“Exit”, la rassegna di teatro+cinema giunge alla sua terza settimana di eventi e, dopo aver esplorato il rock e il noir, incontra il pop e per farlo non può che confrontarsi con la band più famosa della storia della musica internazionale: i Beatles, icona di un’epoca e di una generazione. Come ormai consuetudine, un appuntamento di cinema e uno di teatro faranno immergere gli spettatori in un’era e un genere artistico e culturale.
Domani sera, alle 21 nella sede dell’associazione La mancha, è prevista la proiezione del film d’animazione del 1968 Yellow submarine, di George Dunning, che vede protagonisti proprio i Fab four.
Lo stile e la grafica del lungometraggio, di cui fu art director l’illustratore e designer tedesco Heinz Edelmann, contrastano decisamente con quelli più noti all’epoca, in particolare con i prodotti Disney e hollywoodiani. Il film utilizza infatti un tipo di animazione molto lontana dal realismo, dipingendo paesaggi psichedelici in cui si mischiano surrealismo e pop art. La storia racconta dei cattivi Biechi blu, che odiano la bellezza, i fiori e la musica, e attaccano Pepelandia, un paese felice, pietrificando i suoi abitanti. Solo un marinaio riuscirà a salvarsi imbarcandosi su un sottomarino giallo sul quale farà salire i quattro Beatles che, dopo una serie di avventure, grazie alla loro musica, riporteranno la vita.
Sabato 25 novembre, alle 21 nel teatro Comunale, è la volta di Revolution/Meridiani perduti di e con Sara Bevilacqua.
Si tratta di una miscela di emozioni, ricordi e storie di vita vissuta a Brindisi negli anni del boom economico. All’inizio degli anni ’60, i Beatles suonavano al Cavern club di Liverpool e Yuri Gagarin diventava il primo uomo in orbita attorno alla Terra. La protagonista dello spettacolo sogna di volare nello spazio e di incontrare i suoi idoli musicali, ma ha un piccolo problema: vive a Brindisi, vale a dire che è lontana 326 km dall’orbita di Gagarin e circa 3mila da Liverpool. Per di più, nella cittadina immobile nella ripetizione dei suoi riti quotidiani, sembra che gli anni ’60 non vogliano proprio arrivare. E invece poi arrivano. In una forma un po’ diversa da come la ragazza si sarebbe augurata, ma arrivano: nel ’62 viene completato il primo lotto della Montecatini e le cose all’improvviso cambiano anche là dove sembravano immutabili. Revolution narra quindi i dieci anni che hanno “rivoluzionato” la storia, fino alla notte in cui Tito Stagno raccontò dai microfoni della Rai lo sbarco del primo uomo sulla Luna.