Attualità

Terremoto. Ruvo aiuta anche con la scienza

Elena Albanese
Giusy Cappelluti, ruvese, laureata in Matematica, lavora "per uno spin-off dell'Università di Savona dove vi è un CNR - CIMA: Centro Interuniversitario per il Monitoraggio Ambientale".
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Ci sono stati, e speriamo non lo siano ancora, i giorni dell’emergenza, poi quelli del lutto e del cordoglio. Vogliamo che i prossimi siano quelli della speranza. La speranza proveniente dalla scienza e dallo sviluppo tecnologico, che cercano di prevedere, per quanto possibile, i disastri naturali.
Abbiamo letto che la nostra città sta dando una mano ai terremotati abruzzesi attraverso volontari e raccolte fondi. Ma sta lavorando anche perché ciò non debba più essere necessario.

Giusy Cappelluti è mia cugina. Ruvese, laureata in Matematica, lavora “per uno spin-off dell’Università di Savona dove vi è un CNR – CIMA: Centro Interuniversitario per il Monitoraggio Ambientale”.
Sapevo che all’occorrenza la sua professionalità e quella dei suoi colleghi sono al servizio della Protezione Civile, allora l’ho contattata per chiederle in cosa consiste il loro contributo in un momento così delicato e tragico. E lei, nonostante le nottate che ininterrottamente da lunedì scorso trascorre elaborando dati, ha trovato il tempo per rispondere.
“Il CIMA osserva e studia il pianeta ai fini di previsione di fenomeni meteorologici estremi in arrivo (alluvioni, frane…), ma anche per valutare i cambiamenti climatici e le crisi da essi generate.

Lo fa attraverso l’osservazione con sensori di pioggia, di vento ecc.. piantati fisicamente a terra o radar sparsi sul territorio nazionale. Ma anche tramite l’osservazione dall’alto con i satelliti: utilizza METEOSAT 2, il quale recupera dati (immagini) idonei per la previsione del tempo e si avvale, da poco e in via sperimentale dei NUOVI SATELLITI della costellazione di COSMO SKYMED, progetto all’avanguardia, tutto italiano, costituito da 4 satelliti realizzato da ASI e Telespazio. Ruotano in tandem attorno alla terra, “vedendola” da ogni lato. In orbita ce ne sono già 3.
Poi si generano teorie e infine modelli matematici: in base alle osservazioni essi sono validati o falsificati. I modelli e le teorie verificati vengono utilizzati e messi a disposizione della PROTEZIONE CIVILE come strumenti di previsione e allerta sempre più accurati.
Lo Spin-off University of Savona sviluppa la tecnologia: prende teorie e modelli validi del CIMA e li trasforma in strumenti software concretamente utilizzabili per fare previsioni. È specializzato in sistemi di sorveglianza meteo-idrologica finalizzati al supporto decisionale per l’emissione di messaggi di allerta a favore delle popolazioni esposte a rischi ambientali”.

Ciò che concretamente fanno è mettere in grado gli operatori di Sala della Protezione Civile di analizzare i dati satellitari e i modelli di previsione e di trarne delle informazioni comprensibili e perciò utili. Essi infatti non sarebbero capaci di interpretare un’immagine da satellite se non possedessero, appunto, un programma in grado di leggere quel dato!
“Generare il dato”, mi dice, “e produrre il software per leggerlo è la mia attività, che si svolge presso l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), che finanzia proprio le attività di ricerca sull’Osservazione della Terra”.
Nel caso del sisma che ha colpito l’Aquila e l’Abruzzo “le immagini da satellite sono utili perché danno la possibilità, se interpretate, di vedere com’era un luogo prima di un evento e come è dopo. E’ possibile cioè prendere due immagini pre e post evento, e, con opportuni modelli matematici, generare le cosiddette MAPPE DI CAMBIAMENTO. Sovrapponendole si può veder come è cambiata la terra a seguito dell’evento e, talvolta, cosa ancora potrebbe accadere. Ciò è fondamentale per l’evacuazione e i soccorsi mirati di Protezione Civile.

Da lunedì sera prendiamo continuamente immagini pre e post evento da Cosmo Skymed e le forniamo, nel più breve tempo possibile, al Dipartimento di Protezione Civile assieme agli strumenti necessari per generare le mappe di cambiamento, cosi che loro possano intanto guardare cosa è variato nella geografia del luogo e di conseguenza cosa c’è da attendersi, oltre a poter veder quali sono le zone sgombre di detriti. Vuol dire che piuttosto che mandare alla cieca i soccorsi, si guarda la mappa di cambiamento e si valuta l’agibilità o meno di una strada o di un percorso, con risparmio di tempo, meno rischi e ottimizzazione delle risorse”.
Ma quanti siete, chiedo, completamente affascinata da un mondo a me sconosciuto, che in silenzio cerca di salvare le nostre vite da catastrofi che mai come in questo momento ci sembrano incombenti.
“In sala operativa di Telespazio, che fa il lavoro di programmare i satelliti per scattare le fotografie, ci sono numerosissime persone, i tecnici turnano coprendo le 24 ore, gli ingegneri e gli esperti, ahimè, non hanno orari…vedi ieri…abbiamo fatto le 00.15!!”.
In conclusione le chiedo cosa pensa, da studiosa, della polemica relativa alla prevedibilità del terremoto: “Ritengo che Barberi in TV avesse ragione: la sua scuola di pensiero è la stessa del mio capo Prof. Siccardi, presso l’Università. Sono due scienziati di calibro internazionale: insieme hanno pensato, sognato e messo in piedi questo sistema di allerta meteo.
La loro idea di creare un sistema che studiasse la terra e fornisse il software utile per fare previsione anticipata di un evento disastroso, al fine di sgomberare la popolazione prima del disastro e non dopo, sotto le macerie, ora è un fatto.
Condivido la loro posizione: sui terremoti (e sulle frane) non vi è molto margine di previsione”.

domenica 12 Aprile 2009

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elsy63
elsy63
15 anni fa

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.3206502240
Terremoto, è emergenza disabili.Sono loro a soffrire di più dopo il sisma.
Il portavoce del Forum sulla Disabilità G. Griffo ricorda la
vicenda della giovane Eleonora, sorda dalla nascita, per 42 ore
sotto le macerie. E precisa: “Ancora non sappiamo quant’diversabili siano tra i terremotati”.La Protezione Civile ha creato un’apposita casella di posta elettronica a cui ci si puo’ rivolgere:
funzione.sanita@protezionecivile.it