Spettacolo

Il Talos che «parla all’anima»

Raffaella Anna Dell’Aere
​E Patruno si lascia scappare una promessa: «Forse è arrivato il momento di fare una riflessione a livello regionale su un intervento normativo per riconoscere un valore importante, quello della Banda»​
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Nella sede della sala conferenze del monumentale palazzo della Regione Puglia di Bari, in parallelo all’orizzonte del salmastro e azzurro lungomare, ieri a mezzogiorno, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2018 del “Talos Festivalche avrà luogo a Ruvo, dall’1 al 9 settembre.

Testimone e protagonista la rappresentanza istituzionale ruvese con il sindaco Ninni Chieco e l’assessora alle politiche culturali Monica Filograno, e quella regionale, con Aldo Patruno, direttore del Dipartimento Turismo Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio e Loredana Capone, assessora all’Industria Turistica e Culturale. La sfera artistica e musicale è presenziata dal curatore del progetto coreografico Giulio De Leo, da Pino Minafra, fondatore e Direttore Artistico del Festival e da Livio Minafra, ora ufficialmente insignito della carica di Direttore Artistico.

Monica Filograno introduce sottolineando il valore aggregante del Festival, rimuovendo l’etichetta di “evento” e sostituendolo con “progetto”, non un insieme di concerti, quindi, ma una vera e propria piattaforma creativa di arti che condensano gli strumenti musicali, i corpi, le emozioni. Un progetto in divenire, vivo e vivace, alimentato sia dalla folta schiera di partner, sia dalla trasversale rete espressiva, architettonica, produttiva e gastronomica sul territorio, progetto foriere sia di talenti nascenti, che di artisti eccelsi. Ciò rafforza e si integra con la nuova concezione dell’idea di “Beni culturali”, come sottolineato da Loredana Capone, non più intesi come contenitori stantii ed immobili, ma plasmati in dinamici “attrattori” di produttività ad ampio raggio, colmi di linguaggi artistici in relazione col mondo.

A questo si collega alla perfezione il discorso di Livio Minafra, in cui supporta il valore aggiunto di questo Festival e cioè l’avvenuta «congiunzione tra il macrocosmo (gli artisti) e il microcosmo (la gente)». È stato basilare «curare il macrocosmo allargando ad altre discipline» come la musica, la danza, la fotografia e farlo interagire col microcosmo, «i ragazzi con l’alternanza scuolalavoro, la gente del paese, mettendola a danzare e suonare», oltre che valorizzare ulteriormente chi sostiene finanziariamente questo festival «come soggetto pensante e non soltanto erogante».

Mette fuoco sulla benzina Pino Minafra, nella sua tipica veste passionale, facendo leva sulla suspense in attesa del festival «Questo è un festival ricco di aspettative e speranze …». Minafra senior illumina e intitola informalmente questa nuova edizione con«una parola ormai in disuso: Anime”», non like o media, ma Anime. Evidenzia l’importanza di alimentare la nostra identità, il made in Italy, l’ingegno artistico del nostro territorio, per non omologarsi e appiattirci nel “villaggio globale” e rivela in anteprima la presenza, nella serata del 6 settembre, del musicista partenopeo Enzo Avitabile.

Fa da cornice al suo discorso la creatività coreografica di Giulio De Leo che illustra e introduce i sipari danzanti che caratterizzeranno il Festival. Non solo corpi con bellezze non stereotipate messe in scena da coppie di gente comune, testimoni di amori inusuali, espressioni plastiche diverse in simbiosi con l’architettura e la natura, ma anche coreografie e atelier formativi guidati da coreografi professionisti del nord Europa.

Un breve intervento, più filosofico che politico, quello del sindaco Ninni Chieco in cui prende in prestito la definizione di Minafra sull’Anima, «Si va verso la costruzione di una nuova cultura, una cultura che non impone la lettura di un libro, ma che parla allAnima». Il Sindaco riprende il suo cavallo di battaglia sfoderato in campagna elettorale: la “Bellezza”, quella che pone ciascuno in relazione con l’altro, nella costruzione e interazione di idee, di culture, di lingue eterogenee, di innovazione e tradizione.

È un bando pubblico dove c’èAnima”, sostiene Aldo Patruno, «non solo burocrazia, ma ripresa, rilancio, rete. Mi piace il concetto di innesti, non solo culturali, della città di Ruvo», evidenziando che il Talos Festival è stato assunto «come baricentro delle politiche culturali e sociali e turistiche». Patruno dà onore a Pino Minafra perché è riuscito a spiegare ai francesi, nel suo grande concerto a Saint Denis, che «il senso della banda nasce realizzando le casse armoniche, sostituendo le voci dei tenori, trasformando una carenza, una difficoltà, in una straordinaria opportunità, dando vita a un genere artistico, una identità culturale». A questo punto, Aldo Patruno, facendo un excursus storico sull’identità artistica della Banda, si lascia a una velata promessa, mentre si rivolge a Loredana Capone: «Forse è arrivato il momento di fare una riflessione da parte nostra, a livello regionale, su un intervento normativo per riconoscere un valore importante, quello della Banda, che coinvolge anche sul piano lavorativo».

Terminata la conferenza, elargiti i saluti, gli abbracci e gli “in bocca al lupo”, non resta che rubare una citazione al volo al nuovo e ufficiale direttore artistico del Talos Festival, il pianista e artista Livio Minafra, mentre ha già alle sue spalle il mare vellutato, una fila di ciclisti e i lampioni del caratteristico Lungomare barese: «I sogni non rimangono solo nel cassetto ma si attuano nella propria terra, si va oltre i difetti, la rassegnazione, ci si mette a lavorare ad occhi aperti … insistere, creare».

Il programma completo.

giovedì 2 Agosto 2018

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