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Covid e crisi nel comparto “wedding”, il dj Rino Straniero: «Un tunnel buio. Spero nella ripartenza»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Operante da ventitré anni nel settore dell'intrattenimento e dell'animazione nei ricevimenti nuziali, il dj ruvese parla della crisi che attanaglia i suoi colleghi
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Non chiedono ristori, ma solo di essere messi nelle condizioni di tornare a lavorare in sicurezza secondo una programmazione concordata con le Istituzioni. 

Sono i lavoratori della filiera del wedding, delle realtà aziendali gravitanti intorno al mondo del “matrimonio” che, dalla primavera del “lockdown”, sono entrate in crisi per le necessarie restrizioni antiCovid, fissate nei Dpcm: anche in quello del 14 gennaio 2021, “sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto,  ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili  e  religiose”.

Lo scorso 21 gennaio si è svolto un incontro tra le associazioni della filiera del wedding , l’Associazione Wedding Planner Puglia e Puglia Wedding Production Association, Confindustria sezione Turismo Lecce e l’assessore allo Sviluppo economico e Politiche internazionali e commercio estero Alessandro Delli Noci.

Nella riunione è stata chiesta la costituzione di un tavolo tecnico permanente, in collaborazione con l’Assessorato alla Sanità, in vista delle prossime primavera ed estate, nelle stagioni di massima attività del settore, che fattura il 10% del Pil regionale.

La Puglia, inoltre, è una delle mete del wedding tourism: da altre regioni italiane o dal mondo vip e persone che non fanno parte del mondo dello spettacolo e del cinema scelgono, spesso, i suoi paesaggi come sfondo delle feste nuziali. Una declinazione del turismo che porta benefici a tutto l’indotto e non solo. 

Ma il Covid ha ridefinito le dinamiche del settore. Nel 2020,  infatti, si sarebbero dovuti celebrare in Italia circa 200mila matrimoni, di cui più di 9mila stranieri, per un valore pari a circa 42 miliardi di euro (dati Assoeventi). Ma già a marzo e aprile 17mila matrimoni sono cancellati o rinviati al 2021 e al 2022; nei mesi tra maggio e giugno ne sono cancellati 50mila, per una perdita economica stimata è pari a circa 26 miliardi di euro (dati estate 2020). 

Un po’ di “tregua” giunge con il Dpcm dell’11 giugno 2020 e la relativa ordinanza del presidente Emiliano con cui, in Puglia, si dà il via libera alle attività delle sale di ricevimento, sia pure nel rispetto delle Linee guida regionali che disponevano misure idonee a prevenire o ridurre il rischio di contagio.

Non solo: per favorire la ripresa, anche con il supporto del Comitato Tecnico scientifico per la ripartenza, istituito a maggio.

Ad agosto, Emiliano annuncia il “Programma Puglia Wedding Travel Industry” che, come si legge sul sito dell'Agenzia “Pugliapromozione”, “ha come obiettivo generale quello di sostenere la filiera del settore wedding affinché le feste nuziali programmate nei mesi successivi alla fase di lockdown possano tenersi e le coppie di sposi che abbiano scelto di festeggiare il matrimonio nei mesi in corso e a venire siano invogliate a mantenere fermo il loro proposito”. Alle imprese del settore si riconosce un voucher del valore di 1.500 euro per tutte le feste di matrimonio organizzate in Puglia dal 1° luglio al 31 dicembre 2020: il vantaggio per gli sposi è lo sconto sui costi della festa nuziale.

A novembre 2020, però, l’avviso è sospeso, nell’attesa di ricevere eventuali implementazioni della copertura finanziaria per far fronte alle numerose richieste.

Ne abbiamo parlato con il dj Rino Altamura, in arte Rino Straniero che, da ventitré anni, anima feste nuziali e ricevimenti. 

Che impatto hanno avuto, sino a ora, le restrizioni antiCovid sulla sua attività di dj ed entertainer?

«Le restrizioni anti-covid per il mio lavoro di deejay ed entertainer sono state devastanti: un lungo tunnel buio dove a tratti si intravede un po' di luce.

Nel periodo estivo, rispettando le misure antiCovid, abbiamo ripreso la nostra attività pensando pian piano di tornare a un minimo di normalità nei mesi a venire.

Ma, a oggi, ci ritroviamo, dopo quasi un anno, a rivivere l'incubo già vissuto in primavera, dove tutti i giorni siamo al telefono con gli sposi e le strutture per cercare una nuova data con la speranza di potercela fare».

I contributi legati a misure messe in campo dal Governo, da “Cura Italia” a “Ristori quater”, sono stati utili per affrontare questo momento?

«Il nostro settore ha subito un calo di fatturato del 70% e di questo se ne parla poco. Per quanto riguarda i ristori messi in campo dal governo, sono stati a mio parere male distribuiti e in alcuni casi non accessibili a tutti nonostante il calo nel nostro settore ha segnato tutta l'Italia. I pochi ristori che si è riusciti ad avere sono stati un sollievo in quanto erano mesi ormai in cui le entrate erano pari a zero».

E quelli messi in campo nella nostra regione? 

«Il “bonus matrimonio” non è stato molto utile non solo perché era un piccolo contributo – e non tutti sono riusciti ad averlo – ma perché le coppie avevano già deciso di rimandare la data del loro matrimonio al 2021: un matrimonio richiede tempi organizzativi non indifferenti».

Auspici per la sua categoria?

«In questo momento di stop forzato, stiamo pianificando la nuova stagione con l'augurio di ripartire quanto prima con serenità e sicurezza per poter tornare a fare quello per cui noi viviamo perché per noi la musica è vita».

 

giovedì 28 Gennaio 2021

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