Politica

Pug, è scontro fra Pd e RuvoLibera

La Redazione
I democratici denunciano una «denigrazione volgare», Albrizio risponde che le accuse contro di lui derivano in realtrà dal «fallimento del loro disegno di manipolare il sindaco "forestiero"»
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Tutto è cominciato, anzi è letteralmente dilagato, da un post pubblicato lo scorso 14 marzo su RuvoLibera, nel quale, in poche ma pungenti righe, si elogiava l'istituzione di una commissione esterna per le osservazioni al Pug, il piano urbanistico generale.

Stile e contenuto dell'intervento non sono evidentemente piaciuti – per usare un eufemismo – agli esponenti locali del Pd. «La misura è colma», hanno sbottato martedì i democratici ruvesi attraverso un comunicato. «Rompiamo il silenzio voluto e condiviso nei confronti della denigrazione volgare di un blog che si chiama “Libera”, libera di farneticare e delirare. Affermiamo così la nostra pesante disapprovazione dell’uso scandalistico che se ne fa, senza peraltro apportare alcun contributo a qualsiasi discussione.

“Sconfitto”, “partito ciambotto”, "braccio di ferro”, "partito trasversale”, “punto a favore”, “ingiusti privilegi”, “datti una mossa”», scrivono citando le parole incriminate del post, che occupano «oltre un rigo su circa otto in tutto di un intervento che segue cronologicamente tutta una serie di articoli aventi come bersaglio la Pubblica amministrazione e il Pd» che ne esprime la maggioranza dalla scorsa legislatura.

«Si tratta di materiale di un certo interesse sotto il profilo giuridico della calunnia verso la collettività e le sue istituzioni – proseguono -, meritevole di alcune brevi ma necessarie considerazioni. Tutti i cittadini sono liberi di esprimere il proprio pensiero e se ciò divenisse un impegno, la partecipazione popolare diventerebbe imprescindibile nei rapporti tra la pubblica amministrazione e la collettività; ma che cosa questi termini abbiano a che fare con la nomina di una commissione “esterna” per l’analisi delle osservazioni al Piano urbanistico generale del Comune di Ruvo di Puglia adottato lo scorso anno, salvo il delirio farnetichevole, non è dato comprendere; i supporti “esterni” all’attività di un ufficio Tecnico comunale sono prassi, e ne è testimonianza l‘intero iter di formazione del Pug della nostra città», spiega la nota.

«Vi è difficoltà a riconoscere le competenze tecnico-scientifiche, le credenziali e i titoli che l’instancabile autore di diversi interventi fantastici sul Pug mette in campo per dare valutazioni appropriate su uno strumento così complesso. Scartando per ipotesi la semplice “incapacità di intendere e volere” che scagionerebbe l’autore da ogni responsabilità nello scrivere di fantasia, in assenza di riferimenti documentali resta in piedi la precisa volontà di calunniare la Pubblica amministrazione, poiché se gli altri termini utilizzati nei precedenti e in questo ultimo articolo sono tipici del delirio, quello di “ingiusti privilegi” favoriti con il Piano rappresenta un'affermazione gravissima penalmente significativa.

Sul Pug si sono già espressi circa 70 enti sovraordinati in un procedimento di conferenza di copianificazione con la Regione ed è stato adottato all’unanimità dal Consiglio comunale. Non si è trattato certo di preparazione e discussione di un “ciambotto”», precisano i dem. «L’Amministrazione, con l’appoggio di tutto il partito, ha avuto la forza e la lungimiranza di aprire porte e finestre alla partecipazione vera e seria sullo strumento più importante per lo sviluppo della città. Per quattro anni, ogni mercoledì, cittadini comuni, tecnici di ogni età e professionalità, rappresentanti di associazioni e di partiti e semplici cittadini si sono incontrati pubblicamente in uno scambio di vedute, esperienze e saperi; con un dialogo fatto di ascolto e riflessione qualificata. Sono state recepite problematiche complesse e da tempo irrisolte, sono state indicate soluzioni per dare ordine al territorio e interpretare le linee di proiezione di una città che vuole valorizzare le sue radici, la sua bellezza, il suo paesaggio, ma che vuole anche guardare al futuro.

Rivendichiamo tutto il percorso come una buona pratica di lavoro collettivo, organizzato e condiviso, che ha guadagnato molti riconoscimenti e che continueremo a svolgere con identico slancio. La trasparenza che si alimenta della partecipazione è garanzia di legalità e chi ci ha creduto studiando i problemi del paese, confrontandosi, evidenziando problematiche e suggerimenti e al tempo stesso controllando lo stesso percorso partecipato, ha avuto tutta l’opportunità di essere parte attiva. Infangare, senza argomenti di merito specifico, il risultato di una così larga prova di democrazia e i contributi scientifici nei processi di scelte per la collettività mina le basi di un pensiero libero e di una Pubblica amministrazione trasparente.

Certamente tutto è migliorabile e perfettibile, i punti di vista possono cambiare, possono intravedersi anche altre impostazioni, altre visioni, altre soluzioni; è sempre legittima la riflessione sulle cose proposte ma il rigore e la serietà di un contributo come quello che ci si aspetta non passa attraverso l’accanita denigrazione, la volgarità, la superficialità, la mancanza totale di competenza e di serenità mentale tipica, nella circostanza, di chi persegue finalità opache alla collettività. A conclusione, ribadiamo con fermezza che la gravità dell’invettiva falsa e calunniosa è istituzionalmente rilevante in quanto concerne l’intera cittadinanza rappresentata da un Consiglio comunale che all’unanimità ha adottato il Pug e ricordiamo al responsabile del blog, se mai sia capace di ascoltare, che oggi come ieri questa amministrazione continua a esprimere la sua maggioranza attraverso il sindaco del Pd e i suoi consiglieri».

La risposta di Mario Albrizio, mente e penna del blog, non si è fatta attendere, altrettanto – se non di più – lunga e corposa. E parte dal mittente della pubblica missiva a lui destinata, definendolo «sedicente Partito democratico di Ruvo. Pd chi? Il direttivo? Il segretario? qualche "dirigente" in preda a manie di persecuzione? Non è dato sapere. Di sicuro qualcuno allergico alla firma e alla leale presa di responsabilità». Secondo Albrizio, che non si difende ma attacca a sua volta, la firma attribuibile al Partito democratico di Ruvo sarebbe uno sfregio a «tutti gli iscritti e simpatizzanti che nulla ne sanno, e che tante volte hanno manifestato in pubblico e in privato la stima e il sostegno per RuvoLibera. Il sedicente Partito democratico di Ruvo si sveglia e anziché rimediare ai danni fatti o almeno intonare un mea culpa, per quanto tardivo, che fa? "Attacca RuvoLibera"! Evviva! Finalmente un segno di vita…per quanto primordiale e come sempre negli ultimi anni scorretto e sleale. 

Ma chiamiamo le cose col loro nome. Diciamolo, che il Pd non c'entra niente. E che dietro questo ridicolo e vergognoso tentativo di intimidazione si intravedono semmai le solite manine, che si lasciano riconoscere con facilità. Basta guardare il delirio, le farneticazioni persecutorie, l'inconsistenza logica e gli "argomenti" addotti… Così come attaccano RuvoLibera, ma in realtà hanno di mira il direttore, senza mai avere il coraggio di nominarlo. Perché fa reato. Fa reato anche così, ma evidentemente sperano di cavarsela. Vedremo che ne dice il giudice.

Ma su questo non voglio andare oltre. Tra calunnia, diffamazione aggravata e ripetute offese personali (che sì, sono personali lo stesso perché la persona cui sono rivolte è inconfondibilmente riconoscibile), ci sarà lavoro per avvocati e allora chi si nasconde dietro una firma di partito, e accolla così a tutti i dirigenti e gli iscritti la vergogna e le conseguenze della sua azione, dovrà uscire allo scoperto e rendere conto. Ci sarà da divertirsi. Molto più di quanto mi sia divertito a leggere questo campionario di falsità, vuotaggini e contumelie che la dicono lunga sulla qualità e sull'equilibrio di chi le ha così vulcanicamente eruttate.

Ciò che mi interessa notare qui è invece il messaggio politico. La ciliegina sulla torta, per così dire. L'ennesimo pizzino per interposta persona». Il suo riferimento è alla maggioranza Pd in Consiglio comunale, in questa e nella precedente Amministrazione. 

«Il sedicente Partito democratico di Ruvo, o chi approfitta di questa sigla per i suoi fini, non sa o finge di non sapere che il Consiglio comunale che ha approvato all'unanimità, in fretta e furia e in zona Cesarini, il mostruoso progetto di Pug, non c'entra quasi per nulla col Consiglio comunale attuale; che la maggioranza non viene espressa dall'amministrazione ma dalle elezioni; che nel frattempo è anche cambiato il Sindaco, insieme a tanti nuovi consiglieri, di maggioranza e di opposizione.

O meglio lo sa benissimo – e infatti manda il suo greve e inaccettabile messaggio non solo al sottoscritto, che se ne ride altamente – ma manda, in modo anche più grave, un inequivocabile messaggio al Sindaco in carica. Il sindaco è nostro, dice/dicono. Non si illuda il responsabile del blog (cioè il sottoscritto). Il sindaco è cosa loro. Il loro ragionamento è primordiale ma chiaro: amministrazione, maggioranza, Pd, Sindaco.Sembrano le parole di quell'altro raffinato filosofo, stesso partito – quello dell'abbiamo vinto noi, quindi comandiamo noi.

Gli sfugge completamente, come sempre, il livello istituzionale. Il rispetto delle regole, della legalità e della democrazia, di cui hanno fatto strame sputando su 1200 firme e chiudendo la bocca a 26mila cittadini, favorevoli o contrari che fossero all'oggetto del referendum sulla piazza. Così come sfugge loro il bene comune primario che è l'intera città. Non il partito. Men che mai quel partito a nome del quale non hanno alcun titolo a parlare – senza firmarsi.

Non gli passa neanche per l'anticamera del cervello, "se mai sia capace di ragionare", che il Sindaco è per definizione Sindaco di tutti, Primo Cittadino e non capopartito; garante di inclusione e di legalità per tutti e non per gli amici degli amici.

Certe irresponsabili manine sono evidentemente così ossessionate dal fallimento del loro disegno di manipolare il sindaco "forestiero", che sentono il bisogno di rivendicarne l'appartenenza allo stesso recinto, la (inesistente) comunanza delle responsabilità. Certe irresponsabili manine sono così ossessionate che hanno terrore che a manipolarlo possa essere qualcun altro, chissà chi, magari persino il direttore di RuvoLibera (che ovviamante questi poteri non li ha, tantomeno le intenzioni – ma figuriamoci se a lorsignori interessa). Il concetto di uomo libero gli è del tutto estraneo. Il concetto di uomo con il senso delle istituzioni è roba aliena. 

Da qui il pizzino: non si illuda il "responsabile del blog", il sindaco è roba nostra. Comandiamo noi, ieri come oggi. Praticamente una chiamata di correo per l'incolpevole Chieco. Non si illuda il Sindaco di fare di testa sua. Conta ciò che si è già deciso a suo tempo nelle secrete stanze, "presentato" poi vuotamente in piatte conferenze dove tutto è già stabilito e che quindi sono caricature della partecipazione prevista per legge. E chi è in carica oggi, secondo la manina, essendo espressione del medesimo amalgama, non può che continuare quell'opera malefica. Ieri come oggi. Come domani. Amen. Un vero requiem per Chieco, casomai non dovesse adeguarsi. Insomma, sono così ossessionati dal manipolare e dal gioco del chi manipola chi, questi estensori, che usano non so quanto legittimamente il simbolo di un partito un tempo nobile e non vedono altro. Il sindaco non è manipolabile? Porca miseria, vuol dire che lo sta manipolando qualcun altro. Ecco ciò che davvero li arrovella. Li affanna. E li perde».

Poi Albrizio si lancia in una descrizione dell'attuale composizione del partito. «E guardiamolo – scrive -, questo povero Pd ruvese. Oggi senza segretario e con una Commissione temporanea, retta da una commissaria "forestiera" pure lei – che dovrebbe portarlo alle nuove elezioni interne. Insomma un partito provvisoriamente senza testa. Quindi un partito in amministrazione controllata, per così dire. Che dovrebbe preparare le primarie e basta. E invece trova il tempo e le priorità per attaccare RuvoLibera. Non è strano?», si chiede. «E perché ci attaccano? Per la storia del Ciambotto. Parrebbe che pensino di essere loro il partito del Ciambotto: che non sappiano leggere? Perché il partito del Ciambotto, che come è noto non appartiene all'arco costituzionale, è stato da noi definito come "partito trasversale". A che pro allora il sedicente Pd se ne arroga il lusinghiero titolo? A meno che tra i componenti della detta Commissione non vi sia, in facto o in pectore, il segretario di quel partito trasversale. Il signore o la signora Ciambotto – per così dire.

E su cosa ci attaccano? Appunto, sul Ciambotto. Per anni hanno osservato uno stretto patto del silenzio e la filosofia del "chi, io?" e stoicamente e allegramente, come Totò, hanno preso mazzate mediatiche meritatissime facendo finta di sorridere perchè tanto "non sono Pasquale"… Ed ora, tutto d'un tratto, ecco venir fuori il non detto? Su un articolo di ripiego e pura constatazione dei fatti? Qualcosa non quadra? E vediamolo, questo accordo che salta perché "la misura è colma" (ohibò!) – e allora le sdegnate e smunte truppe finora silenziose rompono il tabù del "silenzio condiviso" e lo rompono ovviamente in maniera altrettanto condivisa. Ma condivisa da chi? Risulta a RuvoLibera che tutti i consiglieri comunali o non sono stati consultati o erano contrari a quel documento infame. Ma ecco che all'improvviso, d'emblée, viene tirato dentro il Sindaco, che col pregresso tra RuvoLibera e lorsignori aspiranti "manovratori" non c'entra proprio nulla. E che sicuramente è persona di ben altro livello per poter minimamente ipotizzare che abbia ispirato, avallato o anche solo saputo di quella barbara comunicazione. Insomma, per quello che si può capire, il Segretario non c'è; il Direttivo non c'è; il sindaco non ne sa nulla; i Consiglieri comunali o non ne sanno nulla o erano addirittura contrari. Con chi diavolo l'ha condivisa allora, la sua nota, questa manina? Con chi, se non con il proprio delirio? Un delirio a danno di tutti, ma soprattutto a danno del Pd».

In conclusione, secondo lui, «qui in discussione non è il Pd. Che è un partito serio, formato da militanti e simpatizzanti nella stragrande maggioranza ottime persone. Un partito al quale, se dipendesse dalla qualità dei suoi iscritti e simpatizzanti, potrei iscrivermi anche domani – se è per questo. Il problema sta nelle manine anonime e codarde che non hanno neanche avuto il coraggio di firmare questa ridicola intimidazione, ma si sono riparate dietro una sigla per evitare le responsabilità, a costo di infangare con questa oscenità tutti gli iscritti ed elettori. Mi auguro una presa di distanza immediata dei Consiglieri e degli organi eletti e l'allontanamento altrettanto celere dei responsabili. Mi auguro nondimeno una simile presa di distanza da parte dei buoni dirigenti (e ce ne sono) e militanti del Pd. Mi auguro infine un gesto anche dagli altri consiglieri, gli uomini di cultura e chiunque abbia un minimo senso civico, o semplicemente abbia apprezzato in tutti questi anni, condividendole o meno, le tante e difficili battaglie di verità condotte solo e unicamente da RuvoLibera.Questa intimidazione è per tutti. A RuvoLibera non fa né caldo né freddo. Semmai produce buonumore. Ma la chiamata è per tutti e il tentativo, se non fossero manine così isolate, è di mettere il bavaglio alla città. Per parte nostra, chiederemo alla Magistratura l'accertamento delle responsabilità e la punizione dei responsabili.

Ma quando i contenuti sono così palesemente assenti, allora bisogna guardare i tempi, il contesto e le altre persone cui quel messaggio può essere rivolto. E allora sì, tutto si chiarisce. Attaccano RuvoLibera e il sottoscritto per mandare un pizzino a Chieco. Non abbiamo dubbi sulla risposta del Sindaco, ma che tristezza nelle retrovie. Così stanno le cose alla vigilia delle primarie, e verso questo naufragio indecoroso viene condotto da manine anonime, politicamente incapaci e irresponsabili, un Partito che avrebbe meritato un altro destino», conclude Albrizio.

venerdì 24 Marzo 2017

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