Cronaca

​Scontro treni: Piccarreta chiede patteggiamento, ma per la Procura la pena non è congrua

La Redazione
È quanto stabilito ieri ​nell'aula bunker del carcere di Trani per il capostazione. Richiesta di processo abbreviato per Elena Molinaro, uno dei dirigenti del Ministero dei Trasporti imputati
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Una richiesta di processo con rito abbreviato è stata avanzata nell’ambito dell’udienza preliminare per lo scontro dei treni, che il 12 luglio 2016 provocò 23 morti e 51 feriti sul binario unico Andria-Corato della Ferrotramviaria.

Per Elena Molinaro, uno dei dirigenti del Ministero dei Trasporti imputati davanti al gup di Trani Angela Schiralli, dunque, il processo avverrà tramite stralcio una volta completata l’udienza preliminare. Ieri, nell’aula bunker del carcere di Trani, è stata avanzata anche una richiesta di patteggiamento da parte di Vito Piccarreta, il capostazione in servizio la mattina dell’incidente nella stazione di Andria.

La Procura ha però ritenuto incongrua la pena finale di 4 anni proposta e, dunque, non si potrà procedere con il patteggiamento. Per tutti gli imputati (ad eccezione di Molinaro) i pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano hanno chiesto il rinvio a giudizio. Oggi è iniziata anche la discussione delle parti civili, che concluderanno all’udienza del 30 ottobre. La parola passerà alle difese in quelle già fissate per il prossimo mese (6, 8, 13 e 15 novembre), in modo da arrivare entro fine novembre alla decisione sul rinvio a giudizio degli imputati.

Davanti al gup del Tribunale di Trani sono imputate 18 persone fisiche e una società per le quali la Procura chiede il processo. Si tratta dei due capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, in servizio la mattina dello schianto; del capotreno sopravvissuto Nicola Lorizzo; del dirigente coordinatore centrale (Dcc), Francesco Pistolato; dei vertici (all’epoca dei fatti) di Ferrotramviaria, il conte Enrico Maria Pasquini e la sorella Gloria Pasquini; del direttore generale, Massimo Nitti, e del direttore di esercizio, Michele Ronchi; e ancora di Giulio Roselli, dirigente divisione infrastruttura di Ferrotramviaria; Vito Mastrodonato, dirigente responsabile della divisione passeggeri di Ferrotramviaria; Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, capo unità organizzativa tecnica responsabile del coordinamento delle attività delle unità tecniche di divisione e del supporto infrastruttura; Tommaso Zonno, coordinatore responsabile dell’unità tecnica trazione e scorta ferroviaria; Giandonato Cassano, coordinatore di ufficio responsabile dell’unità tecnica formazione e regolamenti unità sociale; Antonio Galesi, capo unità tecnica e responsabile unità tecnica movimento stazioni. Il processo è stato chiesto anche per Virginio Di Giambattista, direttore generale della direzione generale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale, ed Elena Molinaro, direttore della divisione 5 della direzione generale-Tpl; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualità di direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). I reati – contestati a vario titolo – dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano sono quelli di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.

Ferrotramviaria spa è imputata come persona giuridica e risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti. Sono state ammesse come parti civili, solo nei confronti dei 18 imputati (persone fisiche), la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu e Anmil, oltre ai parenti delle vittime e i feriti. Mentre Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti sono stati ammessi come responsabili civili (cioè soggetti tenuti a risarcire i danni).

venerdì 26 Ottobre 2018

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