è animato da persone di alto profilo culturale e professionale, espressione di questa comunità, che hanno come solo e unico obiettivo la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio storico – artistico – archeologico.

Del finanziamento che riguarda il Museo Nazionale Jatta (fondi Pon) se ne parla almeno da circa 5 anni, così come del finanziamento per la ristrutturazione dell'ex convento dei Domenicani (Pinacoteca Comunale), sito museale deputato a ospitare mostre tematiche ed esposizioni temporanee e non.

A questo si aggiunge che oggi anche il Museo del Libro/Casa della Cultura non è totalmente utilizzabile perché abbisognevole di importanti lavori di restauro (solo per essere parziali, nel salone rococò le infiltrazioni di umidità hanno invaso buona parte della volta causando anche il distacco di alcuni stucchi dorati restaurati pochi anni or sono).

Quindi, tirando le somme:Museo Nazionale Jatta chiuso; Pinacoteca d'arte contemporanea chiusa, Palazzo Avitaja chiuso; Museo del Libro/Casa della Cultura non totalmente utilizzabile.

Ora, al netto di questo, cosa è necessario che faccia o che avrebbe dovuto fare una amministrazione attenta, capace di programmare scelte oculate per garantire a Ruvo una doverosa copertura ed una continuità nella fruibilità delle nostre risorse culturali?

Secondo noi:

-programmare con largo anticipo tempi e spazi che garantiscano la propria città;

-promuovere le potenzialità e le professionalità presenti anche nella ricerca di possibilità alternative e realistiche individuate a tempo debito;

-avere la capacità di trasformare i punti di debolezza in opportunità pensando a soluzioni che mettano al centro i propri beni culturali come leva del settore turistico e di tutta una economia territoriale.

E invece…è trascorso del tempo inoperoso che sembra condurci a scelte obbligate. Dopo 5 anni in cui la questione Museo Jatta è stata posta sotto silenzio (volutamente?) e sembra non aver ricevuto la dovuta programmazione e attenzione anche agli occhi della comunità tutta, cosa ci viene comunicato?

-Che la Pinacoteca di Arte Contemporanea sarà il luogo destinato a ospitare una esposizione contenente i reperti rinvenuti negli anni sul nostro territorio e conservati nei depositi della Soprintendenza archeologica di Bari. Certamente lodevole l'accordo concluso negli ultimi tempi con la Sovrintendenza, ma quanto tempo ci vorrà affinché il luogo e i reperti siano messi nelle condizioni di essere esposti? Anche in questo caso, le informazioni a disposizione di tutti sono vaghe e poco chiare (cronoprogramma, numero di sale impegnate, modalità di gestione…).

-Che il Vaso di Talos sarà trasferito a Palazzo Caputi per essere esposto all'interno della mostra riguardante il suo restauro insieme con un filmato multimediale sul Museo Jatta; la mostra fece tanto discutere già nella sua prima edizione. Ma intanto non si hanno ancora le autorizzazioni necessarie allo spostamento a causa dei "tempi biblici" dello Stato nel rilascio della garanzia di stato. Per l'allestimento si è pensato di utilizzare le due stanze multimediali oggi sede dei due monitor touch screen e di uno scenografico impianto tridimensionale sfogliabile virtualmente. Tali supporti multimediali raccontano, mediante filmati e immagini, la storia della stampa in generale e a Ruvo di Puglia, le scansioni di alcune delle cinquecentine conservate nel patrimonio del Museo del Libro, gli approfondimenti sull'archeologia e molto altro ancora. Le strumentazioni e i contenuti multimediali sono costati circa 100.000 euro e sono state lasciate, da diverso tempo, abbandonate a loro stesse a causa di un guasto mai riparato senza alcuna motivazione.

-Che i lavori di ristrutturazione per il Museo Jatta dureranno 9 mesi. A partire da quando? E fino a quando? Tutto è vago, considerato che il progetto esecutivo non è ancora completato e che i lavori si prevedono complessi e delicati, così come dichiarato dalla stessa direttrice nell'articolo di Repubblica. Insomma, considerando le lungaggini già menzionate, della favola dei 9 mesi non ci credono neanche i bambini.

In questo panorama indiscutibilmente desolante e incerto, come cittadini, ci rendiamo conto di essere esclusi da qualsivoglia decisione che riguarda la nostra comunità e il nostro patrimonio artistico.

E non riteniamo che sia accettabile che la nostra Città d'arte, così bella di suo, venga privata di quegli elementi strutturali che costituiscono un sistema capace di creare occasioni di crescita professionale, culturale e civile e di attrarre nuovi investimenti in settori economici trainanti per il nostro territorio, come la cultura e il turismo».

mercoledì 23 Dicembre 2020

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