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Bari Nord, Legambiente: «Tra Corato e Ruvo un treno ogni ora»

La Redazione
I convogli percorreranno il solo secondo binario a 50 km/ora fino alla nostra città, per poi proseguire verso Bari a velocità normale. I lavori di impiantistica devono ancora essere completati
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Emergono nuovi dettagli sulla riapertura della tratta ferroviaria tra Corato e Ruvo. A renderli noti è il circolo coratino di Legambiente, che da oltre due anni segue la riattivazione della linea ferroviaria con incontri, interlocuzioni istituzionali e altre attività di sensibilizzazione.

«Anche agli ultimi due incontri sul tema, uno tenutosi ad Andria lo scorso 7 febbraio e l’altro a Corato venerdì scorso 15 febbraio, il nostro Circolo era presente con una propria delegazione», fa sapere l’associazione ambientalista.

«In particolare, all’incontro tenutosi ad Andria convocato dal sindaco Nicola Giorgino su richiesta delle tre principali sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil Bat), Ferrotramviaria era rappresentata dal responsabile unico del procedimento del “Grande progetto dell’area metropolitana del Nord barese”, l’ingegner Pio Fabietti, e dal direttore dei lavori, l’ingegner Antonio Di Leo. Il tavolo è stato introdotto dal sindaco di Andria, il quale ha ricordato il tragico evento occorso sulla tratta che congiunge la città a Corato. Temi dell’incontro erano la richiesta di informazioni in merito alla sicurezza del cantiere del “Grande progetto” e i tempi per la consegna dell’opera. Il “Grande progetto” di Ferrotramviaria per l’interconnessione tra Trenitalia e Ferrovie del Nord barese parte da lontano, precisamente dagli anni ’90, e interessa grandi centri urbani, oltre ad assicurare l’interconnessione con l’aeroporto di Palese Giovanni Paolo II.

Il progetto era stato originariamente finanziato dall’Asse V del Po Fesr Puglia 2007-2013 e in seguito dal Programma operativo (Po) Puglia 2014-2020. Le criticità per la città di Andria sono note, come l’interramento della ferrovia nell’abitato per circa tre chilometri. Da sola, questa parte dell’opera dovrebbe assorbire circa la metà dell’intero finanziamento, una somma che si aggira sui 180 milioni di euro.

Durante l’incontro, si è discusso anche della possibilità che l’attuale sede ferroviaria di Andria possa diventare un percorso ciclopedonale. I lavori nella stazione di Barletta devono invece essere ancora concordati con la Regione e con Trenitalia, per creare l’interscambio tra i due vettori ferroviari. La fine è prevista per il 2022. Per quanto riguarda invece la città di Andria, sarà la stazione di Andria Sud a diventare stazione di testa e pertanto tra Andria e Barletta sarà previsto un servizio sostitutivo fino al 2020. Inoltre, l’incontro è stato occasione per informare che durante i lavori tra Corato ed Andria è intervenuta la Sovrintendenza per l’individuazione di ben tre siti di interesse archeologico.

Sono in fase di rimozione vari passaggi a livello lungo il tragitto, tra cui anche quello di via Trani nell’abitato di Corato. I sindacati andriesi hanno rimarcato il tema della sicurezza e hanno insistito sulla richiesta di trasparenza nelle gare d’appalto. Anche il Circolo ha fatto la sua parte, richiedendo certezze sui tempi e sulla qualità dei lavori. Venendo, quindi, a questioni a noi più vicine, per la riapertura della stazione di Corato questa volta la data annunciata è il mese di marzo 2019. Solo venerdì scorso, dalla risposta scritta del ministro Danilo Toninelli letta dalla senatrice Bruna Piarulli, abbiamo appreso che ci sarà il treno spola, cosa che noi auspicavamo sin dal primo momento.

I treni utilizzeranno il solo secondo binario con una velocità di 50 km/ora fino a Ruvo di Puglia per poi proseguire verso Bari a velocità normale. La frequenza prevista è di un treno ogni ora. Purtroppo, i lavori di impiantistica tra Corato e Ruvo devono ancora essere completati e per tale motivo vi sarà l’utilizzo di un solo binario. Ci si chiede a questo punto come mai la stazione sia rimasta chiusa e il servizio ferroviario sospeso per oltre due anni e mezzo: se e quando la città di Corato vedrà la riattivazione del servizio, questo riprenderà a condizioni inferiori, in termini di velocità e frequenza delle corse e conseguentemente con tempi di percorrenza maggiori, rispetto a quelli che erano gli standard sino a settembre 2016, vista l’incompletezza dei lavori di adeguamento. Tuttavia, Rfi ha costruito dal 2000 al 2007 le due dorsali principali, che sono state completate nel 2016 per un totale di più di 16mila km ultimati, invece in due anni non si riesce a completare la tratta di circa sei chilometri tra Corato e Ruvo con i nuovi sistemi di sicurezza.

Per onore di cronaca, ricordiamo che sinora il nostro Circolo è stata l’unica realtà ad aver seguito passo passo la vicenda della riapertura della stazione di Corato, chiedendo riscontri, interloquendo con le Istituzioni ai vari livelli: comunali, regionali, nazionali e con la stessa Società che gestisce il servizio e sensibilizzando l’opinione pubblica, dando costantemente voce a tutti quei pendolari che quotidianamente vivono il disagio. I pendolari, sempre più delusi e indignati, nel corso di questi ultimi anni, hanno visto costantemente peggiorare le condizioni di viaggio e di vita senza che questo abbia smosso gli animi di chi aveva il dovere istituzionale di rappresentarli e farsi loro portavoce. In tutti questi anni, è sicuramente mancato un coordinamento interistituzionale che avrebbe forse portato a maggiori risultati e tempi più brevi per il ripristino del servizio. Sono, quindi, più che apprezzabili le recenti iniziative che hanno riportato l’interesse sul tema, tuttavia sarebbero stati auspicabili un maggior coinvolgimento e una maggiore lungimiranza dall’inizio di questa vicenda, ossia da quando vi è stata l’interruzione del servizio ferroviario nel settembre 2016.

Infine, ci si chiede anche quale sia stato in tutto questo il ruolo della Regione, la quale ha disposto “l’aggiudicazione diretta in favore delle società Ferrotramviaria [..] del contratto dei servizi di trasporto [..] a decorrere dal 1 ottobre 2018 e sino al 31.12.2027” e che attualmente finanzia il servizio automobilistico sostitutivo con fondi comunitari anche a Consorzi privati (Por Puglia 2014 – 2020 – Fondo Fesr – Asse Prioritario III – Obiettivo specifico 3e – Azione 3.6). Poteva la Regione esercitare maggiore controllo sull’utilizzo delle risorse comunitarie destinate al Grande progetto riguardo le priorità e il cronoprogramma delle diverse opere sulla linea?», si chiede infine Legambiente.

martedì 19 Febbraio 2019

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