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“Mediterraneo senza spettatori” torna a Ruvo nel segno di San Francesco

La Redazione
La Fondazione Angelo Cesareo: «Proveremo a disegnare nel centro antico un percorso in cui intrecceremo il dramma dei migranti con i segni della profetica e "in-quietante" figura del Poverello»
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Dopo aver portato, qualche mese fa, l’evento itinerante di icone su ulivo “Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli” sui luoghi di Francesco d’Assisi, da La Verna a Cortona, da Gubbio a Rivotorto, la “Fondazione Angelo Cesareo”, dal 18 marzo al 2 aprile, nelle due settimane che precedono la Pasqua, inscriverà quel Tau, segno di Francesco, nel centro antico della nostra città.

«Proveremo a disegnare un percorso – fanno sapere gli organizzatori – in cui intrecceremo il dramma dei migranti, gli sguardi di quegli angeli su barconi e naufraghi nel Mediterraneo, con i segni della profetica e “in-quietante” figura del Poverello, radicandoli e proiettandoli, per un attimo, tra piazza Castello, via Modesti, largo Annunziata, via De Gasperi e piazza Orologio, in atri di storici palazzi, ma anche (e soprattutto) in strade e vicoli dove scivoleranno da umili balconi e muri scrostati, si eleveranno sotto quegli archi e, come falene, balugineranno dentro quegli iusi e interrati che costituiscono il vero profondo solco del nostro territorio urbano.

Faranno eco a quelle nostre memorie di ”povertà” e sogni, a quelle fughe e speranze, a quelle nostre lontane voci, a quei riti delle nostre umanità, nuove altre future memorie e voci che gli angeli del Mediterraneo annunciano e che già risuonano in antiche nostre stradine. Dialogheranno, questi angeli migranti, in un contrappunto di penombre, con il nostro presente, svolazzeranno sui passi di Francesco.

I barconi di quei migranti saranno i nostri umili luoghi, sottosuoli di nostre antiche e nuove povertà, di altre migrazioni. Fantasticheremo di una tavola di convivialità in cui, attorno a una lanterna, tra ombre e tremolanti immagini, tra voci e suoni, tra ritmi e melodie della nostra Settimana santa, tra profumi e sapori, il passato e il presente si faranno racconti di profezie.

Ulivi, mandorli e roverelle saranno i segni della terra. In quei gusci e barconi, derive ed epicentro di altre storie, potremo udire monologhi del “Santo Jullare”, ritmi di tamburi e percussioni, lontani accordi e nenie… Dai fondali della nostra terra e del nostro Sud, del nostro Mediterraneo, come naufraghi illuminati da zattere, potranno, allora, silenziosamente affiorare, dai sottofondi, da altri luoghi ed esodi, le nascoste, vere, umili bellezze dei nostri luoghi…

Quei somme(r)ssi dialoghi saranno possibili grazie al generoso contributo di cantori e musici, artisti e testimoni, al dono attento di quei cittadini che hanno voluto concederci i loro spazi e luoghi di convivialità…»

L’appuntamento di apertura si terrà domenica 18 marzo alle 17.30 nell’atrio di palazzo Caputi. L’attore Mario Pirovano, già della compagnia di Dario Fo e Franca Rame, traduttore e fondamentale interprete dei monologhi dello scrittore premio Nobel, reciterà alcuni brani tratti da “Lu Santo Jullare Franzesco”, dello stesso Fo, muovendosi anche verso luoghi e iusi del centro antico.

venerdì 16 Marzo 2018

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